There is special Providence in the fall of a sparrow (Shakespeare Amleto,V, 2)
Continua il racconto del Servo.
L’araldo annunciò che il banchetto era aperto a tutti. La tenda si riempì di gente con la testa incoronata e ognuno poté saziarsi di cibo abbondante.
A questo punto entra un prevsbu~ che poi è il vecchio pedagogo maestro e complice di Creusa. Questi fece ridere tutti i convitati con il suo agire volonteroso. Forse considerato inappropriato all’età.
Quando giunse il momento del brindisi comune, il prevsbu~ propose di passare a coppe più grandi per arrivare più in fretta all’euforia. Gli inservienti allora portarono coppe fiavla~ 1182 d’argento e d’oro.
Il vecchio zelante allora ne scelse una e la offrì tw`/ nevw/ devspoth/ al nuovo padrone 1183 per rendergli omaggio. Ma nel vino aveva messo, come poi fu evidente, un veleno efficace favrmakon drasthvrion (1185) che, si disse, gli avesse dato la padrona affinché il giovane lasciasse la luce. Ma lì per lì non se ne accorse nessuno. Poi però venne un segno dal cielo, un segno vocale: uno degli inservienti pronunciò una espressione di cattivo augurio
blasfhmivan ti~ oijketw`n ejfqevgxato 1189.
Ione, educato com’era dai sacerdoti del santuario capì che il segno era brutto- oijwno;n e[qeto- 1191; fece buttare a terra tutto il vino malaugurato e chiese che gli riempissero un’altra nuova coppa kajkevleus j a[llon nevon -krath`ra plhrou`n 1191-1192
Si deve fare attenzione ai segni vocali. Pensate al cauneas cui Crasso non diede ascolto
Sentiamo Bettini: “Anche in questo caso bisognava però saper riconoscere il valore soprannaturale della “voce”, quando si manifestava. Crasso, per esempio, non riuscì a comprendere che il venditore di fichi Cari-il quale gridava Cauneas! Sulla banchina del porto di Brindisi-non stava semplicemente facendo pubblicità alla sua merce, gridando “vendo fichi di Cauno!”, come si poteva pensare. Niente di tutto questo. Il venditore lo diffidava nientemeno dal prendere il mare verso la sua propria morte: cau’ n(e) eas! “non andare”, stava infatti gridando-ovviamente secondo la pronunzia apocopata dell’imperativo cave che si usava nel latino parlato[1]. Ma Crasso non se ne accorse. Il problema era che, per sua disgrazia, non se l’aspettava”[2].
Crasso finì sconfitto e ucciso.
Gli tagliarono la testa, e un attore, Giasone di Tralle, si avvalse di quel macabro trofeo per recitare realisticamente i versi delle Baccanti di Euripide nei quali Agave impazzita palleggia la testa del proprio figliolo Penteo, ucciso da lei e dalle sue sorelle.
Tutto questo tra gli applausi feroci dei Parti.
Ione dunque si fece portare un’altra coppa
Venne portato il vino di Biblos (già nominato da Esiodo negli Erga 589). Quindi arrivò dal santuario uno alato corteo di colombe pth`no~ kw`mo~ peleiw`n (1197) che accostarono i becchi al vino gettato e lo tiravano dentro le gole piumate. Quella che aveva inghiottito il vino versato da Ione subito scosse il corpo dalle belle ali – eujqu;~ eu[pteron devma~- e[seise 1204 e fu presa da furore bacchico e strideva gemendo con versi incomprensibili.
In seguito a questo terremoto dell’organismo l’uccello muore rantolando e abbassando le unghie delle zampe rosse.
L’agonia della colomba, la sua lotta contro la morte con grida e unghie è descritta efficacemente. Non dobbiamo dimenticare che c’è un disegno speciale della provvidenza anche nella morte di una colomba, o di un passero come dice Amleto.
Questa brutta fine dell’alato infatti è provvidenziale: salva la vita di Ione e la discendenza degli Ateniesi da Apollo.
Pesaro 10 agosto 2022 ore 17, 39
Il mio zitellaggio che stava diventando acido avrà presto una pausa di dolcezza: sta per venire a trovarmi un’amica provvidenziale e di buona complicità
p.s
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