NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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venerdì 2 luglio 2021

Shakespeare, "Riccardo III". Rilettura. XXXVI. Il potere come male. Il grido di morte lanciato da Riccardo

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Atto V, scena 4

Entra Catesby che chiede soccorso a Norfolk dicendo: “The king enacts more wonders than a man  (V, 4, 2) il re esegue prodigi più che umani. Riccardo è sempre stato estraneo al naturalmente umano.
 
Lo accosto a lady Macbeth quando è prossima a morire e il dottore dice: “unnatural deeds do breed unnatural troubles  (Macbeth, V, 3) atti contro natura producono turbamenti innaturali.
 
Il suo cavallo è stato ucciso ed egli si batte a piedi.
Il cavallo ha una funzione importante nella guerra di quel tempo, e più di tutti ha bisogno di servirsene un guerriero lamely claudicante quale si presenta Riccardo nella prima scena di questo dramma (I, 1, 22).
Riccardo è cladicante, come Edipo, e non si avvale di valido piede"  j ouj podi; crhsivmw/-crh'tai "(Sofocle, Edipo re, v.878-879). 
 
Atto V scena 5
Entra in scena Riccardo III e lancia il grido A horse!a horse! My kingdom for a horse! (V, 5, 7). , un cavallo un cavallo! Il mio regno per un cavallo. Il regno che gli è costato tanti delitti vale meno di un cavallo. E’ un’altra smontatura del potere che non solo non è felicità ma nemmeno potenza.
Nelle tragedie di Shakespeare tali negazioni della felicità attribuita dalla gente comune, quella che non sa, ai potenti è frequente quanto nelle tragedie di Seneca. Nell’Enrico VIII scritta in collaborazione con John Fletcher 1613), Anne Bullen, Anna Bolena,dice:
I swear , ‘tis better to be lowly born- and range with humble livers in content,-than to be perked up in a glistering grief-and wear a golden sorrow” (II, 3, 19-22), lo giuro, è meglio essere di umili natali, e trovarsi contenti di vivere con gente umile, che essere  elevato in uno sfavillio di dolore, e indossare un dispiacere dorato.
Queste parole sono dette da Anna per celare le sue reali intenzioni.
Ma poi si avvereranno. Nel gennaio del 1533 la Bolena verrà sposata e in settembre partorirà Elisabetta deludendo Enrico VIII che voleva un maschio e nel 1536 la farà decapitare.
In questo dramma viene decapitato il duca di Buckingham figlio del duca di Buckingham fatto decapitare da Riccardo III. Questo secondo Buckingham viene denunciato dal suo intendente comprato dal cardinale Wolsey suo mortale nemico. Il duca poco prima di venire ucciso mette in guardia chi lo ascolta dai presunti amici: “when they once perceive-the least rub  in your fortunes, fall away-like water from ye, never found again-but where they mean to sink ye” (Enrico VIII, II, 1, 128-131), appena percepiscono la minima difficoltà nelle vostre fortune, scivolano via come acqua da voi, e non si fanno più trovare, a meno che intendano colarvi a picco. Il potere di Enrico VIII è più accorto ma non meno crudele di quello di Riccardo III.     
 
Torniamo al Riccardo III.
Catesby gli consiglia la fuga ma Riccardo assume la veste dell’eroe il cui motto è “non cederò”- ouj lhvxw  detto da Achille in Iliade , XIX, 423.
 
Riccardo dunque dice di avere puntato tutto su una sola giocata e accetterà il rischio del dado. Questo fa venire in mente l' alea jacta esto di Cesare (Svetonio, Vita, 32) e pure quanto dice Macbeth dopo l'uccisione del suo re Duncan. "there is nothing serious in mortality-all is but toys" (II, 3) non c'è niente di serio nella vita mortale, tutto si riduce a giocattoli.
Senza contare che i dadi del destino sono sempre truccati
In un frammento  di Sofocle leggiamo: “ajei; ga;r eu\ pivptousin oiJ Dio;~ kuvboi”, i dadi di Zeus cadono sempre bene.
Per quanto riguarda l’alea di Cesare, Lucano scrive: placet alea fati (Pharsalia, VI, 8) gli piace correre rischi, abituato com’era a vincere, ma è di Zeus, o del Fato,  la mano che lancia i dadi degli uomini, e il trucco non favorisce sempre la stessa persona, per quanto avventurata.
 
Del resto: non illuderti che il potere (kravto") sia potenza (duvnami"):“ mh; to; kravto" au[cei duvnamin ajnqrwvpoi" e[cein”, dice Tiresia a Penteo re di Tebe (Euripide, Baccanti, 310). Anche lui come Cesare, Pompeo e Riccardo e pure Richard e Anna Bolena  combatte e si agita solo per una tomba :
“Et ducibus tantum de funere pugna”(Lucano, Pharsalia, VI, 811) pure i comandanti combattono solo per una tomba. Come noi tutti.
 
Quindi Riccardo ripete il suo verso di morte  A horse!a horse! My kingdom for a horse! (13). Sono le sue ultime parole.
All’ultima scena è premessa la didascalia con la notizia che Riccardo si batte con Richmond e viene ucciso.
 
Bologna 2 luglio 2021 ore 9, 48
giovanni ghiselli
p. s
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