Ingrandiscono o deformano i fatti. Saltano sul carro del vincitore
Taltibio è il prototipo degli araldi. Molti giornalisti di oggi ne sono gli epigoni
Negli Eraclidi del 430il coro dei vecchi ateniesi afferma che gli araldi ingrandiscono quanto è accaduto raddoppiandolo e innalzandolo come una torre (pa`si khvruxi novmo~ di;~ tovsa purgou`n, v. 293).
Si tratta dell’araldo di Euristeo che ha minacciato Demofonte il re di Atene il quale lo ha cacciato.
Cassandra, nelle Troiane , introduce un discorso diretto a Taltibio[1] iniziando con queste parole :" davvero è tremendo il servo (h\/ deino;~ oj lavtri~).
Perché mai hanno questo nome gli araldi, oggetto di comune odio a tutti i mortali?" (vv.424-425).
Anche nell'Oreste (del 408) l'araldo Taltibio fa una brutta figura nel racconto del messo che riferisce a Elettra i discorsi dell’assemblea di Argo: "Ed ecco si alza Taltibio che con tuo padre saccheggiava i Frigi. E parlò, lui che è da sempre sottoposto ai potenti, doppiamente, mostrava ammirazione per tuo padre, ma non approvava tuo fratello, intrecciando parole buone e cattive e dicendo che il figlio aveva istituito usanze non buone verso i genitori: e sempre rivolgeva occhiate ammiccanti agli amici di Egisto.
Siffatta è questa genia: sul carro di quello che ha buona fortuna, saltano sempre gli araldi: ed è loro amico colui che nella città ha cariche e poteri"(vv. 888-897).
Di nuovo come i giornalisti di oggi, quasi tutti.
Bologna 17 dicembre 2021 ore 9, 11
giovanni ghiselli
p. s
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