NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 26 dicembre 2021

Terenzio, "Adelphoe". 2

Frontespizio miniato del codice medievale terenziano
detto Térence des ducs
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Due tipi diversi di educazione

Atto primo vv. 26-80

 
Due diversi tipi di educazione.
 
Il padre catoniano duro, sposato, campagnolo, severo con il figlio da una parte; dall’altra lo zio filelleno, scapolo, incline alla dolce vita urbana e permissivo con il nipote
 
Micione.
Storace! Non è tornato questa notte dal banchetto Eschino
né alcuno dei servetti che gli erano andati incontro.
Di certo dicono a ragione: se sei fuori da qualche parte
o se fai tardi lì, è meglio che capiti quello
che la moglie dice contro di te, e quello che pensa
adirata, piuttosto che quanto temono i genitori benevoli.31
La moglie, se fai tardi, o pensa che fai l'amore aut te amare cogitat-
o che una lo fa con te aut tete amari o che bevi e indulgi ai desideri
e che solo a te va bene, mentre a lei va male.
Io per il fatto che il figliolo non è tornato, quali accidenti mi immagino e
da quali ansie ora sono reso inquieto! Che si sia raffreddato36 ne aut ille alserit
o sia caduto da qualche parte o si sia rotto
qualche cosa. Vah! se uno deve mettersi in testa o
procurarsi qualche cosa che gli sia più caro di se stesso!
Eppure questo non è figlio mio ma di mio fratello Demea; per giunta Demea
è di carattere a tal punto diverso già fin dalla giovinezza:41
io ho scelto questa comoda vita urbana e tutto il tempo libero per me, ego hanc clementem vitam urbanam atque otium secutus sum
, e, cosa che costoro considerano una fortuna,
una moglie non l'ho mai avuta et, quod fortunatum isti putant, uxorem numquam habui.
 
Il calo dei matrimoni e delle nascite
Evidentemente il problema degli abbienti che non si sposavano e non facevano figli per essere più liberi di vivere la propria vita esisteva a Roma già nel secondo secolo a. C.
Tacito, poi Cassio Dione ne mostrano le conseguenze nell’età di Augusto il quale promulgò le leges Iuliae che dovevano incentivare i matrimoni e costituire un deterrente agli adultèri.
Augusto aveva cercato di reprimere l’adulterio già dilagante e “di moda” , con diverse leggi. La  volontà augustèa di incoraggiare il matrimonio  venne codificata, invano, dalla lex Iulia de adulteriis coercendis, dalla lex Iulia de maritandis ordinibus ( entrambe del 18 a. C.) e  dalla lex Papia Poppaea (  del 9 d. C. ) che, tra l’altro, concedeva agevolazioni fiscali e legali a chi avesse almeno tre figli (ius trium liberorum).
Tacito ci fa sapere che Augusto già piuttosto vecchio (senior) l’aveva ratificata  incitandis caelibum poenis et augendo aerario (Annales 3, 25), per aggravare le pene contro i celibi e per impinguare l’erario
Ma prevaleva il costume di non sposarsi nella classe alta e questa legge non resero più frequenti i matrimoni e le nascite dei figli: praevalida orbitate (III, 25) prevaleva e preponderava il celibato tanto si era affermato il costume di non avere famiglia.
 
Polibio racconta che questo problema era già diffuso nella Grecia del suo tempo (II sec a. C.)
Nel libro XXXVI delle Storie  lo storiografo ricorda la crisi demografica della Grecia, una carenza di bambini e un generale calo di popolazione ("ajpaidiva kai; sullhvbdhn ojliganqrwpiva", XXXVI 17, 5) che hanno rese deserte le città, senza guerre né epidemie. In questo caso non si tratta di interrogare o di supplicare gli dèi poiché la causa del male è evidente: gli uomini si sono volti all'arroganza, all'avidità, all’indifferenza, a non volersi sposare,-tw'n ga;r ajnqrwvpwn eij" ajlazoneivan kai; filocrhmosuvnhn, e[ti de; rJa/qumivan ejktetrammevnwn, kai; mh; boulomevnwn gamei'n- o se si sposavano, a non allevare i figli, tranne uno o due per poterli lasciare nel lusso. Basta poco dunque perché le case restino deserte, e, come succede per uno sciame di api, così anche le città si indeboliscano. Il rimedio è evidente: cambiare l'oggetto dei nostri desideri o fare leggi che costringano a crescere i figli generati. Non occorrono veggenti né operatori di magie!
Nella Roma dove le persone colte tendevano a ellenizzarsi non mancava l’opposizione a questa moda guidata da Catone il censore che in questa commedia può essere ravvisato in Demea.
 
Continua dunque Micione:
 
“lui (Demea)  è contro tutto questo: ille contra haec omnia
passa la vita in campagna, si tratta sempre con parsimonia semper parce ac duriter se habere
e durezza; ha preso moglie uxorem duxit: gli sono nati due
figli; di loro io ho adottato questo più grande come mio;
l'ho educato fin da bambino, l'ho tenuto e amato come mio,
in lui mi compiaccio, ed è la sola cosa che mi sta a cuore.49
solum id est carum mihi
Mi impegno perché lui a sua volta mi consideri nella stessa maniera:
concedo, lascio correre do, praetermitto,  non ritengo necessario che faccia
tutto secondo il mio diritto; infine quello che gli altri fanno
di nascosto dai padri, atti che l'età comporta,
ho abituato il figlio a non nascondermele. 54
Infatti chi avrà preso l'abitudine di mentire o avrà l'ardire
di ingannare il padre, tanto più ce l'avrà con gli altri.
Credo che sia meglio tenere a freno i figli
con il rispetto e con la generosità che con la paura.
In questo differisce un padre da un padrone.
Pudore et liberalitate liberos/retinere satius esse credo quam metu” (57-58)
 
La liberalitas, la generosità di chi è davvero libero, con il pudor, il rispetto di chi sa di essere uomo, sono i valori che trattengono i giovani dal fare il male, dal farsi del male, in modo più efficace del metus secondo Terenzio.
C’è anche la madre padrona.
Clitennestra secondo l'opinione della figlia nell'Elettra[1] di Sofocle: "kaiv s j e[gwge despovtin - h] mhtevr j oujk e[lasson eij" hJma'" nevmw" (597-598) e io ti considero padrona non meno che madre verso di noi.
 
 L’educazione deve liberare il giovane da ogni forma di asservimento: "i tuoi educatori non possono essere niente altro che i tuoi liberatori". Ogni formazione "è liberazione, rimozione di tutte le erbacce, delle macerie, dei vermi che vogliono intaccare i germi delicati delle piante, irradiazione di luce e di calore"[2]
 
Negli Adelphoe è possibile riconoscere Catone in Dèmea e un filelleno colto in Micione
Terenzio fa propaganda alla cultura greca assecondando le direttive degli Scipioni in contrapposizione al tradizionalismo catoniano. Gli Adelphoe , composti nel 160 per il funerale di Emilio Paolo che sconfisse Perseo a Pidna (168) e ne portò a Roma la biblioteca, raffigurano lo scontro fra queste due culture.
 
Su questi princìpi mio fratello non è d'accordo con me: non gli piacciono;
viene da me spesso gridando:"che cosa fai Micione?
perché rovini il nostro ragazzo? perché va a donne?
perché beve? Quor amat?  Quor potat? perché tu gli fornisci il denaro per questi vizi?
e gli dai troppo per il vestire; sei troppo inadatto."63
 
Egli è troppo duro al di là del giusto e del bene,
Nimium ipse est durus praeter aequomque et bonum
e, almeno secondo me, sbaglia di grosso
a credere che sia più serio o stabile il potere
che si stabilisce con la forza di quello che si concilia con l'amicizia.67
Tale è il mio metodo e sono convinto così:
chi fa il suo dovere costretto dalla minaccia,
finché pensa che si verrà a sapere ciò, per tanto tempo sta in guardia;
ma se spera che rimarrà celato, torna di nuovo a fare quello che gli va. 71 si sperat fore clam, rursum ad ingenium redit
Quello che ti concili con la benevolenza, fa il suo dovere spontaneamente,/
desidera contraccambiare quello che ha avuto, in presenza e in assenza sarà la stessa persona praesens absensque idem erit  (75)
Questo è il dovere del padre: abituare il figlio a comportarsi bene/ piuttosto per scelta sua che per paura di un altro: "Hoc patrium est, potius consuefacere filium/sua sponte recte facere, quam alieno metu (74-75)
In questo un padre è diverso da un padrone. Chi non sa fare questo
confessi che non sa avere autorità sui figli hoc pater ac dominus interest. Hoc qui nequit/fateatur nescire imperare liberis (76-77),
Ma è qui proprio questo di cui parlavo? Ma certo, è lui.
Non so perché lo vedo contrariato: suppongo però che al solito
mi farà dei rimproveri credo, iam ut solet iurgabit
 
Mi fa piacere che tu sia qui in buona salute, Demea. 80

 
Bologna 26 dicembre 2021 ore 12, 03
giovanni ghiselli
p. s.
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[1]  Intorno al 415 a. C.
[2] F. Nietzsche, Considerazioni inattuali III, Schopenhauer come educatore, capitolo 1.

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