lunedì 27 dicembre 2021

Terenzio, "Adelphoe". 5

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II, 2- 209-253. Temporeggiatori e usurai

 
Syro altro schiavo di Eschino, Sannione lenone
Siro parla rivolto all’interno dove c’è Eschino
 
Taci, ora mi incontrerò io con lui: glieli farò prendere più che volentieri e anzi
gli farò dire che ci si è comportati bene con lui.
 
Quindi si volge a Sannione: “Cos'è  questa storia, Sannione che sento dire che tu
hai avuto non so quale controversia con il padrone?
 
Sannione.
Non ho mai visto una controversia
regolata in modo più iniquo di quella odierna tra noi:
io buscando bastonate, lui bastonando, finché siamo crollati tutti e due.
 
Siro.
Colpa tua.
 
Sannione.
Che cosa avrei dovuto fare?
 
Siro.
Sarebbe stato opportuno accondiscendere ai desideri del giovane.
 
Sannione.
Come avrei potuto meglio, io che oggi gli ho offerto continuamente la guancia?215
 
 Siro
Avanti, sai cosa dico: 215
a volte non tener conto del denaro al momento opportuno costituisce il profitto più grande.
Pecuniam in loco negligere naximum interdumst lucrum. 216
 Il servo ha imparato dal padrone che il lucrum è il bene più grande e per esso è bene rinunciare anche ai propri diritti .
 Diamine
hai temuto metuisti che se ora tu avessi ceduto un pochino dei tuoi diritti e
fossi stato compiacente con il giovane, uomo stupidissimo tra gli uomini, non ti  avrebbe reso il favore con l'usura? Ne non tibi istuc faeneraret 219
 
L’usura è l’altro grande valore degli optimates
A Roma il popolo se ne doleva già all’inizio del V secolo
Il popolo riteneva già allora di subire vessazioni uJpo; tw'n daneistw'n (Plutarco, Vita di Coriolano, 5, 2) da parte degli usurai.
 
 Nel Coriolano di Shakespeare un cittadino dice a Menenio Agrippa che i patrizi  make edicts for usury,-to support usurers I, 1) fanno editti  contro l’usura a vantaggio degli usurai. Se le guerre non ci mangiano vivi, lo faranno loro, e questo è tutto il bene che ci vogliono.
  
 Sannione
Io non compro la speranza con i soldi.
  
Syro
Non combinerai mai un affare: va' là: non sai adescare gli uomini, Sannione.220
 
Sannione
Credo che questo sia meglio; ma io non sono mai stato tanto furbo
da non preferire portar via tutto quello che potevo piuttosto lì per lì in praesentia-
 
ll beneficio del tempo può essere colto con l’attesa.
Si pensi ai comandanti temporeggiatori
 
Cicerone è un ammiratore di Quinto Fabio Massimo. L’oratore cita questi esametri degli Annales di Ennio che raccontavano la storia di Roma dalle origini al 178 a. C. Molto meglio degli Spartani Callicratida che perse la battaglia delle Arginuse (405), e di Cleombroto che perse quella di Leuttra (371) fu Fabio: “Quanto Q. Maximus melius! De quo Ennius:
unus homo nobis cunctando restituit rem.
Non enim rumores ponebat ante salutem.
Ergo postque magisque viri nunc gloria claret” (De officiis, I, 84).
 
Tolstoj presenta molto positivamente il temporeggiare di Kutuzov che ebbe del resto non pochi denigratori: “ Proprio lui, il temporeggiatore Kutuzov, il cui motto è pazienza e tempo, il nemico delle azioni decisive, dà battaglia a Borodino…Questa figura semplice, modesta, e perciò veramente grande, non poteva essere calata nella falsa forma dell’eroe europeo, presunto condottiero di uomini, che la storia ha inventato. Per il lacchè non può esistere un grand’uomo, poiché il lacchè ha un concetto tutto suo della grandezza”[1].
Kutuzov "sapeva che non bisogna cogliere la mela finché è verde. Cadrà da sé quando sarà matura, ma se la cogli verde, rovinerai la mela e l'albero e ti si allegheranno i denti"( Guerra e pace, p.1541).
 
Siro.
Via, conosco il tuo carattere: come se da qualche parte ci fossero già le venti mine per te
purché tu gli faccia un piacere; del resto dicono che tu sia in partenza per Cipro….
 
Sannio
Hai!
 
Syro
…Che tu hai acquistato un blocco di molti articoli di qua da portare là, che hai preso a nolo una nave: per questo, lo so,
sei incerto. Quando, come spero, sarai tornato di là, però, concluderai l'affare.
 
Sannione
Non farò un passo!  (Tra sé) Sono rovinato per Ercole: con questa speranza quelli hanno iniziato quest'affare.
 
Siro (tra sé)
Ha paura;
gli ho messo dentro  una piccola pietra appuntita- inieci scrupulum homini  metaforico per preoccupazione
 
Sannione
O che brutto colpo: guarda là
come mi ha colpito proprio nella giuntura ut in ipso articolo oppressit . Donne comprate parecchie emptae mulieres complures
 e altra mercanzia del genere che di qui porto a Cipro.230
Se non vado là per il mercato, è il danno più grosso.
Nisi eo ad mercatum venio, damnum maxumumst
Il dio mercato era già sugli altari.
Ora se lascio perdere questo affare-, quando sarò tornato di là mi troverò davanti al fatto compiuto;
 niente da fare; la  questione si sarà raffreddata- refrixerit res
."Ora soltanto vieni?
Perché hai lasciato correre? Dov'eri?".  Al punto che è meglio darla per persa
che rimanere qui tanto a lungo o intentare la causa allora.235
 
Siro
Hai già calcolato quanto pensi che ti verrà indietro?
 
Sannione
E' questo degno di lui? Eschino che intraprende quest'azione bella,
 e pretende di portarmela via con la prepotenza! Per oppressionem
 
Siro
(Tra sé) Vacilla. A Sannione:  “ho solo questa proposta. Vedi se ti va abbastanza bene:
piuttosto che correre il rischio, Sannione,240
di salvare o perdere tutto, fai a mezzo;
dieci mine le racimolerà da qualche parte.
 
Sannione.
Ahimé,
ora non sono sicuro nemmeno del fatto mio, disgraziato?
Non si vergogna di niente? Mi ha buttato giù tutti i denti,
inoltre a furia di pugni la mia testa è tutta un bernoccolo tuber est totum caput:
e per giunta vuole anche togliermi la roba? Non vado da nessuna parte Nusquam abeo (246).
 
Syro
Come preferisci. Vuoi qualche cosa prima che me ne vada?
 
Sannione
Anzi, per Ercole, ti prego di questo, Siro:
comunque sia andata la storia, piuttosto che seguire le vie legali,
almeno mi si renda quanto mi è costata, Siro.
So che prima di ora tu non hai fatto uso della mia amicizia:
ma poi dirai che io ricordo con gratitudine.251
 
Syro
Lo farò senz'altro. Ma vedo Ctesifone: è contento
per l'amica.
 
Sannione
Che mi dici di quello che ti chiedo?
 
Syro
Aspetta un po’. paulisper mane (253)



 
Bologna 27 dicembre 2021 ore 11, 47
giovanni ghiselli

p. s
dopo due giorni e mezzo di fame per penuria di tutto dovuta alla chiusura dei negozi, andrò a fare la spesa non certo per cenoneggiare ma solo per nutrirmi aggiungendo qualche cosa alle carote e a un rimasuglio di spaghetti di questi giorni. Credo che sia una barbarie chiudere gli alimentari dalle 19 del 24 dicembre alla mattina del 27.
Andai alla Conad il 24 alle 19, 40 e la trovai chiusa - gli altri sabati chiudeva alle 21.
Feci una corsa disperata fino alla Esselunga: arrivai alle 20 e stavano chiudendo, quindi, con spietatezza efferata, non mi fecero entrare.
Feci un ultimo tentativo alla Pam e lì perfino le saracinesche erano abbassate.
In casa avevo un barattolino di acciughe scadute una confezione di spaghetti rancidi e già consumati per due terzi, una confezione di carote e mezza birra svanita.
Centellinando questi mezzi di sopravvivenza non solo sono sopravvissuto ma ho lavorato più del solito. Ho convertito il male nel bene. Tuttavia ribadisco che chiudere gli alimentari per due giorni e mezzo è una barbarie.
 
 


[1] Guerra e pace, pp. 1630-1631.

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