Nell’ultimo numero dell’Espresso, quello di oggi 5 dicembre 2021, nella pagina 98 leggo un pezzo dell’impagabile Michela Murgia a proposito della volgare molestia subita da Greta Beccaglia.
Ignobile gesto, certo, e condannabile dal punto di vista del buon gusto, della cultura, dell’opportunità, della civiltà insomma.
Oltretutto è il segno non solo della sua rozzezza bestiale dell’uomo ma anche della sua incapacità di fondo, in tutti i campi.
Questo penso, e credo che il molestatore debba subire una punizione con tanto di rieducazione. Non l’ergastolo né decenni galera né il taglio della mano o dei testicoli però.
Detto questo voglio aggiungere che questo episodio non va minimizzato ma non deve nemmeno servire a minimizzare i morti sul lavoro o i pedoni femmine e maschi e i ciclisti e le cicliste ammazzate e ammazzati sulle strade da automobili e da motociclette. Da piloti spesso drogati o ubriachi e quasi sempre impuniti.
Tale minimizzazione di queste migliaia di uccisioni fa l’impagabile sopraddetta scrivendo “Fior di editorialista diranno che stai sollevando un polverone per nulla, che i veri problemi sono altri e che sarà mai una pacca sul sedere a fronte delle decine di morti sul lavoro”.
Le migliaia di morti-non solo decine, egregia signora- sul lavoro e sulle strade sono problemi seri, e oso dire più gravi e più frequenti della pacca sul sedere.
Parole tanto contrarie alla classe lavoratrice non le dicono nemmeno i peggiori antidemocratici. Spero che molti tra quanti mi leggono approvino le mie parole di condanna del gesto volgare e violento subito dalla donna e pure la condanna della insensibilità di questa giornalista che denuncia la “minimizzazione” del gestaccio brutale, mentre minimizza violenze efferate foriere di morti cruente che lasciano intere famiglie, migliaia di persone, nella desolazione di sicuro, probabilmente anche nella miseria.
Vergogna!
Bologna 5 dicembre 2021 ore 21, 23
p. s.
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