lunedì 13 dicembre 2021

Plauto Aulularia. Atto quarto scena ottava.


 

Strobilo solo con la pentola tra le braccia.

La cosa più segretamente temuta accade sempre.

Il burlone che ha rovesciato le date dell’inizio delle stagioni (T. Mann)

 

Il servo esulta: si sente ricco più dei Grifi che abitavano le cime dei monti Rifei ricchi d’oro e dei piccoli re chiamati hominum mendicabula pezzenti tra gli uomini (703). Quindi si identifica con Filippo II di Macedonia che sottomise i Greci.

Racconta che, arrivato nel boschetto di Silvano prima di Euclione, si era appostato sopra un albero. Il servo scimmia.

Di lì aspettava di vedere dove il vecchio nascondesse l’oro.

Quando Euclione fu andato via, continua il servo, io mi calo giù dall’albero- ubi ille abiit, ego me deorsum duco de arbore (708), sempre più scimmiesco, quindi exfodio aulam auri plenum; inde exeo ilico (709), dissotterro la pentola piena di oro, e subito dopo me ne vado.

 

Euclione è stato presentato come un maniaco e un pazzo ma i fatti gli hanno dato ragione. Le sue precauzioni non erano eccessive, bensì, piuttosto, insufficienti.

Ho assimilato la paura di Euclione di essere derubato alla gelosia. Per mia esperienza anche questa non rode mai il cervello senza motivo.  Il rimedio è pensare della gelosia quello che Epicuro consiglia di pensare sulla morte. La gelosia non riguarda l’amore: finché c’è questo, non c’è tradimento né può esserci la gelosia, quando non c’è più l’amore non può più esserci il tradimento.

 In conclusione: non dobbiamo amare chi non ci ama

“La cosa più segretamente temuta accade sempre”, scrisse Cesare Pavese il 18 agosto 1950. Le ultime parole che si leggono nel suo diario sono: “Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più” (Il mestiere di vivere). Quindi si uccise.

 

Un altro rimedio all’infelicità è quello suggerito da Epitteto il quale dice che non dobbiamo far dipendere la nostra felicità da altre persone. “Chi vuole essere libero non desideri e non rifugga nulla di ciò che dipende da altri, altrimenti servire è una necessità eij de; mhv, douleuvein ajnavgkh (Manuale, 14)

Epitteto suggerisce anche questo “ricorda che sei uJpokrith;" dravmato"  attore di un dramma ma non ne sei il regista. Tu devi recitare bene il ruolo assegnato e scelto da un altro (Manuale, 17).

 

Ora però concludiamo la lettura di questa scena.

Strobilo vede il vecchio che sta tornando indietro. Il servo si nasconde poi va a nascodere la pentola in casa. Tutto è nascosto. Non c’è ajlhvqeia che è “non latenza”.

 

Bologna 13 dicembre, santa Lucia.

Un giorno bello perché la luce di pomeriggio non si scema più e presto, anzi, crescerà. Stiamo superando la parte più triste dell’inverno. Nella mia testa di amante della luce, il 21 dicembre non inizia l’inverno, bensì la primavera anche se quanti non guardano il cielo sostengono il contrario.

Thomas Mann lo guardava con attenzione come fanno tutti i figli della luce: Hans spiega al cugino la beffa per cui dal 21 dicembre le giornate si allungano e si parla di principio dell’inverno e al contrario il 21 giugno si parla di inizio dell’estate mentre si va verso l’inverno. “E’ come se un burlone avesse arrangiato le cose in modo da far cominciare la primavera all’inizio dell’inverno. Veniamo menati per il naso e presi letteralmente in giro”

La montagna incantata, VI Ancora qualcuno, p. 547.   

 

Giovanni ghiselli ore 11, 53

p. s.

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