mercoledì 15 dicembre 2021

L'intervista

L’intervista

 Briatore

“Ora la Dolce Vita

sarà la mia pizza

in via Veneto” (“la Repubblica” di oggi 15 dicembre, pagina 23)

Questo il titolo. Il film di Fellini fu un tristo annunzio di futuri danni, il presagio di una catastrofe di cui del resto il regista e molti suoi osannatori si compiacevano.

Ora il signor Briatore vuole ripristinare tale decadenza della cultura, del gusto, della morale.

Riferisco solo un paio di domande del cronista Marco Mensurati con le risposte del signore nominato sopra.

Una pizzeria in via Veneto

“Esatto anche se parlare di pizzeria non è corretto. E’ molto, molto di più”

Come le è venuta in mente l’idea?”

Questa estate avevamo aperto il primo Crazy Pizza d’Italia a Porto Cervo, un business stagionale che però è andato molto bene. Così abbiamo pensato di replicarlo a Roma e a Milano”.

Perché non le piace che si dica che è una pizzeria?”  

“Vede, la pizza è uno street product, di solito te la portano su tavoli spogli o non apparecchiati, te la buttano là con un servizio approssimativo, roba che non ti invoglia a rimanere nel locale. Noi abbiamo pensato di fare una pizzeria branché. Serviamo ottime pizze, in un posto elegante, con un servizio impeccabile. La pizza è un prodotto importante, ma è presentato in modo cheap, noi gli abbiamo reato intorno un enviroment diverso”

Un ambiente messo insieme da un personaggio del genere che incarna il cattivo gusto non può essere elegante. La moda evocata dalla parola francese è da associare alla morte come fece Leopardi

Il basso prezzo spregiato viene spesso vituperato dalla volgarità dei pezzenti mentali. Ne ho conosciuti diversi. Costui ne è il portavoce.

Voglio fare una pubblicità negativa, anzi una antipubblicità poiché negativa lo è comunque, anche quando “consiglia gli acquisti”.

Suggerisco ai miei lettori di non mettere piede nei locali di siffatta persona. Molto meglio mangiarsi un panino seduti su un muretto riscaldato dal sole e attraversato dalle lucertole o anche “su tavoli spogli o non apparecchiati” che assecondare questo progetto di monumento alla cafoneria.

giovanni ghiselli

 

 

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