Plauto Amphitruo Atto III Scena seconda.
Alcmena parla da sola e dice al pubblico che non sopporterà più la calunnia: se Anfitrione non le chiederà scusa, lo pianterà deseram (888)
Giove è già arrivato in veste di Anfitrione e l’ha sentita. E’ a modo suo pentito della confusione dolorosa che ha creato e vuole rimediare. Non faccio citazioni siccome non vedo espressioni efficaci.
Alcmena lo scorge, crede di nuovo di vedere il proprio sposo, e dice Sed eccum video, qui me miseram arguit-stupri, dedecoris (896-897), ma ecco vedo quello che vuole dimostrare la mia colpa di impudicizia e indegnità.
Allude alla scenata che le ha fatto il marito scimunito alla fine dell’atto precedente.
Ho citato questa battuta per commentare il verbo arguo e il vocabolo argumentum.
I topoi o loci sono argomenti utilizzabili in molte occorrenze e necessità Nel De inventione[1] il giovane Cicerone aveva definito i loci communes: "argumenta quae transferri in multas causas possunt" (2, 48), argomenti che si possono utilizzare per molte cause. Sono strumenti del parlare e dello scrivere.
Sul vocabolo argumentum aggiungo una riflessione di Bettini:"Argumentum è qualcosa che realizza il processo dell'arguere, produce quella rivelazione che il verbo implica…Una buona via per scendere più in profondità nel significato di queste parole è costituita dagli usi dell'aggettivo argutus che ad arguo è ugualmente correlato. In molti casi infatti l'aggettivo argutus indica ciò che va a colpire i sensi con particolare forza[2] (…) Parole come arguo, argumentum, argutus, non possono che ricollegarsi a una forma *argus che significa "chiarità" o "chiarezza". Si tratta infatti della stessa radice *arg- che ritroviamo nel greco ajrgov" "chiaro, brillante" e nell'ittita hargi " chiaro, bianco". In latino, da questa stessa radice derivano anche argentum (metallo brillante) argilla "("terra bianca")"[3]. Quindi argumentari latino e argomentare italiano, discutere portando argomenti a sostegno.
Possiamo anche ricordare il verbo inglese to argue, “discutere” e “provare”.
“Late L. argutare (L. argutari ) frequent. of arguere, to prove by argument, lit. to make clear; cf. argutus, clear”[4]
giovanni ghiselli
[1] Trattato in due libri, dell'84 a. C.
[2] Cfr. Thesaurus linguae latinae, II, 557, 48 sgg,
[3] M. Bettini, Le orecchie di Hermes, p. 297 e p. 299.
[4] Voce Argue in
A CONCISE ETYMOLOGICAL DICTIONARY
OF THE
ENGLISH LANGUAGE
BY THE REV.
WALTER W. SKEAT
NEW AND CORRECTED IMPRESSION (1984)
First impression 1882
OXFORD
AT THE CLAREDON PRESS
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