Sono tre giorni che Il tasso di positività cresce , ma la televioine non lo dice. Anzi, si innalzano canti trionfali sulla fine della pandemia e la gente si affolla sempre di più credendo che comprare e vendere sia libertà e sia felicità.
Invero si rischiano nuove chiusure. Ma l’imperativo del mercato oramai interiorizzato dai più è che si deve vendere e si deve comprare. Per vendere quindici biglietti si sono provocati 14 morti.
Ma si deve continuare a vendere e a comprare: pasti e cene al ristorante, posti negli alberghi, affitti di camere, ombrelloni, biglietti per entrare nell’inferno buio e assordante delle discoteche.
Disse bene Bernardo Bertolucci che girava un film sulla
Cina: aveva scelto quel paese perché qui in Occidente gli unici valori rimasti sono
vendere e comprare. Già allora chi aveva sensibilità avvertiva il pericolo di
tale deriva.
Propongo ai miei lettori un personaggio di Thomas Mann che ha suscitato la mia
simpatia: il conte Eberhard Mölln il quale “aveva
esposto per parecchio tempo sull’umile porta di casa un cartello che diceva: “Qui
abita il conte Mölln. E’ solo, non ha bisogno di nulla, non compera
nulla e non ha niente da regalare” Quando il cartello ebbe fatto il suo effetto
e nessuno veniva più a importunarlo, il conte l’aveva tolto” (I Buddenbrook, parte VIII, capitolo 7).
Bologna 27 maggio 2021 ore 19, 46. Ora vado in bicicletta, senza denaro in tasca.
giovanni ghiselli
p. s
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