Un altro quesito cui rispondo subito con una risposta che mi attirerà l’antipatia dei cinofili.
Perché l’uomo è tanto amico del cane quando ci sono tanti animali più belli, più eleganti e intelligenti di questo? A partire dal gatto che mi fa pensare alle donne, alle femmine umane che non imitano i maschi.
Perché il cane è, appunto, la bestia più simile all’uomo, al maschio bruto: stupido, chiassoso, incline alla cagnara, come non per caso si dice e alla rissa.
Ieri ho visto il film su D’Annunzio, un lavoro appena sufficiente, a parte Castellitto che è bravo. Tra l’altro è l’unico che recita articolando umanamente e comprensibilmente le parole.
Il paradigma canino, l’esemplarità che una volta veniva attribuita agli eroi, ai santi, ai poeti e agli artisti in genere, ora viene assegnata agli animali e la maggior parte delle persone parla senza articolare, biascicando in maniera o urlando in modo tale che le parole non siano distinguibili.
Andando al cinema Roma di via Fondazza, ieri sera sulle 20, ho attaversato via Zamboni e via Rizzoli. Era difficile passarvi senza urti tanto quelle strade erano affollate di gente spesso urlante e senza mascherina. Prevedo che presto il tasso di positività tornerà a crescere. Spero di sbagliarmi perché vorrei tornare al cinema, anche se oramai devo accontentami delle immagini siccome molte parole sono pronunciate talmente male e in fretta che non si distinguono più le une dalle altre.
Però al cine voglio andarci perché sono cinofilo non sono, ma cinefilo sì.
Uscito dal cinema, sotto il portico di Strada Maggiore ho dovuto subire il rumore fragoroso e fastidioso di un cagnaccio che abbaiava così forte da assordare, stuzzicato da un gruppo di uomini più cretini di lui che echeggiavano i latrati urlando.
Ho cercato di parlare con un’amica ma il chiasso dei bruti me l’ha impedito
Bologna 23 maggio 2021 ore 12, 2
giovanni ghiselli
p.s
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