giovedì 20 maggio 2021

La vacanza sciistica a Moena nel marzo del 1981. 1

La sosta a Cittadella. Il rimuginare implacabile

 

Alla fine di febbraio presi dieci giorni di congedo per il mio raffeddore da fieno e partii per Moena. Mi fermai a Cittadella per salutare Luciana. Faceva freddo e pioveva. Entrammo in un’osteria per parlare. Quando le dissi che avevo scritto un dramma sulla scuola corrotta mi incoraggiò.

“Da te me l’aspettavo - disse - Tu senti la necessità di dare immagini e vita ai tuoi fantasmi, alle visioni mentali che ricavi dalle esperienze e dalle letture. Per te sono più reali dei fatti poiché ne contengono il succo, le quintessenze”.

Tra il 1969 e il 1972 era stata la più intelligente tra i miei allievi della scuola media. L’avevo incoraggiata a studiare. Stava laureandosi in architettura.

Le dissi che il mio scopo era politico: volevo cambiare i gusti della gente traviata dalle mode sfacciate, brutte e immorali.

Rispose che quando insegnavo nella scuola di Carmignano, tra i 25 e i 30 anni ci ero riuscito; superati i 35 potevo farlo in un liceo di città; a 50 nell’intera nazione. Accipio omen le dissi, grato dell’auspicio.

Partii rinfrancato. Ifigenia non aveva più tanta fiducia nel mio genio. Del resto non aveva mai avuto la sensibilità né l’intelligenza né l’onestà di Luciana.

Arrivai all’hotel La campagnola di Moena all’ora di cena. Mangiai in fretta perché volevo fare una camminata fino alla Malga Panna sull’altro lato della valle di Fassa, ma dovetti rinunciare siccome pioveva a dirotto.

“Non smetterà mai, mai” ripetei. Lo dice Ludwig nel film di Visconti che avevo visto con Ifigenia un paio di giorni prima della partenza. Mi aveva fortemente impressionato, quasi segnato. Il re in quella scena osservava le nuvole acquose e le gocce che rigavano una finestra della stanza dove l’avevano imprigionato dopo averlo marchiato come demente.

Andato a letto, mi dissi: “questa è la terza volta che arrivo a Moena senza Ifigenia da quando ci frequentiamo. La prima volta mi angosciava il pensiero della sua fedeltà malsicura, la seconda quello della sua verginità e situazione socioeconomica, requisiti non sufficienti per essere accettata dalla mia famiglia, questa volta ammetto solo questioni di amore e di arte, non di imene o di soldi”.

Il primo marzo andai a sciare sulle piste del Lusia. Pensavo a Ifigenia. Quella donna mi aveva spinto ad agire per migliorarmi nel corpo e nello spirito. Mi aveva indotto a scalare montagne, a correre i 5000 metri in 18 minuti e 25 secondi, mi aveva incoraggiato a scrivere, insomma mi aveva aiutato a vincere le gare cui tenevo come se fossero davvero olimpiche. Per giunta mi aveva invogliato a fare l’amore con lei innumerevoli volte. Perciò dovevo levarmi di dosso la mala educazione della pretaglia sedicente cristiana che già aveva reso malato Ludwig inoculandogli il germe patogene del senso di colpa che il principe, manipolato fin da bambino, sentiva per il suo desiderio ardente di baci e carezze.

Ifigenia negli ultimi giorni mi aveva teso una mano e io non dovevo tirare indietro la mia. La crisi che stavo attraversando non era cosa soltanto cattiva  perché mi induceva a riflettere. Era già tempo però di porre fine al mio implacabile rimuginare per tornare a vivere meglio, possibilmente con l’ottimismo e la gioia dei primi mesi del nostro amore.

All’ora di cena  telefonai riferendole questo pensiero. Sembrava disposta bene anche lei.


Bologna 20 maggio 2021 ore 18, 30

giovanni ghiselli


p. s

Statistiche del blog

Sempre1132779

Oggi487

Ieri520

Questo mese10397

Il mese scorso13471

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLV In piscina con Giulia. Fedeltà o tradimento? Questo è il problema.

  Il pomeriggio   del 9 agosto andai in piscina con la bella ragazza serba. Giulia era formosa e venusta in qualunque modo fosse vesti...