La parola è un’arma a doppio taglio. L’assassino uccide anche il proprio sonno
La duchessa di York, madre di Riccardo, maledice il proprio ventre, letto di morte-O my accursed womb, the bed of death che ha portato al mondo un basilisco il cui occhio inevitabile è assassino (IV, 1-53-55)
Nel nono libro della Pharsalia di Lucano trovo una descrizione del basiliscus -basivlisko", il reuccio dei serpenti- il quale sibila effundens cunctas terrentia pestes (724) emette sibili che atterriscono tutti gli altri portatori di morte, ante venena nocens (725) nuoce ancora prima del veleno, late sibi summovet omne-vulgus et in vacua regnat basiliscus harena (725-726), si fa largo spazio tra ogni folla e regna sulla sabbia desolata.
Un soldato di Catone, Murro, trafigge un basilisco con la lancia ma il veleno risale lungo l’arma invaditque manum (VIII, 830). Il soldato la taglia poi la guarda morire staccata dal braccio
Ricordo vagamente che nei primi anni Sessanta la regista Wertmüller fece un film intitolato I basilischi.
Anne si augura di morire unta con veleno mortale prima che qualcuno possa dire God save the queen (61-62)m Dio salvi la regina.
Quando il re è infernale, non c’è salvezza per nessuno.
Quindi Anne rievoca la scena della popria seduzione stupidamente avvenuta quando Riccardo, pur da lei aborrito per l’assassinio dell’ angelico marito, tuttavia riuscì a far cadere il cuore di donna pigioniero delle sue parole mielate-captive to his honey words L. verbum- (79)
La parola è un'arma potentissima, e dal doppio taglio.
Sentiamo Gorgia:"lovgo" dunavsth" mevga" ejstivn, o{" smikrotavtw/ swvmati kai; ajfanestavtw/ qeiovtata e[rga ajpotelei' "[1], la parola è un gran signore che, con un corpo piccolissimo e invisibile, compie opere assolutamente sovrumane.
Queste opere possono essere divine ma anche diaboliche.
L'apostolo Giacomo mette in rilievo la parte direttiva del parlare come aveva fatto l'Odisseo del Filottete:" se uno non inciampa nel parlare, questo è un uomo perfetto (tevleio" ajnhvr), capace di guidare tutto il corpo. La lingua dunque è un piccolo membro e si vanta di grandi cose (mikro;n mevlo" kai; megavvla aujcei'). Eppure essa è un fuoco, è il mondo dell'iniquità (oJ kovsmo" th'" ajdikiva" ) e contamina tutto il corpo e incendia la ruota della nascita e trae la sua fiamma dalla Gehenna (kai; flogizomevnh uJpo; th'" geevnnh") … Ogni specie di fiere e di uccelli e rettili e animali marini si doma ed è stata domata dalla razza umana, ma la lingua nessuno degli uomini può domarla, è un male inquieto, pieno di veleno mortifero (Epistola di Giacomo, 3, 2-8). La mancanza della lingua è un grave handicap, ma la lingua ingannevole produce il male e la morte.
Lo scita Anacarsi che andò ad Atene nel 591 e fu ospite e amico di Solone, interrogato che cosa fosse insieme bene e male per gli uomini, rispose “la lingua”[2].
Anne prima di cedere imprecò contro la donna che Riccardo avrebbe sposato, quindi tali imprecaziono sono cadute su lei stessa poiché nel letto di Riccardo non ha ancora goduto per un’ora dell’aurea rugiada del sonno-“for never yet one hour in his bed –did I enjoy the golden dew of sleep” (82-83) in quanto svegliata dai suoi sogni atterriti.
Il tiranno criminale uccide il sonno
“Invece del sonno stilla davanti al cuore
un’angoscia memore delle sciagure” (Eschilo, Agamennone, 179-180)
Nel Macbeth l’assassino del re crede di sentire una voce che grida (II, 2): «Sleep no more! Macbeth does murder sleep», “non dormire più, Macbeth uccide il sonno”, «The death of each day’s life, sore labour’s bath, balm of hurt minds», “la morte di ciascun giorno della vita, bagno ristoratore dei travagli della vita, balsamo per le anime afflitte”.
Bologna 22 maggio 2021 ore 10, 40
giovanni ghiselli
p. s
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[1] Gorgia, Encomio di Elena, fr. B11 Diels-Kranz.
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