Euclione va verso casa e vede un corvo che gracchia alla sua sinistra. Nello stesso tempo l’uccello raschiava la terra con le zampe e faceva il suo verso- semul radebat pedibus terram et voce croccibat sua 625
L’avaro è orientato male ossia è rivolto al male e interpreta negativamente ogni cosa. La provenienza dei segni da sinistra è ambivalente: in Ovidio, Fasti, 4, 833 è un fatto positivo; in Lucano Pharsalia, 7, 437 è negativo.
L’avaro ne è spaventato: continuo meum cor coepit artem facere ludicram (626) subito il cuore ha cominciato a saltare come un ballerino. Atque in pectus emicare e a sbattere contro il petto. Sed ego cesso currere? (627) Ma io smetto di correre?
Degli auspici tratti dagli uccelli ho già detto
Ripeto Ammiano Marcellino e aggiungo altri autori
L’imperatore Giuliano era un attento osservatore di tale segno. Ammiano Marcellino commenta questa attenzione scrivendo che gli auspici si traggono dagli uccelli non perché loro conoscano il futuro sed volatus avium dirĭgit deus (21, 1, 9).
Ennio negli Annales racconta che Romolo e Remo scrutavano il cielo e attendevano segni dagli uccelli per sapere "uter esset induperator " (v. 78 Skutsch), chi dei due sarebbe stato il capo. Romolo, come si sa, ebbe l'auspicio favorevole:"et simul ex alto longe pulcerruma praepes/laeva volavit avis: simul aureus exoritur sol./Cedunt de caelo ter quattuor corpora sancta/avium, praepetibus sese pulcrisque locis dant./ Conspicit inde sibi data Romulus esse priora, auspicio regni stabilita scamna solumque ", vv. 86-91, e subito dall'alto un uccello, di gran lunga il più bello, di buon augurio, si mostrò in volo sulla sinistra: subito sorge il sole d'oro. Scendono dal cielo tre volte quattro corpi santi di uccelli, e si dirigono a luoghi fausti e belli. Quindi Romolo vede che l'auspicio ha dato a lui la supremazia, assegnandogli il trono e il dominio del regno.
Tito Livio racconta che Remo ebbe il segno per primo ma vide solo sex vultures sei avvoltoi, mentre poco dopo a Romolo apparve duplex numerus (Storie, I, 7, 1) 12 come negli Annales di Ennio. Abbiamo già detto che la storia nasce dalla poesia
Tacito nota che pure tra i Germani è noto il famoso uso di interrogare le voci e i voli degli uccelli (Germania, "Et illud quidem etiam hic notum, avium voces volatusque interrogare ", 10, 2).
Un uccello di cattivo augurio è la civetta in Nietzsche:"Un tempo agognavo auspici di felicità: e voi mi faceste attraversare la strada da una civetta mostruosa e ributtante"[1].
Teofrasto (371-287) fu il successore di Aristotele nella direzione della scuola peripatetica, dal quale ricavò una buona preparazione filosofica e forse alcuni suggerimenti dai Caratteri , trenta schizzi di tipi umani, ciascuno con una inclinazione predominante: la rusticità, l'adulazione, la superstizione, la diffidenza; abbiamo menzionato questi quattro titoli non a caso ma perché corrispondono ad altrettanti protagonisti di commedie di Menandro il cui debito del resto non va molto oltre la denominazione, siccome nel poeta i caratteri hanno uno sviluppo ben più ampio, e poiché l'interesse per la psicologia umana era diffuso nell'epoca tra pensatori di scuole diverse.
Ebbene, Teofrasto ridicolizza il superstizioso deisidaivmwn nel XVI dei suoi Caratteri ( 320 a. C. ca) e definisce la deisidamoniva “deiliva pro;" to; daimovnion”(XVI, 2), viltà di fronte al soprannaturale. Ma il superstizioso non è un malvagio. E’ solo buffo: “se una donnola (galh') gli attraversa la strada non va avanti prima che sia passato un altro di là o prima di avere gettato tre sassi oltre quel tratto di strada (3).
Ho già detto che la commedia latina è debitrice della commedia nuova di Filemone, Difilo e Menandro
Plutarco nota che Alessandro era diventato taracwvde~ kai; perivfobo~ (Vita di Alessandro, 75), incerto e pauroso, da quando si era affidato ai segni divini. Quindi lo storico aggiunge questo commento: se l’incredulità (ajpistiva) e il disprezzo (perifrovnhsi~) nei confronti del divino è terribile (deinovn), terribile d’altra parte è anche la superstizione (deinh; d j au\qi~ hJ deisidaimoniva) che come la pioggia cade sempre sul terreno depresso (divkhn u{dato~ ajei; pro;~ to; tapeinouvmenon, 75, 2).
Bologna 11 dicembre 2021
p. s.
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Ringrazio quanti, non pochi, hanno gradito il link per la conferenza del 2 dicembre a Rovigo. Chi prova interesse per l’antichistica è mi è sorella o fratello nello spirito.
Viceversa quando mi trovo tra persone indifferenti alle lettere che amo, mi sento tra gente straniera, a me estranea.
Ricordo sempre con nostalgia i primi anni Settanta quando passavo il mese di agosto in una università estiva frequentata da ragazze e ragazzi di tutti i paesi non fascisti d’Europa.
Ebbene le citazione dei miei autori affascinavano tutti : dai Finlandesi ai Siciliani, dai Francesi ai Russi. Perfino le Ciuvasse erano attirate.
Non c’erano gli studenti Spagnoli e i Greci, non invitati in Ungheria per via dei loro regimi: Franco e i colonnelli.
Ora noi cultori dei classici siamo rimasti in pochi. Ma io continuo a coltivare le lettere europèe.
Sono sì cedere nescius, come Achille e dunque ouj lhvxw, non cederò, tuttavia non ce la farei a continuare con tanto impegno se non trovassi corrispondenza in voi che mi leggete e mi ascoltate. Quando capito tra gente non interessata a questi studi, non smetto di studiare, bensì cesso di frequentarli.
Saluti
gianni
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