Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
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martedì 7 settembre 2021
Aristofane le Vespe 16. Una dichiarazione di Aristofane al suo pubblico e una mia ai miei lettori.
Filocleone sente w{sper navrkh una specie di torpore che gli invade la mano 713) divenuta incapace di reggere la spada.
Il figlio continua: vi promettono i proventi dell’Eubea nella misura ci cinquanta medimni a testa, poi ve ne danno cinque e tu li hai avuti a stento movli" (718) schivando l’accusa di non avere diritto alla cittadinanza.
Un medimno corrisponde a 52 chili.
Gli Ateniesi erano restìi a concedere e perfino riconoscere la cittadinanza.
Io ti tenevo chiuso volendo nutrirti e perché non ti beffassero questi enfatici parolai bovskein ejqevlwn kai; mh; touvtouς-ejgcavskein soi stomfavzontaς (720-721).
Gli enfatici parolai di questi giorni vogliono abolire o limitare il reddito di cittadinanza che invece andrebbe esteso a tutti i poveri bisognosi.
Anche Platone era contrario a tali sovvenzioni: Socrate nel Gorgia dice che Pericle ha reso gli Ateniesi pigri (ajrgouv~), vili (deilouv~) ciarlieri (lavlou~), amanti del denaro (filarguvrou~), avendo introdotto la misqoforiva (515e).
Si tratta di una modesta retribuzione delle cariche introdotta verso il 457: due oboli al giorno (la paga di un operaio) per gli eliasti (hJliastikovn), e 5 oboli per i buleuti (misqov~). Cleone nel 425 portò a tre oboli la paga dei giudici popolari dell’Eliea (cfr. Aristofane, i Cavalieri, 51).
Il Coro comincia a capire e consiglia il padre di ascoltare quanto dice Bdelicleone il quale promette di dare al babbo quello che giova a un vecchio: polenta da leccare (covndron leivcein) un mantello soffice (clai`nan malakhvn) e una puttana che gli strofinerà il bischero (povrnhn h{tiς to; pevoς trivyei, 739) e i lombi.
Filocleone tace e preoccupa il figlio, ma il coro dice che è rinsavito- nenouqevthken auJtovn, si è corretto riguardo alle faccende per cui era prima impazzito (742).
L’eliasta però rimpiange i processi. Ora vorrebbe processare Cleone
Il figlio gli propone di fare il giudice in casa.
Potrà giudicare la guardiana che ha aperto la porta di nascosto, e la mattina ti sentirai ancora membro dell’Eliea quando giudicherai Elio –hjliavsei pro;" h{lion- (772), se nevica starai seduto accanto al fuoco, se piove rimarrai in casa, e pure se ti svegli a mezzogiorno ka]n e[grh/ meshmbrinov" (774) nessun presidente ti chiuderà i cancelli.
Questo mi piace fa il vecchio- toutiv m j ajrevskei (776)
Rimane la questione del salario: to;n misqo;n oJpovqen lhvyomai (783), da dove lo ptrenderò?
Il figlio non esita: “par j ejmou`”, da me
Il salario (misqovς, 784) glielo darà il lui e non dovrà dividerlo con nessuno.
Il figlio evidentemente era un benestante, uno di quei facoltosi conservatori cui lo stato assistenziale non conveniva.
A me sembra che il vecchio giudice non faccia un buon cambio rinunciando al lavoro che gli piaceva in cambio di tristissime bisbocce con delle puttane e dello stare in casa tutto il giorno senza fare niente mantenuto da un figlio che lo ha tiranneggiato a lungo e avrà maggiori possibilità di farlo ora che gli passa del denaro.
Sono aspetti molto squallidi della vita dei vecchi: l’ozio e le puttane.
Ma si vede che tali degradazioni al pubblico grossolano piacevano e Aristofane voleva compiacere anche questo.
Nelle Ecclesiazuse (392 a. C.) il commediografo inviterà entrambi i tipi di giudici e di pubblico a premiarlo: ai saggi (sofoi`") raccomanda di giudicarlo-krivnein ejmev ricordando le parole sagge-sofw`n memnhmevnoi"- (1155) mentre toi`" gelw`si a quelli inclini alla risata chiede di giudicarlo dia; to;n gevlwn perché li fa ridere (1156)
Anche Aristotele scrive di un doppio pubblico di spettatori: quelli colti, e quelli grossolani, meccanici vili, teti, gentaglia (Politica 1342 a).
Io scrivo ogni giorno che Dio mi concede pensando a più di due tipi di lettori: quelli che amano le opere letterarie commentate in modo intelligente, quelli che gradiscono le storie d’amore raccontate con sensibilità riconoscibile da molti nelle proprie persone, quelli che vogliono trovare commenti politici scritti con onesto realismo e non senza riferimenti tanto alla letteratura quanto alla storia.
Penso che una persona buona e intelligente possa amare ognuno di questi generi e credo che nessuno dei miei tanti lettori appartenga alla categoria dei grossolani. Quelli rozzi, dopo alcuni insulti cui non rispondo, smettono di leggermi.
Giustamente: non è per loro che scrivo.
Pesaro 7 settembre 2021 ore 11, 17
giovanni ghiselli
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