venerdì 17 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XI parte. La dialettica servo-signore in Aristofane

Agostino Carracci, Plutone
PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI  


Scene giambiche e trocaiche  (vv. 460-473)

Dioniso bussa alla casa di Plutone dicendo di essere Eracle. Risponde Eaco e lo aggredisce per il furto di Cerbero perpetrato dall’eroe dorico di cui Dioniso indossa il costume.  Il portiere dell’Ade è arrabbiato e lancia contro il presunto Eracle  una serie di maledizioni menzionando lo Stige, il Cocito, l’Acheronte,  e[cidna ejkatogkevfalo" (473) , echidna, la vipera dalle cento teste,  le Gorgoni.

La  Sfinge è un personaggio cruciale nel mito di Edipo, è una specie di alter ego del protagonista. Nella Teogonia di Esiodo essa è figlia di Echidna: Echidna con Gerione aveva generato Orto, il cane a due teste, poi con Orto genera la Sfinge. Echidna dunque è madre e moglie di Orto e la Sfinge è nata da un incesto come il figlio di Laio e del figlio- marito di Giocasta.

Dunque nell’Ade come già nel caos volteggia un branco di mostri la cui presenza sulla terra è rappresentata da certi uomini e donne dall’aspetto umano ingannevole. Succede pure che si accoppino e generino altri mostri.

 

Dioniso si accascia e se la fa addosso egkevcoda

da ejgcevzw (479), cevzw, caco.

 

 Può essere parodia di ejkkevcutai, kavlei qeovn, la libagione è versata, chiama il dio, formula religiosa dopo le libagioni.

Aristofane punta parecchio sulla scatologia, fin troppo.

E’ il caso della parresia spinta oltre il buon gusto.

 

Dioniso chiede una spugna per il cuore poi porge a Xantia il culo.

Xantia gli chiede ejntau'q j e[ceiς th;n kardivan; (484), ma tu il cuore ce l’hai lì?

Anche questa ajtopiva degli organi è riferibile a non pochi individui della nostra specie

Dioniso risponde che il cuore per la paura gli è sceso in fondo al ventre.

Xantia gli dà del vigliacco, anzi del più vile tra gli dèi e gli uomini - w\ deilovtata qew`n su; kajnqrewvpwn - 486

Il servo disprezza e maltratta il padrone che è pure un dio.

 

Questa situazione è accostabile a quanto leggiamo

nella Costituzione degli Ateniesi pseudosenefontea il dialogante A  biasima la democrazia come prepotenza del popolo,  e sostiene che essa è la conseguenza dell’impero marittimo: la canaglia ha preso il potere e ha reso forte la città o{ti oJ dh'mo;~ ejstin oJ ejlauvnwn ta;~ nau'~ (1, 2), in quanto è il popolo che fa andare le navi.

Si potrebbe anche ricordare  dialettica di servo e signore di Hegel

Avvicino, forse non del tutto  arbitrariamente, questo ribaltamento dei rapporti tra schiavo e padrone   a quanto scrive Hegel nella Fenomenologia dello spirito: “il signore si rapporta alla cosa in guisa mediata, attraverso il servo”; il servo invece “col suo lavoro non fa che trasformarla” . Vero è che attraverso il lavoro del servo e il suo rapporto diretto con la realtà, avviene un rovesciamento dialettico. Secondo Hegel in termini di coscienza. Lavorando il servo giunge alla consapevolezza, alla coscienza di sé e del mondo oggettivo.

La servitù una volta compiuta diventerà il contrario di quello che è immediatamente. Diventata autocoscienza la servitù si trasformerà nel proprio rovescio. Marx utilizzerà questa dialettica servo - signore come chiave di lettura dell’intera storia che è storia di lotta di classi.

 

Dioniso cerca anche di giustificarsi con il servo dicendo che gli ha chiesto la spugna e si è tirato su invece di chinarsi ad annusare come fanno i vigliacchi, e per giunta si è  pulito.

Xantia fa dell’ironia: ajndrei`av g j w\ Povseidon (491) davvero un bel coraggio, o Poseidone.

Bisognerebbe usare questo tipo di repliche invece di rispondere seriamente a chi cerca di prenderci in giro con menzogne evidenti e ridicole.

 Dioniso non capisce o finge di non capire l’ironia mentre coglie la palla al balzo per fare indossare a Xantia il travestimento da Eracle - to; rJovpalon kai; th;n leonth`n (495) la clava e la pelle di leone, visto che è  pericoloso e che il servo non teme il pericolo.

Dioniso in cambio farà il facchino - ejgw; d j e[somai soi skeuofovro" ejn tw`/ mevrei (497). Il servo obbedisce ma torna a rinfacciare al padrone la viltà di cui ha dato prova. Lo chiama Eracle-Xantia per beffeggiarlo.

Dioniso non se la prende, anzi tira su i bagagli - ejgw, ta; strwvmat j ai[rwmai tadiv ( 502)

Lo scambio dialettico si sta realizzando ante Hegel e Marx.

 

Pesaro 17 settembre 2021 ore 18

giovanni ghiselli

 

Statistiche del blog

Sempre1165790

Oggi140

Ieri211

Questo mese3340

Il mese scorso5437

1 commento:

Ifigenia CLVII. Il teatro di legno, la puszta e la csárda

.   Nella O di legno [1] del teatro   dunque l’anno seguente a questo che sto raccontando la mia giovane amante avrebbe pregato. Ch...