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Giambattista Vico afferma che "la storia romana
si cominciò a scrivere da' poeti", e inoltre, utilizzando un passo di
Strabone (I, 2, 6) sulla continuità tra l'epica ed Ecateo: "prima
d'Erodoto, anzi prima d'Ecateo milesio, tutta la storia de' popoli della Grecia
essere stata scritta da' lor poeti".
Un giudizio apprezzato anche da Pavese: "Ciò che
si trova di grande in Vico - oltre il noto - è quel carnale senso che la poesia
nasce da tutta la vita storica; inseparabile da religione, politica, economia;
"popolarescamente" vissuta da tutto un popolo prima di diventare mito
stilizzato, forma mentale di tutta una cultura".
Dioniso consiglia a Euripide di cercare ti tw`n barustavqmwn 1397 qualcosa di molto pesante
Allora Euripide cita dal suo Meleagro: prese con la
destra il legno appesantito dal ferro sidhrobriqe;ς xuvlon 1402.
Una lancia dunque e forse Aristofane vuole significare
che pure Euripide ha cantato la guerra.
Di fatti se essa è maledetta nelle Troiane, viene
invece propugnata caldamente dalla protagonista nell’Ifigenia in Aulide.
Eschilo
risponde con “carro su carro e morto sopra morto” 1403
Dioniso dà ancora la vittoria a Eschilo dicendo:
neppure cento Egizi oud
j eJkato;n Aijguvptioi potrebbero alzare
due carri e due cadaveri.
Erodoto nel
secondo libro delle sua Storie (124) racconta l’immenso lavoro compiuto da
centinaia di migliaia di Egiziani per costruire la piramide di Cheope.
Eschilo propone che sulla bilancia salgano Euripide, i
figli, la moglie con Cefisofonte, e tutti i suoi libri: non basterebbero a
contrappesare un paio dei propri versi.
Dioniso è incerto: uno lo considero bravo, l’altro mi
piace, non vuole essere lui a scegliere - kajgw; me;n autou;" ouj krinw` (1411).
Pensate a quanti si astengono dal voto nelle elezioni
politiche: probabilmente per la ragione contraria a quella di Dioniso: alcuni
partiti o candidati considerano incapaci, altri dispiacciono.
Per fortuna, con la residenza a Pesaro, non dovrò
votare per il prossimo sindaco.
Entra in scena Plutone e spinge Dioniso a scegliere,
anche per dare un senso al suo viaggio che non sarà stato fatto mavthn (1416) inutilmente.
Dioniso allora dice ai due contendenti di essere sceso
agli inferi in cerca di un poeta perché la città si salvi e abbia il suo teatro
- i[n j hj
povli" swqei`sa corou;" a[gh/
(1419).
La salvezza della polis è collegata al teatro perché
il teatro era la scuola del popolo e, come abbiamo detto più volte, quando non
funziona la scuola nulla funziona. Rimane viva solo la ciarla vana degli incompetenti
chiamati alla ribalta magari perché hanno vinto un titolo di mister o di miss.
Verrà riportato sulla terra quello dei due che saprà
dare un consiglio valido alla città. Quindi Dioniso domanda ai due quale
opinione ciascuno abbia su Alcibiade, una figura molto discussa.
Era già stato attaccato da Eupoli nei Battezzatori e
negli Adulatori dove faceva la parte del damerino in casa del ricco Callia.
Dioniso aggiunge hj povli" ga;r dustokei` (1423). La città ha un parto difficile, doloroso con
questo suo figlio.
Alcibiade aveva procurato alcuni beni e non pochi
mali: il danno più grosso la spedizione in Sicilia, da lui voluta nel 415. Poi,
in seguito all’accusa di avere mutilato le Erme e profanato i misteri, era
stato costretto a lasciarla incompiuta e indirizzata al fallimento, quindi era
passato agli Spartani; dopo del tempo, nel 408, era tornato ad Atene risollevandone
temporaneamente le sorti, poi, in seguito alla sconfitta subita da un suo
luogotenente, era andato in esilio e poco dopo i quarantanni era stato ucciso
forse dai fratelli di una ragazza da lui sedotta. Si gettò dalla finestra nel
fuoco appiccato dai fratelli offesi o dai sicari mandati dai suoi nemici
politici.
Vita variopinta assai.
Stava comunque declinando quella sua giovinezza e
follia che sembrava essere oltre i limiti naturali" (hJ ejmh; neovth" kai;
a[noia para; fuvsin dokou'sa ei\nai"
Tucidide, VI, 17) che era stata vantata da lui stesso di fronte al popolo prima
della spedizione in Sicilia.
Viene da pensare che un personaggio come Alcibiade, il
giovane leone allevato in casa dell'altro leone che aveva fatto di Atene la
scuola dell'Ellade , non potesse sopravvivere né alla potenza di Atene né alla
propria giovinezza.
Probabilmente
fu per non sopravvivere agli ultimi bagliori della sua giovinezza, per non
arrivare all'età del Casanova di Arthur Schnitzer il quale "a cinquantatré
anni, quando "il fulgore interiore ed esteriore andava lentamente
spegnendosi" era "spinto a vagare per il mondo non più dal giovanile
piacere dell'avventura, ma dall'inquietudine dell'avanzante vecchiaia" che
Alcibiade volle morire in quell'ultimo fuoco, lanciato per l'ultima volta dall'
Eros fulminatore che si era fatto incidere sullo scudo invece degli stemmi
gentilizi.
Plutone chiede a Dioniso quale sia l’opinione sua e il
dio risponde che Atene sente la mancanza di Alcibiade e lo odia, e comunque
vuole averlo . Vero segno di contraddizione
Poi il dio domanda ai dei due poeti quale sia la loro
opinione.
Euripide risponde: odio il cittadino che si mostra
lento nel giovare alla patria bradu;ς wjfelei'n pavtran, rapido nel
danneggiarla molto megavla
de; blavptein tacuvς (1428), ricco di risorse per
se stesso, privo di mezzi per la patria- kai; povrsimon aujtw`/, th`/ povlei d j ajmhvcanon 1429.
Eschilo dice “non bisogna allevare in città un
cucciolo di leone ouj
crh; levontoς skuvmnon ejn povlei trevfein
(1432) ma una volta che l’hai fatto crescere bisogna asservirsi ai versi del
suo carattere”.
Nell’Agamennone di Eschilo è Elena assimilata a un
cucciolo di leone (vv. 717ss,). Valerio Massimo (età di Tiberio) scrive che
Aristofane rappresentò in una sua commedia Pericle che vaticinava non oportere
in urbe nutriri leonen, sin autem sit altus, obsequi ei convenire (Factorum et
dictorum memorabilium lobri IX, VII, 2, stran. 7).
Dioniso rimane incerto duskrivtwς e[cw (1433): uno ha parlato sofw'ς abilmente, l’altro safw'ς chiaramente (1434)
Quindi domanda ai due contendenti quale via di
salvezza- h{ntin j
swvterivan- vedano per la città (Rane,
1436) .
Pesaro 30 settembre 2021 ore 10, 44.
giovanni ghiselli
p. s.
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