Le Rane, produzione Fondazione Teatro Due
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Conclusione della Parodo. Appendice contro la “colonizzazione” dello spazio e i licenziamenti degli operai nella nostra terra...
Xantia interviene e dice che ci sta sempre a scherzare danzando con le ragazze.
Il Corifeo propone che si sfotta skwvywmen Archedemo, che fa il demagogo tra i morti di lassù
(Atene), dhmagwgei`
ejn toi'ς a[nw nekroi'si (420) con un
rovesciamento di prospettiva rispetto al mondo terreno.
Del resto non era di origine
ateniese e dopo sette anni che era ad
Atene non aveva ancora la cittadinanza.
Sento dire che il figlio di Clistene, il noto omosessuale, tra le tombe si spela il culo (prwkto;n tivllein eJautou', 424) e si strappa le guance.
Il figlio di Clistene dunque si batte il
petto e piange e invoca Sebi'non
(se; binevw) un tale di Anaflusi, ajnaflavw, masturbo, eccito masturbando.
Parolacce: oJ kuvsqoς cunnus; to; pevoς mentula, ejrevbinqoς cece, traslato per fallo, hJ
povsqh pene. binevw futuo.
Catullo 16
Pedicabo (in podicem mentulam inseram) ego vos et irrumabo (in os mentulam inseram)
Aureli pathice et cinaede Furi
Qui me ex versiculis meis putastis
Quod sunt molliculi, parum pudicum
nam castum esse decet pium poetam
ipsum, versiculos nihil necesse est
Marziale I, 4 Lasciva est nobis pagina, vita proba.
Invece Callia il donnaiolo figlio di
Ippobino (binevw) faceva la battaglia navale vestito con una pelle di
fica kuvsqou
leonth'n ejnhmmevnon (430)- ejnavptw.
I donnaioli sono i maschi più simili
alle femmine.
Nell’Agamennone di Eschilo, Egisto viene
chiamato guvnai (v. 1625), donna,
dal corifeo siccome si è imboscato ed è rimasto nel palazzo a disonorare
il letto dell’eroe.
Nell’Elettra di Sofocle, Egisto viene
definito dalla protagonista il vigliacco che aizza Clitennestra, e fa le sue
battaglie con le donne (302) quali alleate.
Dioniso chiede dove sia Plutone. Il
corifeo li indirizza nel sacro recinto della dea, sul piano fiorito
Il coro canta la loro canzone di
iniziati, per i quali soltanto il sole è sacro e la luce, per loro che hanno passato la vita con pio rispetto verso
gli stranieri e i cittadini- movnoi" ga;r hjmi`n h{lio"-kai; fevggo" ijerovn
ejstin- o{soi memuhvmeq j -eujsebh` te
dihvgomen-tropon peri; tou;" xevnou"-kai; tou;" ijdiwvta" (Rane 454-459)
.
Fine della parodo.
Appendice
Contro la colonizzazione di Marte e il
turismo spaziale
Pensate agli empi che vogliono andare a
colonizzare Marte allontanandosi dal sole e per vivere là devono creare un
ambiente tutto artificiale dopo avere cercato di desolare la terra.
Biasimo anche il turismo spaziale il
quale impiega denaro che dovrebbe essere investito nella terra dove gli operai
vengono licenziati da un giorno all’altro.
In ogni caso non si deve mai perdere
l’amore per la vita terrena e per la stessa terra:“ Bleibt mir der Erde treu,
meine Brüder, mit der Macht euer Tugend! Restatemi fedeli, fratelli miei, alla
terra con tutta la forza della vostra virtù! Il vostro amore, che tutto dona, e
la vostra conoscenza servano il senso della terra”. Così parla
Zarathustra…Bacia la terra e amala incessantemente, insaziabilmente-dice lo
starets Zosima-cerca questa estasi e questa esaltazione. Bagna la terra con le
lacrime della tua gioia e ama queste tue lacrime” .
“Di fronte a ogni realtà naturale
Confucio dice sempre di sì” .
Zosima muore baciando la terra: “si
lasciò scivolare dolcemente dalla poltrona sul pavimento, e inginocchiandosi,
si chinò col viso fino a toccar terra, si prosternò, allargò le braccia in
croce; e come invaso dall’estasi, baciando la terra e pregando (come appunto
aveva insegnato a fare), serenamente e gioiosamente rese l’anima a Dio” .
Alioscia segue l’esempio del maestro: “Una notte fresca e calma fino
all’immobilità avvolse la terra… Alioscia rimase a guardare per un momento
quello spettacolo, poi, ad un tratto, si gettò con la faccia a terra come se
l’avessero falciato. Egli non sapeva perché l’abbracciasse, non si rendeva
conto della ragione per cui gli fosse venuta quella terribile voglia di
baciarla, di baciarla tutta; ma egli la baciava piangendo, singhiozzando,
inondandola delle sue lacrime, e giurando, in uno slancio impetuoso, di amarla,
di amarla eternamente. “Inonda la terra delle tue lacrime di gioia, e amale,
codeste tue lacrime…”, disse una voce nella sua anima” .
Si pensi alla “cura di Anteo”, un
gigante libico che uccideva i viandanti e acquisiva forza dal contatto con sua
madre, che poi è la madre di tutti, la Terra. Ercole dovette sollevarlo dal
suolo e togliergli il contatto con la madre per strozzarlo: "La
civilizzazione e l'intellettualità son belle cose, son grandi cose, non
vogliamo certo negarlo. Ma senza quella che noi un giorno definiremo la
compensazione di Anteo, sono rovinose per l'uomo e creano la malattia" .
Pesaro 17 settembre 2021 ore 9, 05
giovanni ghiselli
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