Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
LE NUOVE DATE! Protagonisti della Storia Antica | Biblioteche Bologna - Tutte le date link per partecipare da casa: meet.google.com/yj...
lunedì 13 settembre 2021
Breve introduzione ad Aristofane. Anche questa parte può essere saltata da chi l’ha già letta.
Aristofane.
Ma ora è già tempo di parlare del massimo autore della commedia antica e di commentare uno degli undici drammi a noi pervenuti. Prima di affrontare il testo di Aristofane però diciamo due parole sulla struttura della Commedia: questa, rispetto alla Tragedia, ha come caratteristica propria due parti peculiari: l'agone che è un conflitto di battute tra il personaggio principale e l'antagonista, oppure tra il protagonista e il coro; poi la parabasi che significa sfilata ed è il momento nel quale il coro depone la maschera, spesso animalesca, e annulla la finzione teatrale per esporre le idee del poeta su argomenti vari, dalla poetica alla politica alla critica letteraria, magari attaccando i rivali o provocando il pubblico con lazzi di vario genere.
Aristofane nacque ad Atene intorno al 445 a. C. e morì probabilmente nella sua città poco dopo il 385. Ricaviamo dalle sue commedie le notizie sulla vita. Ne scrisse una quarantina conseguendo cinque vittorie: a noi sono arrivati undici drammi: gli Acarnesi (425) , i Cavalieri (424) le Nuvole (423), le Vespe (422), la Pace (421), gli Uccelli (414), la Lisistrata (411) le Tesmoforiazùse (410), le Rane (405), le Ecclesiazùse (392), il Pluto (388).
Dalla prima commedia (Acarnesi, vv. 653-654)) sappiamo che il poeta aveva una proprietà nell'isola di Egina: è probabile che questa sua condizione di benestante abbia influito sulle idee conservatrici e reazionarie, favorevoli comunque alle forze della tradizione .
Gli Acarnesi è il più antico lavoro di Aristofane a noi pervenuto: con questo dramma vinse alle Lenèe (festa di fine gennaio durante la quale dal 440 a. C. si rappresentavano commedie) del 425, precedendo i drammi di Cratino ed Eupoli, ma non costituì il debutto del giovane autore già avvenuto nel 427 con i Banchettanti i quali trattavano il tema dell'educazione: un padre fa educare due figli in maniera diversa: uno alla scuola antica, l'altro dai nuovi maestri di retorica: una storia ricorrente nella commedia: basta pensare agli Adelphoe di Terenzio.
In questa prima commedia, e nelle Nuvole, l’educazione è limitata alle persone, nelle Rane riguarda la città e gli educatori sono o dovrebbero essere i poeti.
Nel 426 Aristofane sferrò il primo grande attacco a Cleone con i Babilonesi che denunziava l'imperialismo ateniese e lo sfruttamento imposto alle città alleate: nel 427 anzi Mitilene, che aveva cercato di uscire dalla lega delio-attica, era stata riassoggettata con estrema durezza che il demagogo avrebbe voluto inasprire ancora di più dando a tutti i potenziali ribelli l'esempio di un vero e proprio genocidio. Per fortuna, come vedremo in Tucidide che lo definisce "il più violento (biaiovtato") dei cittadini.. e il più capace di persuadere (piqanwvtato") il popolo (La guerra del Peloponneso, III, 36) la sua proposta criminale non passò; vennero comunque uccisi un migliaio di Mitilenesi.
In seguito alla coraggiosa denuncia dei Babilonesi , rappresentato alle Dionisie, festa cui partecipavano i rappresentanti delle città alleate, Cleone accusò Aristofane di avere diffamato il popolo davanti agli stranieri. Lo ricorda l'autore negli Acarnesi (vv. 377 e sgg.) non senza compiacimento per essersela cavata, mentre nella parabasi dei Cavalieri (anno 424) si giustifica del fatto di non avere curato la regia dei drammi precedenti messi in scena da Callistrato:
" non per stoltezza gli è capitato di indugiare ma poiché riteneva che mettere in scena commedia è l'impresa più difficile di tutte", ajlla; nomivzwn/kwmw/didaskalivan ei\nai calepwvtaton e[rgon aJpavntwn"(vv. 515-516).
Aristofane fu un genio precoce e coraggioso: poco più che ventenne aveva già trovato il suo stile e l'ardire di fare una satira politica, non generica e blanda ma acuminata per gli attacchi personali contro personaggi potenti e noti nell'Atene di quegli anni, oltretutto funestati dalla grande guerra del Peloponneso.
Passiamo quindi ad analizzare una parte dell'opera dalla quale trarremo, tra l'altro, l'immagine storica più completa dell'ultimo venticinquennio del quinto secolo .
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento