NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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venerdì 24 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XXII parte. Gli Ateniesi hanno bisogno di educazione da parte dei poeti

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Euripide prosegue facendo una graduatoria dei discepoli e passa in rassegna tou;" touvtou te kajmou;" maqhtav" (964): quelli di Eschilo sono bellicosi e tronfi come il loro cattivo maestro: trombettieri con lancia e mustacchi, gente che curva i pini con il sarcasmo; i discepoli di Euipide invece sono eleganti come Clitofonte e Teramene, oJ komyov" (967) appunto. Di Teramene abbiamo già detto.

Clitofonte dà il nome a un breve dialogo platonico che tratta della giustizia. Clitofonte non è soddisfatto di quanto ha sentito dire da Socrate sulla giustizia e ha deciso di seguire l’insegnamento di Trasimaco, Questo nella Repubblica di Platone sostiene che il giusto non è altro che l’utile del più forte: “fhmi; ga;r ejgw; ei\nai to; divkaion oujk a[llo h] to; tou` kreivttono~ sumfevron ” ( 338c.)

 

Dioniso riconosce che Teramene è sofov" g j ajmhvr kai; deino;" eij" ta; pavnta sapiente e abile in tutto (969) , e se incappa nei guai o vi si trovi vicino, non è di Chio ma di Ceo. Chio indicava un colpo sfortunato nei dadi e l’sola di Ceo secondo Plutarco –Nicia 2- era il luogo di nascita di Teramene ed è assonante con Coo di Cos che indicava il colpo fausto nel gioco.

Plutarco aggiunge che Teramene ejpeklhvqh Kovqurno" fu soprennominato Coturno per il fatto di non essere stabile e fare sempre il doppio gioco nella sua condotta politica.

Euripide riprende il discorso sui discepoli e dice che li ha istruiti come si deve mettendo nell’arte logismovn kai; skevyin (973-974) pensiero e riflessione, esame.

 

La vita priva di esame non è vivibile da parte di un uomo dice Socrate nella apologia scritta da Platone (oJ de; ajnexevtato" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw, 38 a)

Alla fine dell’ Edipo a Colono Ismene dice che non è vivibile per lei la vita che l’attende senza il padre - oJ mevllen bivo" ouj biwtov" - 1691-1692 -

Come si vede sono vari i giudizi sulla vivibilità della vita.

 

Il personaggio Euripide delle Rane considera compito del poeta, quindi proprio dovere, quello di educare. Così pure il personaggio Eschilo ma i due hanno idee diverse sull’educazione.

Il dilemma è se mettere in mostra il male che c’è nella polis per denunciarlo come propugna Euripide oppure tacerne come suggerisce Eschilo.

Su questo torneremo più avanti.

Ora devo andare a prendere il treno per Bologna.

Euripide dunque ha rivendicato il fatto che per merito suo tutti gli Ateniesi indagano.

Dioniso conferma: una volta uno rientrava in casa e non si accorgeva delle fregature: gli Ateniesi erano mammavkuqoi nascosti nel seno della mamma per tutta la vita; ora invece, diventato malizioso, l’uomo quando torna a casa grida ai servi: pou' jstin hJ cuvtra; dov’è la marmitta? -983 - Chi ha rosicchiato la testa della sardella? E il piatto dell’anno scorso? E l’aglio di ieri? (to; skovrodon to; cqizinovn) e le olive chi le ha mangiate? 998

Prima di Euripide invece erano stupidissimi, seduti a bocca aperta - kechnovte" – caskw -, sempliciotti attaccati alla mamma mammavkuqoi 990, dolci come il miele.

 

Viene in mente Renzo che ascolta il dottor Azzecca-Garbugli il quale gli sciorina una grida, poi fa: “vedete, a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente”.

Renzo dunque “lo stava guardando con un’attenzione estatica, come un materialone sta sulla spiazza guardando al giocatore di bussolotti, che, dopo essersi cacciata in bocca stoppa e stoppa, ne cava nastro e nastro, che non finisce mai (Manzoni, I promessi sposi, III capitolo).

 

Si può pensare anche alla stirpe d'argento" gevno" ajrguvreon di Esiodo(Opere, 127), la seconda diversa nel corpo e nella mente dalla prima, e molto peggiore.

Il fanciullo rimaneva per cento anni presso la madre solerte, mevga nhvpio" (v.131) infantilmente insensato , poi divenivano uomini e vivevano poco tempo, con angosce, a causa della loro stoltezza che non li teneva lontani dalla violenza e dall'empietà. Zeus li nascose sotto terra e divennero demoni di ordine inferiore.

 

Cfr. anche Leopardi, Dialogo di Tristano e di un amico (1832):"Amico mio, questo secolo è un secolo di ragazzi, e i pochissimi uomini che rimangono, si debbono andare a nascondere per vergogna, come quello che camminava diritto in un paese di zoppi".

Tale sorte si prepara anche oggi per i giovani che non ricevono una buona educazione da una scuola davvero buona.

 

Il Coro aspetta la risposta di Eschilo citando un verso dei suoi Mirmidoni: “Tu vedi questo, inclito Achille!” (992)

Quindi lo esorta a rispondere tenendo a bada lo qumovς che non lo porti ejkto;ς tw'n ejlaw'n, fuori dagli olivi che fiancheggiavano il percorso delle gare.

Il Corifeo chiama a cimentarsi Eschilo, come colui che per primo ha elevato torri di parole venerande prw'toς purgwvsaς rJhvmata semnav (1004) e ha adornato la chiacchiera tragica kai; kosmhvsaς tragiko;n lh'ron. Dunque avanti qarrw'n, con coraggio, fai uscire un torrente di parole (1005)

Bologna 24 settembre 2021 ore 9, 59

 

giovanni ghiselli

 

p. s.

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