martedì 14 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. IV parte. Il canto libero delle rane

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Ar Xantia non vuole fare la parte dell’asino che porta i bagagli degli iniziati ai misteri, e prova a ribellarsi.

Dioniso insiste ma il servo gli propone di prendere in affitto mivsqwsai 167 un morto perché faccia il facchino.

 

Pensate quante volte si caricano i morti di pesi che i vivi non vogliono portare. Dopo che  i colleghi di Aldo Moro ebbero lasciato che venisse assassinato con la feroce motivazione addotta da Caifas perché morisse Gesù (expedit ut unus moriatur homo),  la televisione disse che lo statista era malato di cancro. La famiglia smentì.

 

Bacco vede un morto portato da becchini e gli chiede di portare i bagagli: quello vorrebbe due dracme, Dioniso gliene promette una e mezzo (9 oboli: una dracma=6 oboli.) e lui: piuttosto torno in vita (176).

Allude forse al fatto che, sapendoci fare, in Atene si poteva guadagnare di più.

Il dio maledice il morto per l’importanza che si dà: “wJ" semno;" oJ katavrato"” (177).

Pensate alle lapidi dove si leggono pomposi elogi del defunto.

Enrico Berlinguer signorilmente fece scrivere sulla sua soltanto nome e cognome. Esempio da seguire. Il più tardi possibile. 

Sicché Xantia deve riprendere il bagaglio.

Compare una barca con su Caronte

Dioniso dice cai'r  j w\ Cavrwn 3 volte (v. 184).

Forse allude alla sordità di Caronte C’è un rapporto fonico e pseudoetimologico tra i due termini contrastanti nel significato. Può essere anche la parodia di una preghiera (cfr. Eschilo, Eumenidi, 996-997- con caivrete ripetuto dalle Erinni diventate benevole)

Caronte non vuole prendere il servo, a meno che abbia fatto la battaglia navale per le carni peri; tw'n krew'n, 191.

 Le loro carni che hanno salvato, e quelle da mangiare che potevano giungere in città dopo la vittoria: la battaglia delle Arginuse (406) aveva liberato Atene dal blocco e dalla fame). C’è pure il ricordo del proverbio oJ lagw;" peri; tw`n krew`n trevcei, la lepre corre per salvare le carni.

Xantia dice che non ha combattuto perché era malato di occhi

E non correrai intorno al lago? ou[koun periqrevxei dh`ta th; livmnhn kuklw/ ; 193, è la domanda retorica di Caronte il quale poi gli dice che deve aspettarli alla pietra del Risecchito dove c’è la fermata.

 Forse un macabro segnale stradale dato da uno scheletro come in un racconto o in un film dell’orrore.

 

Caronte dice a Dioniso (chiamandolo gavstrwn, pancione, 200) di sedersi al remo e lo fa remare sodo proquvmwς (203).

Sentirà canti meravigliosi di rane-cigni (batravcwn kuvknwn qaumastav, 207). Parodia di ippocentauri e altri animali fantastici presenti nei testi di Eschilo secondo il personaggio Euripide che incontreremo più avanti in questa commedia.

Nella Pace di Aristofane c’è un ipposcarabeo iJppokavnqaro" (181)

Il coro secondario delle rane comincia a fare il suo verso brekekekevx koa;x koavx (209- 210).

 

E’ un verso onomatopeico come il “breve gre gre di ranelle” di La mia sera del Pascoli.

 

Le rane sidefiniscono palustri figliole delle fonti - limnai`a krhnw`n tevkna- 211.

Cfr. La pioggia nel pineto di D’Annunzio

Ascolta.

La figlia dell’aria

è muta; ma la figlia

del limo lontana,

la rana,

canta nell’ombra più fonda,

chi sa dove, chi sa dove! (88-94)

Le rane evocano la festa delle Antesterie i

n febbraio quando il popolo si recava al tempio di Dioniso ejn Livmnaisin nelle paludi e loro fanno echeggiare il proprio canto; nel terzo giorno detto delle sante pentole si offrivano ai morti dei legumi cotti. Allora la turba del popolo vagava in preda all’ebbrezza  e veniva al santuario qualificato come mio dalle rane - katj ejmo;n tevmeno" - 219 anche perché questo Dioniso è una caricatura del dio.

 

Pesaro 14 settembre 2021 ore 11, 01

giovanni ghiselli

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