Rosso Malpelo
(dal blog di Federico Batini)
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Segue la Parabasi (674-737), l’ultima di
Aristofane (le Ecclesiazuse 391 e il Pluto 388 non ce l’hanno).
Il coro dà voce al poeta e invoca la
Musa che renda piacevole il suo canto
per deliziare sapienze innumerevoli che amano l’onore più di Cleofonte
sulle cui labbra dalla chiacchiera doppia deino;n ejpibrevmetai qrhkiva celidwvn (680-681) orrendamente freme la rondinella tracia
posata su barbara foglia (cfr. Procne e Tereo un mito di morte ambientato in
Tracia) e leva lamentoso canto di morte (Cleofonte fu il principale demagogo di
Atene dal 411 al 404 quando venne condannato a morte).
Già nell’Agamennone di Eschilo il verso
della rondine viene assimilato a un’ignota lingua barbarica. Clitennestra dice
che parlerà a Cassandra e la persuaderà a meno che abbia un’ignota lingua
barbarica come una rondine - celidovno" divkhn – 1050 -
1051
Cleofonte era figlio di una schiava tracia.
Nell’
Oreste di Euripide (del 408) c’è un demagogo Argivo-non Argivo con la
lingua priva di porta ajqurovglwsso" (v. 903), un linguacciuto. Anche Euripide allude al
demagogo ateniese: “ajnhvr
ti~ ajqurovglwsso~, ijscuvwn qravsei, - jArgei'o~ oujk jArgei'o~, hjnagkasmevno~, - qoruvbw/
te pivsuno~ kajmaqei' parrhsiva/ ” (vv.
903-905), un uomo dalla bocca sempre aperta (lett. “senza porta”), forte della
sua arroganza, Argivo non Argivo, impostosi con la forza, fidente nel tumulto e
in una brutale licenza di parola. Probabilmente anche Euripide allude a
Cleofonte.
Cleofonte era accusato di usurpazione
della cittadinanza. La rondinella talora preannunzia la morte. Il mito della
rondine (Procne) dell’usignolo (Filomela) e dell’upupa (Tereo) ricorda la
morte.
Cfr. T. S. Eliot: “The change (latino
cambio-as) of Philomel , by the barbarous (lat barbarus gr. bavrbaro") king-so rudely forced (lat. rudis, fortis); yet
there the nightingale filled all the desert (lat desero, p.p. desertus,
abbandonato) with inviolable voice (viŏlo, vox) - and still she cried
(lat.quiritare invocare l’aiuto dei quiriti), and still the world pursues
(sequor), - ‘Jug Jug’ to dirty ears (auris-aures)” (The waste - lat vastus,
vastare - land, II A game of chess, 99-103)
Questa rondinella è posata su barbaro
petalo ejpi;
barbaron eJzomevnh pevtalon. La rondine
canta un canto di morte. Cleofonte è
spacciato, anche se i voti sono pari, mentre nelle Eumenidi, Atena aveva
stabilito il principio in dubio pro reo.
Difese di Cleofonte
Lisia (445-380) nell’orazione Contro
Agorato, un delatore al servizio dei Trenta, scrive che Cleofonte venne
condannato in seguito a un’accusa pretestuosa e una legge retroattiva. Lo
accusarono di codardia perché non era andato a dormire al campo . Il motivo
vero fu che si era opposto all’abbattimento delle mura: to d’ajlhqe;" o{ti
ajntei'pen uJpe;r uJmw'n mh; kaqairei'n ta; teivch (12).
Nell’orazione Contro Nicomaco, viene
accusato questo trascrittore di leggi ajnagrafeu;" tw'n novmwn, dopo la battaglia di Egospotami, fu convinto dai
nemici della democrazia a produrre una legge secondo la quale Cleofonte doveva
essere giudicato anche da membri del Consiglio che facevano parte del complotto
oligarchico. Nicomaco tirò fuori la legge - retroattiva dunque - proprio nel
giorno del processo. Il fatto è che i cospiratori antidemocratici oiJ kataluvonte" to;n
dh'mon, volevano togliersi dai piedi
Cleofonte più di qualsiasi altro cittadino: ejkei'non ejbouvlonto mavlista tw'n politw'n ejkpodw,
genevsqai (12). .
Il corifeo- Aristofane dice che il coro
deve dare consigli utili (xumparainei'n crhsta; th'/ povlei)
alla città e deve educare.
La città non deve infliggere l’ajtimiva, togliere i diritti civili a chi ha sbagliato,
ingannato dai maneggi di Frinico, uno dei responsabili del governo dei
Quattrocento. E’ una vergogna che gli schiavi combattenti alle Arginuse (406)
abbiano avuto la cittadinanza come i Plateesi dal 427, e da servi siano
diventati padroni (v. 694)
Poi però Aristofane si contraddice per
non irritare il pubblico: questo lo approvo, ma almeno non si deve togliere la
cittadinanza a chi ha sbagliato una volta e tante volte ha combattuto per la
patria.
Dunque messa via la collera th'ς ojrgh'ς ajnevnteς 700 facciamo che siano tutti parenti quelli che hanno
combattuto con noi.
E’ una premessa del mh; mnhsikakei'n, non serbare rancore, astenersi dalle rappresaglie,
l’ammnistia che verrà proclamato dalla democrazia restaurata di Trasibulo dopo
l’uccisione dei capi più compromessi nel regime dei Trenta (cfr. Senofonte,
Elleniche, II, 4, 43). Cfr. anchel’amnistia di
Togliatti alla fine della guerra.
Se invece ci gonfieremo di orgoglio ojgkwsovmesqa - ojgkovw - e monteremo in superbia 703, per giunta con la
patria kumavtwn ejn
ajgkavlaiς nelle
braccia dei flutti , in avvenire non sembreremo saggi.
Se la prende poi con un seguace di
Cleofonte Kleigevnhς oJ mikrovς (709) il nano, il ponhrovtatoς balaneuvς, il più scellerato dei tenutari di bagni, lavoro
squalificato. I bagnini vendevano i detergenti sui quali lucravano, mentre i clienti portavano olio e asciugamani
Alla fine dei Cavalieri, il Popolo dice
che Paflagone-Cleone una volta deposto
farà a chi grida di più con puttane e bagnini ( povrnaisi kai; balaneu'si, 1403).
Quindi il demagogo sconfitto insulterà
da ubriaco le puttane mequvwn
te tai'ς povrnaisi loidorhvsetai e
berrà l’acqua sporca dei bagni.
Il corifeo dice che i buoni cittadini
sono trattati come la moneta antica non falsificata che viene messa da parte,
mentre si usa quella scadente.
Sarà la legge di Greshman mercante e
banchiere inglese del XVI secolo (1519-1579) secondo il qual la moneta cattiva
scaccia dalla circolazione la buona.
Così, continua il corifeo, noi
disprezziamo (prouselou'men - 730) i cittadini educati, i galantuomini allevati
nelle palestre e nei cori trafevntaς ejn palaistraiς kai; coroi'ς
(cfr. l’educazione fatta di
ginnastica e musica nella Repubblica di Platone), mentre ci serviamo per ogni
uso di queste facce di rame, stranieri rossi di pelo - toi'" de; calkoi'" kai; xevnoi"
kai; purrivai" crwvmeqa – 730,
farabutti discendenti da farabutti, ultimi arrivati che prima la città non
avrebbe usato nemmeno come vittime espiatorie prese facilmente a casaccio - oujde; farmakoi`sin eijkh`/
rja/divw" ejcrhvsat j a]n 733-
Ora dunque ravvedetevi.
Farmakovς era il mostro cacciato da Atene per espellere il
guazzabuglio umano. Avveniva in maggio, il giorno della festa dell’eijresiwvnh durante le Targelie, feste per Apollo e Artemide.
I rossi di pelo sono malvisti.
Nei Cavalieri Paflagone-Cleone è chiamato Puvrrandro", il Rosso (901).
L' aggettivo rubicundus, rosso, sembra
qualificare la rozzezza. Plauto lo usa per dipingere la faccia del rufus schiavo Pseudolus tanto geniale quanto
volgare: "ore rubicundo" (Pseudolo, v. 1219).
Nel III libro dell'Ars amatoria di Ovidio la polemica contro il gusto
arcaizzante ritorna in forma satirica. Ecco il quadro dell'incessus rozzo (303 sg.): illa, velut coniunx Umbri
rubicunda mariti,/ambulat, ingentis varica fertque gradus, quella cammina come la moglie rubizza di un marito
umbro, e procede a grandi passi con le gambe divaricate.
Cfr. anche la matrona sabina di
Medicamina faciei 13.
Forsitan antiquae Tatio sub rege
Sabinae/maluerint quam se rura paterna coli,/cum matrona, premens altum rubicunda
sedile,/adsiduo durum pollice nebat opus,/ipsaque claudebat, quos filia
paverat, agnos,/ipsa dabat virgas caesaque ligna foco " (Medicamina
faciei, vv. 11-16), forse le antiche Sabine sotto il re Tazio preferirono
curare i campi paterni piuttosto che se stesse, quando la sposa, seduta rubizza
sull'alto sgabello, filava con pollice instancabile il suo duro lavoro, e lei
stessa chiudeva gli agnelli che la figlia aveva portato al pascolo, lei stessa
metteva verghe e legna fatta a pezzi sul focolare.
Le antiche Sabine dunque erano
delle tanghere rossicce prive di grazia
La parabasi si conclude con
l’avvertimento ai cittadini di avvalersi di nuovo persone utili - crh`sqe toi`"
crhstoi`"in au\qi" - 735. Anche
se non avrete successo, alleno la gente di senno penserà che vi sarete
impiccati all’albero giusto (735-737).
Pesaro 20 settembre 2021 ore 9, 22
giovanni ghiselli
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