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Esce un servo dalla casa di Plutone e tratta bene Xantia
travestito da Eracle chiamandolo fivltaq j,
carissimo (503)
Appena ha saputo dell’arrivo dell’eroe
la dea - Persefone regina dell’Ade- ha
preparato prelibatezze per accoglierlo. Inoltre dentro lo aspettano una flautista in fiore - aujlhtriv" tev soi- h[dh
jndon e[sq j wJraiotavth. e due o tre ballerine - kwjrchstrivde" - e{terai
duv j h] trei`" (514-515). Nel primo fiore - hjbulliw`sai - h[bh - e depilate paratetilmevnai (parativllw).
Eracle, come Dioniso, nel mito e ancora
più nella letteratura è polivalente:
donnaiolo (cfr. Trachinie di Sofocle), omosessuale (cfr. Argonautiche di
Apollonio), gozzovigliatore eppure ospite prezioso (cfr. Alcesti di Euripide).
Non manca un Eracle perfino incestuoso e
pedofilo. Nella Storia dell'India Arriano racconta che l'eroe giunse in quel
paese lontano e gli Indiani lo chiamano ghgeneva (8, 4),
figlio della terra. Megastene e gli
stessi Indiani sostengono che il suo costume era simile a quello dell’Eracle
tebano. Quindi gli nacquero molti figli maschi, da molte donne, e una sola
figlia femmina: Pandea. Eracle liberò mari e terre da bestie malefiche e nel
mare scoprì un nuovo tipo di ornamento femminile ossia to;n margarivthn dh; to;n
qalavssion (8, 9), la perla marina.
L'eroe le raccolse dall’intero Oceano per adornare sua figlia. Le donne nel
regno della figlia di Eracle si sposano a sette anni. C’è una leggenda per
spiegare questo: Eracle, essendogli la figlia nata tardi, e non trovando un uomo
degno di tanto padre cui darla in sposa, si unì a lei che aveva sette anni
("aujto;n
migh'nai th'/ paidiv eJptaevtei ejouvsh/",
9, 3) lasciando una discendenza di re indiani.
L'ambiguità si trova in molti personaggi
del mito che hanno un'immagine bipolare: "Saturno è allo stesso tempo
immagine archetipica del Vecchio Saggio…e anche del Vecchio Re, l'orco castrato
e castrante" .
Il mito dunque può avere sottolineature
diverse e i suoi personaggi essere usato con significati vari, come una parola
del vocabolario.
Intanto, continua il servo il cuoco oj mavgeiro" sta già togliendo le fette di pesce - ta; temavch - 517- dal fuoco e la tavola è pronta.
Qui viene data l’immagine dell’Eracle
incline alla baldoria.
Xantia, creduto Eracle, accetta l’invito
tutto contento
Ma questo punto Dioniso vuole riprendere
il costume da Eracle e rendere a Xantia la funzione di facchino.
Si può pensare al trasformismo di tanti
personaggi della storia e dell’attualità. Nessuno di noi ne è esente del tutto
se pensiamo che davvero che siamo attori
nel palcoscenico del mondo dove recitiamo più parti: All the world's a stage - And
all the men and women merely players" (Shakespeare: "As you like it,
II, 7).
Xantia si oppone, ma Dioniso gli ricorda
la sua condizione di mortale e per giunta di servo e il poveretto deve cedere.
Tuttavia avverte il padrone dicendogli che potrebbe avere ancora bisogno di
lui.
Il coro a questo proposito nota che il
modo di fare di Eracle è conforme a quello, di un uomo di senno - nou`n e[conto" - e molto navigato - polla; peripepleukovto" - 535 che si gira sempre pro;ς to;n eu\ pravttonta toi'con (537) verso il lato più sicuro, piuttosto che stare
fermo come un’immagine dipinta, e si butta nel morbido pro;ς to; malqakwvteron.
Quindi viene nominato il voltagabbana
più famoso di Atene: Teramene (v.541)
E’ il famoso “coturno” che fece molte parti nella politica ateniese; democratica, oligarchica, di nuovo democratica e infine entrò nella giunta dei Trenta tiranni ma, prevedendone la caduta, vi fece la fronda e Crizia lo uccise.
Sarebbe gevloion
dice Dioniso che Xantia stesse steso kunw'n ojrchstrivd
j sbaciucchiando una ballerina e
io gli porgessi il pitale manovrandomi il cece.
Poi magari il suo servo picchierebbe
facendogli cadere i denti.
Quindi esce un’ostessa (pandokeuvtria) che ce l’ha con Eracle.
Chiama in soccorso una seconda ostessa,
Platane e ricorda le abbuffate a scrocco
del mangione.
Divorò eJkkaivdek
j a[rtouς, 16 pagnotte e venti porzioni
di lesso, poi tanti agli, skovroda ta; pollav.
Quindi rinfaccia a Dioniso la carne il
molto pesce sotto
sale to; polu;
tavricoς.
Dice che l’ha riconosciuto anche se si è messo i coturni - per farsi credere Teramene evidentemente.
Il kovqorno" è
una calzatura per donne e per attori ed è uguale per entrambi i piedi.
Simboleggia il trasfomismo.
Poi la caciotta fresca, verde-gialla to;n turo;n clwrovn che ingoiò con il cestino e tutto. E invece di pagare
si è messo a muggire e ha tirato fuori la spada.
la Commedia di mezzo fiorì negli anni
compresi fra il 385 e il 330.
Di
Alessi, zio di Menandro,
ricordiamo la commedia intitolata Lino che narra un caso avvenuto al mitico
citarista il quale dava lezioni a Eracle e voleva fargli leggere i poeti,
mentre lo scolaro affamato era attratto solo da un libro di cucina. L’allievo
uccide il maestro colpendolo con la cetra.
Per Eracle mangione ricordo anche il
Busiride di Epicarmo e l’Alcesti di Euripide.
Nella
commedia dorica di Epicarmo (assiduo della corte di Gerone signore di
Siracusa dal 478 al 466), Eracle viene
raffigurato come un omaccione ingordo (Busiride; Eracle alla conquista del cinto di Ippolita).
Epicarmo per suscitare il riso usa l’ajprosdovkhton: Eracle non è un eroe, ma un gozzovigliatore: nel
Busiride un servo racconta che l’ha visto mangiare: “la gola rimbomba, la
mascella strepita, il molare scricchiola, il canino stride, con le nari fischia
e muove le orecchie”. Il comico è suscitato dall’ingordigia.
Nell’Alcesti di Euripide Eracle,
ospitato da Admeto, fino a quando è all’oscuro del lutto dell’ospite
gozzoviglia, poi strappa la regina morta a Thanatos
Nella prima fase l’ospite del re di
Fere viene descritto da un servo con
tratti buffi da commedia: si è comportato fin dal primo momento senza la
delicatezza e la discrezione richieste dal lutto, e si è messo a bere vino puro
di uva nera (v.757), usanza considerata scitica o ciclopica, insomma barbarica
dai Greci che erano soliti diluirlo con acqua. Perciò si è ubriacato e non ha
più avuto freni:
"cinge il capo con ramoscelli di
mirto
e
abbaia latrati senza musica (a[mous j uJlaktw`n); ed era
possibile udire due tipi di canto:
quello infatti cantava senza nessun riguardo per i mali
di Admeto, noi servi invece piangevamo
la padrona, ma non mostravamo all'ospite
gli occhi
bagnati, poiché Admeto comandava così.
Ed io ora in casa servo a tavola
un ospite, un ladro capace di tutto e
predone,
mentre lei è andata via dalla casa, né
l'ho seguita
né le ho teso la mano levando lamenti
sulla mia padrona che per me e per tutti
i servi era
madre (mhvthr):
infatti ci proteggeva da infiniti mali
mitigando le ire del marito. Dunque non
ho ragione
di odiare l'ospite giunto in mezzo ai
mali?"(Euripide, Alcesti, vv. 759-772).
Eracle
è descritto come volgare, ma poco
dopo si rivelerà benefico, poiché non sempre la cattiva educazione corrisponde
a una sostanza cattiva.
Le due ostesse spaventate dal presunto
Eracle chiedono a Xantia di andare a
chiamare Cleone e Iperbolo l’altro
patrono (to;n
prostavthn, 569) del popolo vessato e
derubato. Erano entrambi già morti
Cleone è il Paflagone dei Cavalieri
(424) che satireggiano l’osceno connubio tra Cleone e il popolo. Il demagogo ne
era diventato il beniamino dopo Sfacteria (425). Aveva portato da 2 a 3 oboli
la paga elastica. Tucidide presenta Cleone dicendo che era il più violento dei
cittadini (biaiovtato"
tw'n politw'n", III, 36, 6) e quello
più capace di persuadere ("piqanwvtato"")
la massa.
Gli succedette Iperbolo (morto nel
411) poi Cleofonte (nel 404).
Le ostesse dunque vogliono farla pagare
a Eracle cion l’aiuto di Cleone.
A questo punto Dioniso non vuole più
passare per Eracle e prega Xantia di riprendere
quel costume e quel ruolo giurandogli sulla propria vita , quella della
propria moglie e dei loro figli che in futuro non vorrà più spogliarlo.
Xantia accetta il giuramento e si
scambiano di nuovo gli abiti (v. 589)
Pesaro 18 settembre 2021 ore 11, 41
giovanni ghiselli
p. s.
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