sabato 18 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XII parte. Eracle personaggio composito nel mito e nella letteratura

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Esce un servo  dalla casa di Plutone e tratta bene Xantia travestito da Eracle chiamandolo fivltaq j, carissimo (503) 

Appena ha saputo dell’arrivo dell’eroe la dea - Persefone regina dell’Ade-  ha preparato prelibatezze per accoglierlo. Inoltre dentro lo aspettano una  flautista in fiore - aujlhtriv" tev soi- h[dh jndon e[sq j wJraiotavth.   e due o tre ballerine - kwjrchstrivde" - e{terai duv  j h] trei`" (514-515). Nel primo fiore - hjbulliw`sai - h[bh - e depilate paratetilmevnai (parativllw).

 

Eracle, come Dioniso, nel mito e ancora più nella letteratura è  polivalente: donnaiolo (cfr. Trachinie di Sofocle), omosessuale (cfr. Argonautiche di Apollonio), gozzovigliatore eppure ospite prezioso (cfr. Alcesti di Euripide).

 

Non manca un Eracle perfino incestuoso e pedofilo. Nella Storia dell'India Arriano racconta che l'eroe giunse in quel paese lontano e gli Indiani lo chiamano ghgeneva (8, 4), figlio della terra. Megastene  e gli stessi Indiani sostengono che il suo costume era simile a quello dell’Eracle tebano. Quindi gli nacquero molti figli maschi, da molte donne, e una sola figlia femmina: Pandea. Eracle liberò mari e terre da bestie malefiche e nel mare scoprì un nuovo tipo di ornamento femminile ossia to;n margarivthn dh; to;n qalavssion (8, 9), la perla marina. L'eroe le raccolse dall’intero Oceano per adornare sua figlia. Le donne nel regno della figlia di Eracle si sposano a sette anni. C’è una leggenda per spiegare questo: Eracle, essendogli la figlia nata tardi, e non trovando un uomo degno di tanto padre cui darla in sposa, si unì a lei che aveva sette anni ("aujto;n migh'nai th'/ paidiv eJptaevtei ejouvsh/", 9, 3) lasciando una discendenza di re indiani.

L'ambiguità si trova in molti personaggi del mito che hanno un'immagine bipolare: "Saturno è allo stesso tempo immagine archetipica del Vecchio Saggio…e anche del Vecchio Re, l'orco castrato e castrante" .

Il mito dunque può avere sottolineature diverse e i suoi personaggi essere usato con significati vari, come una parola del vocabolario.

 

Intanto, continua il servo il cuoco oj mavgeiro" sta già togliendo le fette di pesce - ta; temavch - 517- dal fuoco e la tavola è  pronta.

Qui viene data l’immagine dell’Eracle incline alla baldoria.

Xantia, creduto Eracle, accetta l’invito tutto contento

Ma questo punto Dioniso vuole riprendere il costume da Eracle e rendere a Xantia la funzione di facchino.

 

Si può pensare al trasformismo di tanti personaggi della storia e dell’attualità. Nessuno di noi ne è esente del tutto se pensiamo che davvero che siamo  attori nel palcoscenico del mondo dove recitiamo più parti: All the world's a stage - And all the men and women merely players" (Shakespeare: "As you like it, II, 7).

 

Xantia si oppone, ma Dioniso gli ricorda la sua condizione di mortale e per giunta di servo e il poveretto deve cedere. Tuttavia avverte il padrone dicendogli che potrebbe avere ancora bisogno di lui.

Il coro a questo proposito nota che il modo di fare di Eracle è conforme a quello, di un uomo di senno - nou`n e[conto" - e molto navigato - polla; peripepleukovto" - 535 che si gira sempre pro;ς to;n eu\ pravttonta toi'con (537) verso il lato più sicuro, piuttosto che stare fermo come un’immagine dipinta, e si butta nel morbido pro;ς to; malqakwvteron.

Quindi viene nominato il voltagabbana più famoso di Atene: Teramene (v.541)

E’ il famoso “coturno” che fece molte parti nella politica ateniese; democratica, oligarchica, di nuovo democratica e infine entrò nella giunta dei Trenta tiranni ma, prevedendone la caduta, vi fece la fronda e Crizia lo uccise.

 

Sarebbe gevloion dice Dioniso che Xantia stesse steso kunw'n ojrchstrivd  j sbaciucchiando una ballerina e io gli porgessi il pitale manovrandomi il cece.

Poi magari il suo servo picchierebbe facendogli cadere i denti.

 

Quindi esce un’ostessa (pandokeuvtria) che ce l’ha con Eracle.

Chiama in soccorso una seconda ostessa, Platane  e ricorda le abbuffate a scrocco del mangione.

Divorò eJkkaivdek j a[rtouς, 16 pagnotte e venti porzioni di lesso, poi tanti agli, skovroda ta; pollav.

Quindi rinfaccia a Dioniso la carne il molto pesce sotto sale to; polu; tavricoς.

Dice che l’ha riconosciuto anche se si è messo i coturni - per farsi credere Teramene evidentemente. 

Il kovqorno" è una calzatura per donne e per attori ed è uguale per entrambi i piedi. Simboleggia il trasfomismo.

 

Poi la caciotta fresca, verde-gialla to;n turo;n clwrovn che ingoiò con il cestino e tutto. E invece di pagare si è messo a muggire e ha tirato fuori la spada.

 

la Commedia di mezzo fiorì negli anni compresi fra il 385 e il 330.

 Di  Alessi, zio di Menandro,  ricordiamo la commedia intitolata Lino che narra un caso avvenuto al mitico citarista il quale dava lezioni a Eracle e voleva fargli leggere i poeti, mentre lo scolaro affamato era attratto solo da un libro di cucina. L’allievo uccide il maestro colpendolo con la cetra.

 

Per Eracle mangione ricordo anche il Busiride di Epicarmo e l’Alcesti di Euripide.

Nella  commedia dorica di Epicarmo (assiduo della corte di Gerone signore di Siracusa dal 478 al 466), Eracle viene  raffigurato come un omaccione ingordo (Busiride;  Eracle alla conquista del cinto di Ippolita).

 Epicarmo per suscitare il riso usa l’ajprosdovkhton: Eracle non è un eroe, ma un gozzovigliatore: nel Busiride un servo racconta che l’ha visto mangiare: “la gola rimbomba, la mascella strepita, il molare scricchiola, il canino stride, con le nari fischia e muove le orecchie”. Il comico è suscitato dall’ingordigia.

 

Nell’Alcesti di Euripide Eracle, ospitato da Admeto, fino a quando è all’oscuro del lutto dell’ospite gozzoviglia, poi strappa la regina morta a Thanatos

Nella prima fase l’ospite del re di Fere  viene descritto da un servo con tratti buffi da commedia: si è comportato fin dal primo momento senza la delicatezza e la discrezione richieste dal lutto, e si è messo a bere vino puro di uva nera (v.757), usanza considerata scitica o ciclopica, insomma barbarica dai Greci che erano soliti diluirlo con acqua. Perciò si è ubriacato e non ha più avuto freni:

"cinge il capo con ramoscelli di mirto

 e abbaia latrati senza musica (a[mous j uJlaktw`n); ed era possibile udire due  tipi di canto: quello infatti cantava senza nessun riguardo per i mali

di Admeto, noi servi invece piangevamo

la padrona, ma non mostravamo all'ospite gli occhi

bagnati, poiché Admeto comandava così.

Ed io ora in casa servo a tavola

un ospite, un ladro capace di tutto e predone,

mentre lei è andata via dalla casa, né l'ho seguita

né le ho teso la mano levando lamenti

sulla mia padrona che per me e per tutti i servi era

madre (mhvthr): infatti ci proteggeva da infiniti mali

mitigando le ire del marito. Dunque non ho ragione

di odiare l'ospite giunto in mezzo ai mali?"(Euripide, Alcesti, vv. 759-772).

Eracle  è descritto come volgare, ma  poco dopo si rivelerà benefico, poiché non sempre la cattiva educazione corrisponde a una sostanza cattiva.

 

 

Le due ostesse spaventate dal presunto Eracle  chiedono a Xantia di andare a chiamare Cleone  e Iperbolo l’altro patrono (to;n prostavthn, 569) del popolo vessato e derubato. Erano entrambi già morti

 

Cleone è il Paflagone dei Cavalieri (424) che satireggiano l’osceno connubio tra Cleone e il popolo. Il demagogo ne era diventato il beniamino dopo Sfacteria (425). Aveva portato da 2 a 3 oboli la paga elastica. Tucidide presenta Cleone dicendo che era il più violento dei cittadini (biaiovtato" tw'n politw'n", III, 36, 6) e quello più capace di persuadere ("piqanwvtato"") la massa.

Gli succedette Iperbolo (morto nel 411)  poi Cleofonte (nel 404).

 

Le ostesse dunque vogliono farla pagare a Eracle cion l’aiuto di Cleone.

A questo punto Dioniso non vuole più passare per Eracle e prega Xantia di riprendere  quel costume e quel ruolo giurandogli sulla propria vita , quella della propria moglie e dei loro figli che in futuro non vorrà più spogliarlo.

Xantia accetta il giuramento e si scambiano di nuovo gli abiti (v. 589)

 

Pesaro 18 settembre 2021 ore 11, 41

giovanni ghiselli

 

p. s.

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