domenica 26 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XXVI parte. La gara ridicola dell’Atene degenerata di Aristofane e la nobile gara benefica per la città auspicata da Sofocle


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Eschilo allora rincara la dose: Euripide ha messo in scena proagwgouvς ruffiane (vedi la nutrice di Fedra) e donne che partoriscono nei templi kai; tiktouvsa" ejn toi`" iJeroi`" (1080) (come Auge madre di Telefo - violentata da Eracle - nell’Auge; o Creusa - violentata da Apollo - nello Ione) o sorelle che si accoppiano con i fratelli (come Canace e Macareo) o personaggi i quali dicono che vivere non è vivere kai; faskouvsa" ouj zh`n to; zh`n 1082

Nel Frisso (fr. 833) e nel Poliido (fr. 638) di Euripide compare una famosa questione: “tiv" d j oi\den eij to; zh'n mevn ejsti katqanei'n, - to; katqanei'n de; zh'n kavtw nomivzetai;”, chi sa se il vivere non sia essere morti,/ ed essere morti invece laggiù non venga considerato vivere?

 

Così la città si è riempita di sottosegretari (uJpogrammatevwn ajnemestwvqh - ajnamestovw, 1084), burocrati, e di buffoni scimmie del popolo (kai; bwmolovcwn dhmopiqhvkwn, 1085), che lo ingannano e nessuno corre più con la fiaccola uJp j ajgumnasivaς, per mancanza di esercizio (Rane, 1086-1087).

 

Dioniso ha visto alle Panatenee uno spettacolo ridicolo: c’era una corsa con le fiaccole dove un uomo correva braduvς, kuvyaς, leukovς, pivwn, lento, curvo, bianco, grasso e rimaneva sempre indietro (uJpoleipovmenoς), pur mettendocela tutta kai; deina; poiw`n.

 Il pubblico del Ceramico sulle due porte gli dava delle pacche su ventre, reni sedere, e lui scorreggiando di nascosto (uJpoperdovmenoς) soffiava sulla fiaccola e se la svignava. La gara con la fiaccola spenta infatti era finita. Stanno morendo dunque la ginnastica l’agonismo e l’atletismo (1090).

 

Quando, nell’estate del 332, Tiro cadde dopo un lungo assedio, Alessandro rese onore a Eracle e organizzò una gara ginnica nel santuario e una corsa con fiaccole (ajgw'na gumniko;n ejn tw'/ iJerw'/ kai; lampavda, Arriano, Anabasi di Alessandro, 2, 24, 6). Alessandro non smette di pensare agli agoni nemmeno dopo avere vinto una battaglia.

 

Come Odisseo che, giunto a Itaca, neppure là era sfuggito alle prove (eij" jIqavkhn, oujd j e[nqa pefugmevno" h\en ajevqlwn , Odissea, 1, 18). A Odisseo invero queste vennero imposte.

 

Nel secondo stasimo dell’Edipo re di Sofocle, il coro canta:

"La prepotenza fa crescere il tiranno, la prepotenza/se è riempita invano di molti orpelli/che non sono opportuni e non convengono/salita su fastigi altissimi/precipita nella necessità scoscesa/dove non si avvale di valido piede./La gara benefica per la città,/prego dio di non/interromperla mai;/dio non cesserò mai di averlo patrono" (873-882) .

La nobile gara è non solo la competizione elettorale ma anche quella ginnica.

 

Bologna 26 settembre 2021 ore 16, 47

giovanni ghiselli

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