lunedì 27 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XXVIII parte. Euripide, da ipercritico, cerca di smontare la grandezza di Eschilo

 

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Vediamo i prologhi propone Euripide e chiede a Eschilo di prenderne uno dalla trilogia Orestea.

 Euripide si appresta a smontare la grandezza del rivale accusandolo di essere stato poco chiaro e perspicuo nella esposizione dei fatti - ajsafh;" ga;r h\n ejn th`/ fravsei tw`n pragmavtwn (1122).

In effetti il primo pregio della parola è la sua chiara visibilità.

Dioniso impone il silenzio e dà la parola a Eschilo.

Il drammaturgo cita i primi 3 versi delle sue Coefore: Oreste entrando in scena prega Ermes ctonio, che veglia sul potere del padre morto, di essergli alleato - suvmmaco" - 1127.

 Euripide dice di poter contestare più di dodici biasimi a questi tre versi. Afferma che ognuno di essi presenta almeno venti errori- e[cei d’ e{kaston ei[kosin g j aJmartivaς - 1131

Eschilo chiede al collega rivale di chiarire.

Euripide lo fa in questo modo non implausibile: come può Oreste dire che Ermes veglia sul potere del padre, un uomo che è stato assassinato da una donna (dovloi" laqraivoi", 1143) con occulti inganni?

 

Anche me vengono in mente sempre tanti errori di logica quando sfoglio “l’autorevole” quotidiano sul quale comunque mi informo.

Quando leggo che la pena di morte inflitta dai Talebani ai criminali è una barbarie inaudita, mentre per alcune firme del medesimo giornale gli Stati Uniti costituirebbero il modello supremo della democrazia. Anche in questo colosso democratico le condanne a morte sono state e vengono tuttora eseguite.

 La pena capitale è una barbarie, un assassinio legalizzato dovunque venga essa sia.

 

Eschilo risponde che il suo Oreste invoca Ermes quale jEriouvnion (1144) epiteto che si trova già nell’Iliade (20, 72) e viene interpretato come soccorritore. In questo contesto è avvicinabile a yucopompov", guida dei morti. Questo compito gli viene dal padre conclude l’autore delle Coefore.

 

Nell’ultimo canto dell’Odissea vediamo la processione dei Proci morti ammazzati che seguono Ermes psicopompo per putridi sentieri squittendo come pipistrelli (Odissea, XXIV, 6-10)

 

Euripide ribatte che lo sbaglio di Eschilo è più grande se il padre ha dato a Ermes cqovnion gevra" una funzione infera (1148).

Dioniso spalleggia Euripide dicendo che Ermes sarebbe stato ordinato dal padre quale tumbwruvco" (1149), ladro di tombe.

Allora Eschili se la prende con Dioniso e il vino di lui: “ Diovnuse, pivnei" oi\non oujk anoqsmivan 1150 -, Dioniso, bevi un vino che non odora di fiori.

 I Greci aromatizzavano il vino con vari fiori. Un vino greco bianco oggi famoso è la Rezina che ha il profumo della resina di pino. Mi piace perché sa di Grecia.

 

Pesaro 27 settembre 2021 ore 17, 25

giovanni ghiselli

 

p. s.

Mi scuso della brevità di questi pezzi ma sono tornato a Pesaro per rinnovare la patente e altre incombenze sgradevoli che mi sottraggono tempo alle attività che, sole, sono davvero mie. Non dico quali perché si tratta di un triathlon noto a chi mi legge. Comprende agoni di generi diversi.

 

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