domenica 26 settembre 2021

La storia di Päivi 37. Epilogo. Gli amici celesti. La "circulata melodia".

Quando ebbi finito di scrivere queste parole, alzai dal quaderno gli occhi e guardai oltre lo stadio, verso l’occidente dove si vedeva ancora una striscia di colore acceso, rimasta a ricordarmi le estati felici degli anni passati, a far presagire i tempi belli degli anni futuri: su quella lista vermiglia, resistente al dilagare dell’azzurro che avanzava da oriente screziandosi già della luce brillante dei primi astri, mi apparvero i volti ridenti di tutti gli amici scomparsi eppure presenti. Chiesi loro cosa volessero dirmi. Risposero che non dovevo perdere la speranza, e non potevo sciupare il tesoro di umanità che ciascuno di loro mi aveva donato, ma con questo e con le mie forze dovevo continuare la lotta per la felicità, la mia e quella delle persone che il destino mi avrebbe fatto incontrare. Questo mi dissero i compagni dei miei vent’anni. Poi, mentre l’azzurro cupo del cielo si costellava tutto, gli amici si presero per mano, formarono una corona e cominciarono a cantare un canto popolare ungherese [1] girando intorno alla luce più viva; quindi il loro movimento diventò una danza gioiosa, rispondente alla circulata melodia [2] suonata dai violini degli tzigani, o degli angeli, che consolarono del tutto il mio pianto e lo trasformarono in un sorriso di speranza e fiducia. Così vi ho visti riuniti per l’ultima volta, amici ventenni dei miei venti anni lontani, così voglio ricordarvi e farvi vivere in questa storia che anche voi mi avete ispirato: giovani, belli, felici, come eravamo nelle estati “debrecine”, sorridenti come eravate in mezzo alle stelle sopra lo stadio e il grande bosco di Debrecen la sera del 15 agosto del 1975, quando i nostri venti anni ricchi di pathos terminarono e cominciò la connessione dei sentimenti attraverso il logos, con una vita più responsabile, autentica e seria; meno squilibrata, superficiale, egoista. Fine del terzo dramma della trilogia ugrofinnica. Note [1] Debrecenbe kéne menni, bisogna andare a Debrecen, et cetera [2] Dante, Paradiso XXIII, 109 Bologna 16 settembre 2021 ore 11, 29 giovanni ghiselli

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