lunedì 20 settembre 2021

Le Rane di Aristofane. XV parte

Lodovico Ottavio Burnacini, Reggia di Plutone
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Dalla reggia di Plutone escono Xantia e un servo del re degli inferi. Questo oijkevth" Plouvtwno"  si congratula con il servo di Dioniso dicendogli che il suo padrone è nobile (gennavda" ajnh;r- oj despovth" sou - 738-739)

Xantia risponde ironicamente che certo è nobile, infatti sa solo bere e fottere o{stiς ge pivnein oi\de kai; binei'n movnon (740).

 

I due schiavi si vantano della loro riottosità con i padroni: passano molto tempo mandano accidenti, origliando  parakouvwn (750), facendo pettegolezzi, impicciandosi di tutto. Una gioia per loro, ne vanno pazzi.

 

Nel mondo carnevalesco e rovesciato degli schiavi plautini  al posto del valore forte della fides troviamo quello della perfidia , la santa protettrice dei servi: "Perfidiae laudes gratiasque habemus merito magnas" (Asinaria, v. 545), abbiamo ragione di elogiare e ringraziare assai la mala Fede, dice lo schiavo Libano allo schiavo Leonida.

Gli ex schiavi , i liberti, acquisiranno un enorme potere nel corso del tempo e la regola dei rapporti umani è diventata questa Lupus est homo homini, non homo, quom qualis sit non novit” (Asinaria, 495).

Cfr. viceversa Cecilio, contemporaneo di Plauto,  homo homini deus (fr. 265 R.)

 

Poi si sente un fracasso qovrubo" (757): sono Eschilo ed Euripide. 

Si preannuncia L’agone tra i due drammaturghi

Il servo di Plutone informa Xantia: litigano per avere il vitto nel Pritaneo, la sede del primo magistrato, e la proedria, il posto d’onore, il diritto di stare in prima fila.

Eschilo occupava il trono tragico ma Euripide appena arrivato si è esibito davanti ai delinquenti che nell’Ade sono una folla e lo hanno giudicato il più bravo sentendo le sue contestazioni, gli sgambetti e i raggiri (ajkrowvmenoi tw'n ajntilogiw'n, kai; lugismw'n kai; strofw'n, 775) di cui è capace.

Allora Euripide si è montato la testa e ha preteso il trono dove sedeva Eschilo.

 

I buoni stavano con Eschilo ma sono pochi dice il servo del dio degli inferi, come qui ojlivgon to; crhstovn ejstin, w{sper ejnqavde (783) e indica il pubblico.

Xantia domanda come Plutone voglia sistemare le cose. 

Il dio  vuole istituire un concorso e un giudizio (ajgw'na poiei'n aujtivka mavla kai; krivsin) come prova della arte dei due poeti contendenti.

Il giudizio vuole forse essere una parodia di quello delle Eumenidi.

E Sofocle-domanda ancora Xantia - non avanza pretese sul trono?

 Sofocle parteciperà contro Euripide, se dovesse vincere il drammaturgo più giovane, altrimenti lascerà la signoria a Eschilo  Appena è sceso, Sofocle ha baciato il poeta dell’Orestea e gli ha dato la destra.

 

Di fatto Sofocle nei suoi drammi è molto critico verso il potere che spesso, in particolare quello tirannico, è figlio dell’ u{bri".

Nel secondo stasimo dell’Edipo re il coro canta

"La prepotenza fa crescere il tiranno, la prepotenza/se è riempita invano di molti orpelli/che non sono opportuni e non convengono/salita su fastigi altissimi/precipita nella necessità scoscesa/dove non si avvale di valido piede./La gara benefica per la città,/prego dio di non/interromperla mai;/dio non cesserò mai di averlo patrono" (Edipo re, vv. 873-882).

 

Nell’agone dunque la poesia sarà pesata sulla bilancia kai; ga;r talavntw/ mousikh; staqmhvsetai  (staqmavw), 797.

Euripide vuole esaminare le tragedie verso per verso- kat j e[po" 802.

Eschilo l’ha presa male (bavrewς fevrein), immagina Xantia.ù

Infatti gli ha lanciato uno sguardo taurino, a testa bassa dice l’altro servo.

 

Il toro viene spesso collegato alla tragedia e ai suoi personaggi

Nell'Agamennone    di Eschilo leggiamo: "a[pece th'" boo;"-to;n tau'ron;: ejn pevploisin-melagkevrw/ labou'sa mhcanhvmati-tuvptei", tieni il toro lontano dalla vacca: presolo nella rete lo colpisce con il congegno delle nere corna (vv.1125-1128).

Nel primo stasimo dell’Edipo re di Sofocle il coro canta

"Infatti va e viene sotto foresta/selvaggia e su per le grotte, proprio/il toro delle rupi/inutile con inutile piede bandito in solitudine/ cercando di allontanare i vaticini/dell'ombelico della terra; ma questi sempre/vivi gli volano addosso (477-482). L’inutile piede allude alla zoppia di Edipo che sarà la vittima sacrificale. Cfr. Virgilio, Georgiche, II,146-147:"et maxima taurus/victima .

 

Entrambi i poeti erano dell’idea dicono che c’è ajporiva sofw'n ajndrw'n, scarsezza di uomini colti, di intenditori. Eschilo non andava d’accordo con gli Ateniesi. Ne considerava molti  ladri  e il resto  nullità lh'ron, inetti a capire la natura dei poeti (809-810)

Dunque i due contendenti  hanno scelto Dioniso come giudice perché si intende di questa arte.

Si ricorderà quanto ha scritto Aristotele: tragedia e commedia nacquero da un principio di improvvisazione (ajp j ajrch'~ aujtoscediastikh'~, Poetica, 1449a, 10), ma la tragedia da coloro che guidavano il ditirambo: "ajpo; tw'n ejxarcovntwn to;n diquvrambon” , mentre la commedia da quelli che dirigevano i canti fallici i quali rimangono ancora oggi in uso in molte città"(Poetica , 1449a, 12).

 L'origine del dramma  sarebbe dunque da collegarsi al culto dionisiaco e ai connessi riti della fertilità.

Vedremo tanto Eschilo quanto Euripide affermeranno che il poeta dovrebbe essere l’educatore del popolo. Il fatto è che hanno opinioni diverse sull’essenza dell’educazione.

 

Pesaro 20 settembre 2021 ore 21, 35

giovanni ghiselli

 

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