PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI Tucidide
Euripide procede con la dichiarazione
della propria poetica: portavo sulla scena
faccende familiari, le cose di cui facciamo uso, con le quali conviviamo
e per le quali potevo essere confutato: difatti questi - indica gli spettatori -
conoscendo pure loro tali argomenti avevano la possibilità di contestare la mia
arte (959-962).
Io non scrivevo parole roboanti
tirandoli fuori di senno né li facevo trasecolare inventando di Cicni e Mèmnoni su cavalli bardati di piastre e sonagli (962-963). Questi due
semicarneadi sono alleati dei Troiani
uccisi da Achille. Comparivano in drammi perduti di Eschilo.
Petronio 1, attraverso lo scholasticus Encolpio, denuncia la
separazione della scuola dalla vita:"et ideo ego adulescentulos existimo
in scholis stultissimos fieri, quia nihil ex his, quae in usu habemus aut
audiunt aut vident, " (Satyricon, 1, 3), e perciò io penso che i ragazzi
nelle scuole diventino stupidissimi, poiché niente ascoltano o vedono di quello
che è utile nella vita.
Petronio , epicureo, atticista e
classicista, dichiara che la vita
contiene situazioni più interessanti di tutte le scuole di retorica.
E' la critica della scissione tra
letteratura e vita che si ritrova in Marziale: "Non hic Centauros, non
Gorgonas Harpyasque/invenies: hominem pagina nostra sapit "(X, 4, 9-10),
non qui troverai Centauri, Gorgoni e Arpie: la nostra pagina sa di uomo.
Insomma ogni conoscenza, compresa quella
delle lingue classiche, deve servire al progresso dell'uomo.
Campione del realismo può essere
considerato Tucidide che, proprio per questo motivo, Nietzsche contrappone a
Platone
nel Crepuscolo degli idoli lo storiografo greco è indicato addirittura
come terapia contro “ogni platonismo”: "Il mio ristoro, la mia
predilezione, la mia terapia contro ogni
platonismo è sempre stato Tucidide . Tucidide e, forse, Il Principe di Machiavelli mi sono particolarmente
affini per l'assoluta volontà di non
crearsi delle mistificazioni e di vedere la ragione nella realtà -non nella
"ragione", e tanto meno nella "morale" (...) In lui la cultura
dei sofisti , voglio dire la cultura dei realisti giunge alla sua compiuta espressione : questo
movimento inestimabile, in mezzo alla truffa morale e ideale delle scuole
socratiche prorompenti allora da ogni parte. La filosofia greca come
décadence dell'istinto greco: Tucidide
come il grande compendio, l'ultima rivelazione di quella forte, severa, dura
oggettività che era nell'istinto dei Greci più antichi. Il coraggio di fronte
alla realtà distingue infine nature come Tucidide e Platone: Platone è un
codardo di fronte alla realtà - conseguentemente si rifugia nell'ideale;
Tucidide ha il dominio di sé - tiene quindi sotto il suo dominio anche
cose" 2.
Per giunta in Aurora leggiamo:" Un modello . Che cosa amo
in Tucidide, che cosa fa sì che io lo onori più di Platone? Egli gioisce nella
maniera più onnicomprensiva e spregiudicata di tutto quanto è tipico negli
uomini e negli eventi, e trova che ad ogni tipo compete un quantum di buona
ragione : è questa che egli cerca di
scoprire. Egli possiede più di Platone una giustizia pratica: non è un
denigratore e un detrattore degli uomini che non gli piacciono, o che nella
vita gli hanno fatto del male...rivolge lo sguardo soltanto ai tipi; che cosa
se ne farebbe, poi, l'intera posterità cui egli consacra la sua opera di ciò
che non è tipico? Così in lui, pensatore di uomini, giunge alla sua estrema,
splendida fioritura quella cultura della più spregiudicata conoscenza del
mondo che aveva avuto in Sofocle il suo
poeta, in Pericle il suo uomo di stato, in Ippocrate il suo medico, in
Democrito il suo scienziato della natura: quella cultura che merita di essere
battezzata col nome dei suoi maestri, i Sofisti ".
"il realismo, in arte, è greco;
l'allegorismo è ebraico", ebbe a scrivere Pavese 3 .
Sentiamo che cosa è il realismo dei
Greci secondo Murray: “Io intendo per realismo un interesse permanente per la
vita in se stessa, e un’avversione per l’irrealtà e le false apparenze” 4.
Pasolini individua nella luce di
Caravaggio, “quotidiana e drammatica”, una contrapposizione al lume universale
del Rinascimento platonico” E prosegue: “Sia i nuovi tipi di persone e di cose
che il nuovo tipo di luce, il Caravaggio li ha inventati perché li ha visti
nella realtà. Si è accorto che intorno a lui - esclusi dall’ideologia culturale
vigente da circa due secoli - c’erano uomini che non erano mai apparsi nelle
grandi pale o negli affreschi, e c’erano ore del giorno, forme di illuminazione
labili ma assolute che non erano mai state riprodotte e respinte sempre più
lontano dall’uso e dalla norma, avevano finito col diventare scandalose, e quindi
rimosse. Tanto che probabilmente i pittori, e in genere gli uomini fino al
Caravaggio probabilmente non le vedevano nemmeno” 5.
Pesaro 23 settembre 2021 ore 11, 50
giovanni ghiselli
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1 Penso che l'autore del Satyricon sia
l' elegantiae arbiter della corte di Nerone (cfr. Tacito, Annales, XVI, 18)
2 Quel che debbo agli antichi , 2, pp. 125-126 p.124
3 Il mestiere di vivere , 29 settembre
1946.
4 Le origini dell’epica greca, p. 38.
5 Pasolini, La luce di Caravaggio in Pasolini Tutte le opere, p. 2673.
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