NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 4 settembre 2021

Seconda parte della conferenza dell’11 settembre 2021.

Prometeo I Il mito di Prometeo è "uno dei miti antropologici (...) che rendono ragione della condizione umana-condizione ambigua, piena di contrasti, in cui gli elementi positivi sono inscindibili da quelli negativi e ogni luce ha la sua ombra, giacché la felicità implica l'infelicità, l'abbondanza il duro lavoro, la nascita la morte, l'uomo la donna, e l'intelligenza e il sapere si uniscono, nei mortali, alla stupidità e all'imprevidenza. Questo tipo di discorso mitico sembra obbedire a una logica che si potrebbe definire, in contrasto con la logica dell'identità, come la logica dell'ambiguità, dell'opposizione complementare, dell'oscillazione tra poli contrastanti"(J. P. Vernant, Tra mito e politica,pp. 30-31). Prometeo insomma è signum cui contradicetur ut revelentur ex multis cordibus cogitationes (N. T., Luca. 2, 34, 35). Come Cristo, come Socrate e come chi scrive Nel Prometeo incatenato di Eschilo, Il Titano si vanta di avere dato agli uomini il numero, “la combinazione delle lettere, memoria di tutto” (vv. 460- 461), di avere aggiogato gli animali selvatici, di avere inventato le navi, veicoli dalle ali di lino (v. 462), prefigurando addirittura il volo. Inoltre ha trovato i farmaci, ha scoperto i metalli: il bronzo, il ferro, l’argento e l’oro. Alcune tra queste scoperte vengono maledette più volte nel corso della letteratura europea. Una esecrazione riassuntiva si trova nella Tebaide di Stazio :quando Eteocle e Polinice stanno per ammazzarsi a vicenda, la Pietas esecra le orribili tecniche di Prometeo: “o furor, o homines diraeque Prometheos artes!” (XI, 468). Ma vediamo nel dettaglio alcune denunce dei falsi beni di Prometeo, le sue dirae artes, deinai; mhcanaiv. Ripartiamo dal primo dono del Titano all’umanità: il fuoco Leopardi nello Zibaldone è molto critico verso tale scoperta :"Il fuoco è una di quelle materie, di quegli agenti terribili, come l'elettricità, che la natura sembra avere studiosamente seppellito e appartato, e rimosso dalla vista e da' sensi e dalla vita degli animali, e dalla superficie del globo.."(p. 3645). Del resto Prometeo fa storia e “la storia si fa sempre andando controcorrente rispetto alla natura” . Il fuoco non è un bene, o, per lo meno, non è stato impiegato bene : nell’Operetta morale La scommessa di Prometeo gli uomini usano il fuoco per uccidersi e uccidere, e Momo, il vincitore della scommessa, domanda al Titano: “Avresti tu pensato, quando rubavi con tuo grandissimo pericolo il fuoco dal cielo per comunicarlo agli uomini, che questi se ne prevarrebbero, quali per cuocersi l’un l’altro nelle pignatte, quali per abbruciarsi spontaneamente?” . Leopardi, con il fuoco, critica anche la navigazione avvalendosi di Orazio:"Orazio (I, Od . 3) considera l'invenzione e l'uso del fuoco come cosa tanto ardita, e come un ardire tanto contro natura, quanto lo è la navigazione, e l'invenzion d'essa; e come origine, principio e cagione di altrettanti mali e morbi ec., di quanto la navigazione; e come altrettanto colpevole della corruzione e snaturamento e indebolimento ec. della specie umana.(Zibaldone , p. 3646). La navigazione viene esecrata anche da Lucrezio (De rerum natura, V, 1004-1006), da Virgilio nella IV ecloga, da Properzio (I, 7, 13-14), da Ovidio (Metamorfosi, I, 96), e, per citare un moderno, da Tirso de Molina: nel dramma El burlador de Sevilla (1630) Catalinòn il servo di Don Juan il padre di tutti i Don Giovanni, in seguito a un naufragio, si salva dalla morte per acqua e, mentre porta in braccio il padrone semivivo, dice: “Maledetto chi per primo/ha piantato pini in mare/e con un fragile legno/ha sfidato le sue rotte!...Maledetto sia Giasone/ e maledetto anche Tifi!” (I, 11). Giasone e Tifi, con gli altri Argonauti, sono i primi navigatori umani, ma l’inventore divino rimane Prometeo. Comunque non pochi strali bersagliano i cercatori del vello d’oro che per prima solcarono i mari. L’esecrazione più estesa del navigare infatti si trova nella Medea di Seneca che racconta i fatti successivi all’impresa degli Argonauti. I profanatori del mare sono morti male, come Fetonte che ha cercato di violentare il cielo. Gli Argonauti hanno prima devastato i boschi del Pelio, poi hanno solcato il pelago, per impossessarsi dell'oro, ma : “ exigit poenas mare provocatum” (Medea, v. 616). Fa pagare il fio il mare provocato canta il III coro dei Corinzi. L'exitus dirus, la morte orribile, è l'espiazione della rottura dei sacrosancta foedera mundi, i sacrosanti patti del cosmo, turbato proprio dalla navigazione. La navigazione ha confuso i popoli che dovevano rimanere separati dal mare. “Sempre la confusion delle persone/ principio fu del mal della cittade” (Dante, Paradiso, XVI, 67-68 ) Insomma tutta la tecnica, e pure la scienza, separata dalla giustizia e dalla coscienza dell’idea del Bene è piuttosto malizia (panourghía) che sapienza (sofía) (cfr. Platone, Menèsseno, 247). Quindi il male del ferro. Erodoto afferma senza giri di parole che il ferro è stato trovato per il male dell’uomo ("ejpi; kakw'/ ajnqrwvpou sivdhro" ajneuvrhtai, Storie, I, 68, 4). Euripide nelle Fenicie attribuisce alla strage un cuore di ferro:"sidarovfrwn…fovno" " (vv. 672-673). Ovidio nel I libro delle Metamorfosi maledice tanto il ferro, strumento di guerra, quanto l’oro, cui mirano le brame di chi scatena le guerre. “ Effondiuntur opes, inritamenta malorum; / iamque nocens ferrum ferroque nocentius aurum/ prodierat: prodit bellum, quod pugnat utroque,/sanguineaque manu crepitantia concutit arma” (Metamorfosi, I, 140-143), si estraggono dalla terra le ricchezze, stimolo dei mali; e già il ferro funesto e, più funesto del ferro, l'oro era venuto alla luce : venne alla luce la guerra, che combatte con l'uno e con l'altro, e con mano sanguinaria scuote ordigni che scoppiano. Altre macchine micidiali Il ferro e il fuoco congiunti aumentano il numero dei morti attraverso: “il maledetto abominoso ordigno” dell’archibugio (Ariosto, Orlando furioso, IX, 91, 1). Quindi: “Come trovasti, o scelerata e brutta invenzion, mai loco in uman core? Per te la militar gloria è distrutta, per te il mestier de l’arme è senza onore; per te è il valore e la virtù ridutta, che spesso par del buono il rio migliore: non più la gagliardia, non più l’ardire per te può in campo al paragon venire” (XI, 26) Secondo me anche il cellulare viene usato dai più come un maledetto abominoso ordigno. nel 1922 Svevo prefigura un ordigno ben più terribile:"Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni torneremo in salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un pò più ammalato , ruberà tale esplosivo e s'arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie" . Pesaro 4 settembre 2021 ore 17, 08, giovanni ghiselli

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