PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI coro greco
Continua la parodo
Tornano
a cantare i coreuti
Ognuno avanzi con forza verso i seni
fioriti dei prati ejς tou;ς eujanqei'ς kovlpouς-leimwvnwn, tripudiando e motteggiando kajpiskwvptwn, e scherzando kai; paivzwn, e canzonando (374).
L’atmosfera è giocosa: mi ricorda quello
delle Università di tutto il mondo alla fine degli anni Sessanta. Vidi quelle
di Bologna, Roma, Praga e Debrecen. Giocosa e politica. Allora la gioventù e
buona parte dell’umanità educata credeva in sé stessa. Ma durò poco.
Il coro poi inneggia a th;n Swvteiran, la Salvatrice. Demetra regina delle ricche messi,
signora delle sante orge ajgnw'n
ojrgivwn a[nassa (o[rgion è il rito
misterico).
Salvatrice è pure Kore, la Ragazza
figlia di Demetra.
Salveranno il paese eij" ta;" w{ra", per il volgere di belle stagioni
Demetra viene invocata a proteggere il
coro che è suo
Fai che tutto il giorno io danzi e scherzi ajsfalw'ς, senza scivolare.
C’è la tipica relogiosità greca che
risale a Saffo: il devoto mostra non solo fiducia verso la divinità ma anche
confidenza e gratitudine.
Il rapporto della poetessa di Lesbo con
la dea non è di sottomissione o umiliazione, bensì di amicizia e gratitudine.
Riporto la traduzione-mia ovviamente-
dell’ Ode con la preghiera ad Afrodite ( 1D.):
" Immortale Afrodite dal trono
variopinto,
figlia di Zeus tessitrice di inganni (dolovploke), ti prego
non domarmi il cuore con affanni
né angosce, o signora,
ma vieni qua, se mai anche l'altra volta
udendo la mia voce da lontano
mi desti ascolto, e, lasciata la casa
d'oro
del padre, giungesti
aggiogato il carro; passeri belli
ti portavano veloci sopra la nera terra
fitte roteando le ali dal cielo
nel mezzo dell'aria.
Subito giunsero, e tu, o beata,
sorridendo nel volto immortale
chiedesti che cosa soffrissi di nuovo e
perché
di nuovo chiamassi
e che cosa più di tutto volevo che mi
toccasse
nel folle cuore: "chi debbo ancora
persuadere per te, 18
in modo da condurlo di nuovo al tuo
amore? chi ti fa
torto o Saffo?
E infatti se fugge, presto inseguirà
(kai; ga;r aij feuvgei, tacevw~ diwvxei),
se non accetta doni, anzi li farà,
e se non ama, presto amerà
anche se non vuole.
Vieni da me anche ora (e[lqe moi kai; nu'n), liberami dai tormentosi 25
affanni, e quanto il mio cuore
desidera compiere, compilo, e tu stessa
sii alleata". Strofe saffiche
Viene in mente questa considerazione di
Nietzsche:"Ciò che fa stupire nella religiosità degli antichi Greci è la
copiosa abbondanza del senso di riconoscenza che emana da essa:-un tipo di uomo
veramente nobile è colui che sta innanzi alla natura ed alla vita in questo
atteggiamento!- In seguito, quando in Grecia la plebe ebbe il sopravvento,
anche nella religione incominciò a farsi strada il timore; stava preparandosi
il cristianesimo" . In effetti nell'Edipo re di Sofocle troviamo un'analoga espressione di
gratitudine quando il coro in preghiera invoca gli dèi affinché allontanino da
Tebe il male della peste e ricorda: "se mai anche per una precedente
sciagura/che si levava sulla città/metteste fuori luogo la fiamma della
pena/venite anche ora e[lqete
kai; nu'n" (vv.164-167)
(cfr. e[lqe moi kai; nu'n,
v. 25 dell’ode di Saffo.)
A conferma di questo posso citare un
pensiero di Marco Aurelio:"getta via la tua sete di libri, perché tu possa
morire non balbettando ma davvero sereno e grato agli dèi dal profondo del
cuore" (A se stesso, II, 3).
Poi il coro degli iniziati afferma che
vuole dire polla;
gevloia e polla; de; spoudai'a (389-390). E’ lo spoudogevloioς, il seriocomico. Il coro si fa profeta del poeta e
chiede la grazia della vittoria
Viene invocato Iacco amante delle danze
perché accompagni i coreuti dalla dea e
mostri che percorre pollh;n
oJdovn a[neu povnou, lunga strada senza
fatica. E’ un motivo ricorrente nelle
laudi a Dioniso.
Cfr. le Baccanti di Euripide
Inizio della Parodo vv. 64-67.
Dalla terra d’Asia
lasciato il sacro Tmolo metto in rapido
movimento
per Bromio una fatica dolce povnon hJduvn, e un
travaglio, buon travaglio, kavmaton t j eujkavmaton
celebrando Bacco con grida di evoè.
E al v. 194 Cadmo dice a Tiresia : “il
dio ci guiderà ajmocqiv, senza fatica
Ca. Andremo dunque fino al monte coi carri?
Ti. Ma il dio non avrebbe onore nello
stesso modo.
Ca. Io vecchio guiderò come un ragazzo
te che sei vecchio?
Ti. Il dio ci guiderà lì senza fatica.
Si fanno senza fatica fisica né
mentale e riescono bene le cose che
piacciono. E’ dal 22 luglio che preparo questo corso e ho saltato solo due
giorni per dare maggiore spazio alla ascèsi corporea. Non ho mai provato fatica
tanto mi piace imparare e scalare i monti con la bicicletta.
I coreuti fanno notare al dio lo stato del costume che
indossa : tu hai fatto a pezzi per
scherzo (ejpi;
gevlwti) e per economia- kajp j eujteleiva/ questo sandalo e lo
straccio su;
ga;r katescivsw-katascizw - ejpi; gevlwti kajp
j eujteleiva/ tovde to; sandaliskon kai; to; rJavkoς (Rane, 405-406). Forse faceva parte del mascheramento
della processione.
Il
kajp j
eujteleiva/, la poca spesa forse allude
alla parsimonia del corego.
Ma l’eujtevleia , il
basso prezzo, significa pure l’anticonsumismo che abbiamo già visto negli
Acarnesi (vv. 32-36).
In Tucidide l’ eujtevleia è
associata al buon gusto.
come dice in sintesi il Pericle di Tucidide:"filokalou'mevn te ga;r met j
eujteleiva" kai; filosofou'men
a[neu malakiva"" (Storie, II,
40, 1) in effetti amiamo il bello con semplicità e amiamo la cultura senza
mollezza.
Leggete anche la nota: è importante.
A proposito di personaggi del dramma
pezzenti viene in mente
l’euripidaristofaneggiare di Cratino.
I miei detrattori diranno: ti sono
simpatici i pezzenti perché tu sei il più pezzente più sdrucito e l’accattone
più miserabile di tutti.
Sì, è vero, ma dicendo questo i pezzenti
mentali mi fanno onore perché io mi vanto dio essere un mendico. Cerco di
accattare amore e bellezza. I miseri quattrini non mi hanno mai fatto gola.
Il coro ricorda che poco prima danzando
e sbirciando, ha visto titqivon prokuvyan, una tettina spuntare dalla tunica lacerata citwnivou pararragevntoς (pararrhvgnumi) di una ragazza
carina: una compagna di giochi dal bel
volto compagna di giochi eujproswvpou
sumpaistriva" 410
Nell’Edipo re il volto bello è indicato come un rimedia
contro la peste. Se invece di usare i droni o i
mitra o le bombe gli assassini guardassero in faccia le loro vittime,
probabilmente non le ammazzerebbero.
Nella Parodo di questa tragedia di
Sofocle il Coro di vecchi Tebani chiede aiuto ad Atena con queste parole:"
e il peana lampeggia/ e la voce lamentosa del flauto concorde,/per cui, o aurea
figlia di Zeus,/ manda un aiuto dal bel volto eujw`pa pevmyon ajlkavn" vv. 186-189).
Iacco filocoreuthvς , amico delle danze, viene pregato di
accompagnare i coreuti (Vespe 414).
Chiunque guidi i tiasi è Bromio: Brovmioς o{stiς a[gh/ qiavsouς come dicono le Baccanti (v. 155), sempre nella
parodo.
Nell’Antigone leggiamo vv. 151-154: "andiamo
a tutti i templi degli dei/con danze che durano la notte intera,/e il Tebano
che scuote la terra/ e Bacco, sia il primo. oJ d’ e[xarcoς Brovmioς (154)
Secondo Nietzsche, il Coro vede Dioniso
poi entusiasma gli spettatori in maniera dionisiaca.
Questo Dioniso buffo e lascivo risponde
che gli è sempre piaciuto essere un accompagnatore-filakovlouqo"- e ora vuole danzare giocando con lei (Vespe, 414).
Pesaro 16 settembre 2021 ore 18, 07
giovanni ghiselli
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