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Il coro assume un tono epico: dice che è difficile
decidere dal momento che la contesa è grande - polu; to; nei`ko" (1099), e la guerra serrata. Dunque è compito
difficile decidere - calepo;n
ou\n e[rgon diairei`n (1100) perché i due
contendenti combattono con forza biaivw" -
1101. Uno incalza, l’altro riesce a rivolgersi e a resiste prontamente torw`" 1102.
Quindi i coreuti incoraggiano i due combattenti a
parlare, intensificare, levare la pelle al vecchio e al nuovo “devreton (imperativo duale) - ta; te palaia; kai; ta; kainav” (1107), correte pure il rischio di dire qualcosa di
arguto e di sapiente.
Rivolgerei ai nostri politici che biascicano le stesse
parole da mesi, se non da anni, questo appello con la richiesta di dire e fare
qualcosa di nuovo. Magari qualche cosa di sinistra, mentre nella prima pagina
del quotidiano “la Repubblica” di ieri 26 settembre, leggo a grosse lettere e in
grassetto
Niente salario minimo nell’agenda del governo.
Una strizzata d’occhio alla Meloni e a Salvini perché
se ne ricordino alla prossima elezione del presidente. Un regalo agli
imprenditori che hanno applaudito. Eppure questa mancanza fa correre il rischio
di una rivolta con disordini dove altra povera gente - rivoltosi e poliziotti -
può perdere la vita.
Ricordo che in Germania il salario minimo è stato
portato a 12 euro, mentre qui in Italia tante persone in miseria lavorano per
molto meno.
Il coro quindi suggerisce ai due poeti Eschilo ed
Euripide in contesa verbale tra loro di non temere che ci sia tanta ignoranza
negli spettatori da non capire le finezze che dicono mh; tiς ajmaqiva prosh '/- toi'ς qewmevnoisin, wJ" ta;
lepta; mh; gnw`nai legovtoin - 1109 -
111: non dovete temere questo perché non è più così - “mhde;n ojrrwdei`te wJς oujkeq j ou{tw e[cei”,1112.
Ciascuno
capisce le vostre parole belle (e{kastoς manqavnei ta; dexiav 1114).
Le loro nature già eccellenti fuvseiς kravtistai si sono affinate
parhkovnhntai 1116.
Dunque si può affrontare qualunque argomento qeatw'n g j ou[nec j o[ntwn
sofw'n (1118) siccome gli spettatori se
ne intendono.
Il drammaurgo
ateniese aveva la prospettiva di un pubblico educato, addirittura colto. Una
prospettiva sicura per chi scrive.
La vedo anche io constatando che il numero dei miei
lettori cresce ogni giorno e perciò seguito a scrivere rinunciando magari ad
altri piaceri quando si presentano.
Pesaro 27 settembre 2021 ore 9, 46
giovanni ghiselli
p. s.
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