NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 2 settembre 2021

Telemachia VI. Telemaco a Pilo, da Nestore. Il problema dell’identità.

Nel terzo canto dell’Odissea Atena e Telemaco giungono a Pilo e sbarcano mentre Nestore e i suoi facevano un sacrificio di tori sulla spiaggia. Il giovane ha vergogna di parlare, ma la dea lo incoraggia ad avvicinarsi al vecchio re per porgli domande. Vediamo ora alcuni versi con la ritrosia di Telemaco dove "il poeta descrive con calda simpatia l'intima titubanza del giovane, cresciuto nella sua remota isoletta nella semplicità d'una signoria campagnola, ignaro del gran mondo, quannd'egli per la prima volta vi si affaccia ed è ospite d'alti personaggi" . Greco vv. 21-30. Telemaco manifesta il suo timore di essere impacciato da timidezza e inesperienza, ma Atena lo spinge mostrandogli la sua buona natura e promettendogli l'aiuto divino . Allora il ragazzo si muove sulle orme della dea . vv. 2I-24:"A lei allora Telemaco saggio di contro diceva:/ "Mentore, e come devo andarci ora, e come gli porgerò il saluto poi?/io non sono ancora in alcun modo esperto di discorsi fitti:/del resto è vergogna che un giovane interroghi un vecchio". 21 pepnumevno": è epiteto fisso di Telemaco. Mi piace cadere nella confusione denunciata da S. West ("E' inverosimile che pevpnumai sia connesso con pnevw; i due verbi furono tuttavia facilmente confusi" ) poiché pevpnumai è il perfetto passivo di pnevw e perché attraverso questa derivazione viene fuori il senso di "ispirato" che si addice a una persona intelligente, in quanto l'acume mentale è un dono divino, anzi il più grande di tutti Quindi Nestore riconosce in Telemaco il meglio di Ulisse: la parola (vv. 124-125), dando il suo aiuto al giovane in cerca di identità: "Telemaco non sa cosa fare, perché non sa chi è. Deve prima trovare la propria identità. Solo dopo può agire con forza e convinzione. E solo dopo può incontrare il padre. Infatti per potere riconoscere Odisseo come genitore deve prima avere la certezza di esserne il figlio. Il poeta dell'Odissea lo ha capito. Per tale ragione lascia che Atena spinga il giovane, che ha invano cercato di ottenere qualche lume nell'assemblea cittadina, a recarsi "all'estero". Se i capi delle case aristocratiche un tempo amiche del padre a Pilo (Nestore) e a Sparta (Menelao/Elena) non possono dirgli se Odisseo sia ancora vivo o meno, possono però svelargli quello che per lui è al momento la cosa più importante: se sia o no il figlio di Odisseo. Avendo essi conosciuto l'eroe, sono in grado di confrontare l'aspetto fisico di Telemaco e il suo carattere con quello di Odisseo. Questa è la prova convincente. Quando Telemaco ritorna, ha trovato la propria identità. Ha fiducia in sé ed è cresciuto. Adesso può diventare compagno del padre, quando questi ritornerà, quel compagno che non avrebbe mai potuto essere prima" . La ricerca e la definizione della propria identità è il compito più serio della prima parte della vita dell’uomo; la difesa di questa identità trovata è il più serio e difficile della seconda parte di questa nostra pur troppo breve vita umana. Chi non trova o non riconosce la propria identità ne assume una gregaria. Nestore conclude il discorso consigliando a Telemaco di andare dal "biondo Menelao"(v. 327) e di interrogarlo: non dirà menzogne poiché è molto saggio ("mavla ga;r pepnumevno" ejstivn", v. 328). Questo epiteto viene attribuito a Telemaco in I 367, allo stesso Nestore in un verso uguale a questo (III, 20) e di nuovo a Telemaco nel successivo (III, 21). Dunque il vecchio re di Pilo consiglia al ragazzo di Itaca di rivolgersi a uno come loro, un saggio, un ispirato, come per un antico "gioco delle perle di vetro". Pesaro 2 settembre 2021 ore 11, 39 giovanni ghiselli

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