Quando canto Bella ciao, lo faccio ancora, o la sento cantare oramai da pochi, mi commuovo, mi vengono le lacrime agli occhi e non solo perché mi ricorda le speranze politiche e personali della mia gioventù.
Piango piuttosto perché è tornato l’invasore.
In questo ultimo anno è stato il virus e negli anni precedenti ce ne sono stati diversi altri non meno deleteri: l’ignoranza, l’indifferenza, la spietatezza dell’uomo per l’uomo. Ogni forma di gentilezza, di cortesia, ogni espressione di simpatia viene presa male: con diffidenza, con sospetto, con ostilità. Poi il nichilismo che ha annientato quelli che erano e sono valori: la cultura, l’impegno politico in favore della polis appunto, la sapienza (hJ sofiva, femminile, genera la vita) pià alta e comprensiva del sapere tecnologico e tecnocratico (to; sofovn, neutro: ora si volge al bene oraal male come dice Sofocle). La sapienza vede l’insieme delle vicende umane e sente la simpatia, cioè la compassione. E aiuta chi ha bisogno.
Il sapere si ferma su un aspetto, spesso minimo e insignificante delle cose, e cerca il profitto o il potere del gregario.
Sicché l’invasore è di nuovo tra noi e dobbiamo cacciarlo un’altra volta
Un abbraccio ai miei lettori
gianni
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