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Antonio vuole raggiungere Cleopatra presunta morta
Antonio
parla con il servitore e amico Eros e gli parla della forma cangiante delle
nuvole che sono il corteo dell’oscuro vespero.
Ebbene il
comandante sconfitto, l’amante che si sente tradito dice: “here I am Antony,
- yet cannot hold this visible shape” (IV, 14, 13 - 14) eccomi sono qui
Antonio, eppure non posso mantenere questa forma visibile.
E’ il tema ricorrente
della vita umana come ombra che trascorre sulla terra al pari di quella delle
mutevoli nuvole.
“Pulvis
et umbra sumus”, polvere e ombra siamo, scrive Orazio (Odi, IV, 7,
v. 16). Amleto dice che l’uomo è quintessenza di polvere.
Nel Seicento
questa idea va di moda, tanto che Calderòn de la Barca intitola il suo
capolavoro (del 1635) La vita è sogno, e, nel corso del dramma (I,
2), scrive: "il delitto maggiore dell'uomo è essere nato",
mentre Prospero in La tempesta [1] afferma: "Noi siamo fatti con la
materia dei sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno" (IV, 1).
Quindi il duca si avvia con la mente alla sua Milano "dove un pensiero su
tre, sarà la tomba" (V, 1). Nel Macbeth il protagonista
afferma: "Life's but a walking shadow " (V,
5), la vita non è che un'ombra che cammina.
Mattia
Pascal/Adriano Meis passeggiando per Roma riflette sulla propria ombra: “Uscii
di casa, come un matto. Mi ritrovai dopo un pezzo per via Flaminia, vicino a
Ponte Molle. Che ero andato a far lì? Mi guardai attorno; poi gli occhi mi
s’affissarono su l’ombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla;
infine alzai un piede rabbiosamente su essa. Ma io no, non potevo calpestarla,
l’ombra mia. Chi era più ombra di noi due? Io o lei? Due ombre! Là, là per
terra; e ciascuno poteva passarci sopra: schiacciarmi la testa, schiacciarmi il
cuore: e io, zitto, l’ombra, zitta. L’ombra d’un morto: ecco la mia vita…Ma sì!
Così era! Il simbolo, lo spettro della mia vita era quell’ombra: ero io, là per
terra, esposto alla mercè dei piedi altrui. Ecco quello che restava di Mattia
Pascal, morto alla Stìa: la sua ombra per le vie di Roma”[2].
Concludo con
Proust: "Ci si accanisce a cercare i rottami inconsistenti d'un sogno, e
intanto la nostra vita con la creatura amata continua: la nostra vita,
distratta dinanzi a cose di cui ignoriamo l'importanza per noi, attenta a
quelle che forse non ne hanno, succube di esseri senza nessun rapporto reale
con noi, piena di oblii, di lacune, di ansietà vane; la nostra vita simile a un
sogno" (La prigioniera, p. 147
Quindi entra Mardiano. Antonio lo aggredisce ribadendo
che Cleopatra lo ha tradito e aggiungendo che sarà messa a morte
L’eunuco però gli dà la notizia falsa della morte
della regina le cui ultime parole sono state: “Antony! Most noble Antony!”
(IV, 14, 29).
Antonio allora dice a Eros che il proprio compito è
finito, poi congeda Mardiano e aggiunge no more soldier (42)
non sono più un soldato. La perdita dell’identità, del proprio ruolo, fa
chiudere il sipario della vita che è una recita.
La vita come recita
" All
the world's a stage - And all the men and women merely players" (As
you like it [3],
II, 7), tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne non sono
che attori.
Nella Vita di Svetonio troviamo l'ultima scena
di Augusto il quale supremo die , fattisi mettere in ordine i
capelli e le guance cascanti, domandò agli amici "ecquid iis videretur
mimum vitae commode transegisse" (99), se a loro sembrasse che avesse
recitato bene la farsa della vita, quindi chiese loro, in greco, degli applausi
con la solita clausula delle commedie:" eij de; ti - e[coi
kalw'" to; paivgnion, krovton dovte", se è andato un po’ bene questo scherzo,
applaudite.
Eros esce e
Antonio decide di morire per raggiungere Cleopatra e chiederle piangendo di
essere perdonato and weep my pardon (45)
Ogni indugio
è tortura since the torch is out (46) dal nomento che la
torcia è spenta.
Cfr. “out
, out, - brief L. brevis, GK. bracuv" - candle!” di Macbeth (V,
5), spengiti, spengiti, breve candela!
Anche
Nella Vita di Plutarco,
Antonio crede alla morte di Cleopatra e dice: a se stesso: “tiv e[ti
mevllei", jAntwvnie; th;n movnhn hj
tuvch kai; loiph;n ajfhv/rhke tou` filoyucei`n provfasin”, che cosa aspetti ancora Antonio?
La sorte ti ha tolto l’unico e ultimo pretesto per amare la vita.
Quindi si
toglie la corazza, il segno visibile, la divisa del suo ruolo di soldato che
poi ripudia anche con parole rivolte all’ombra di Cleopatra: “non soffro per
essere privato di te che tosto raggiungerò ma perché io , comandante tanto
grande, mi sono rivelato inferiore a una donna per forza d’animo - oj
thlikou`to" aujtokravtwr eujyuciva/ pefwvramai leipovmeno"” (76, 6).
Tra gli
amanti spesso non manca quasi mai la competizione: spesso Eros si associa a
Eris.
Eros
si associa a Eris (contesa:"Militat omnis amans, et habet sua castra
Cupido;/Attice, crede mihi, militat omnis amans "(Amores,
I, 9, 1 - 2), è un soldato ogni amante; anche Cupido ha il suo campo di guerra;
Attico, credimi, ogni amante è un soldato.
Anche nel
grande amore di Anna Karenina e
Vronskij a un certo punto entra la cattiva Eris, ossia lo spirito della
competizione distruttiva dovuta al fatto che lui era in allarme per la propria
autonomia minacciata dall'amante; ella a sua volta:" sentì che, a fianco
dell'amore che li univa, fra loro
si era insediato un certo malvagio spirito di dissidio e che lei
non poteva scacciarlo dal cuore di lui, né, ancor meno, dal proprio"[4]. Perfino le
espressioni di approvazione diventano sospette e allarmanti quando l'amore, in
uno solo dei due, è in fase calante:" C'era qualcosa di offensivo nel
fatto che egli avesse detto:"Questo sì che va bene", come si dice ai
bambini quando smettono di fare i capricci; e ancor più offensivo era quel
contrasto fra il tono di colpa che aveva lei e quello sicuro di sé di lui: e
per un istante Anna sentì sollevarsi dentro di sé il desiderio di lotta; ma,
fatto uno sforzo su se stessa, lo soffocò e accolse Vrònskij con la stessa
allegria di prima" (p. 746). Tuttavia la simulazione non regge:"
anche sapendo che si rovinava, non poté non fargli vedere quanto lui avesse
torto, non poteva sottomettersi" (p. 747),
Capita spesso, quasi sempre purtroppo, che gli amanti diventino nemici. Cfr.
Catullo: Amo et odi.
Torniamo a
Shakespeare dove Antonio dice di volere raggiungere Cleopatra: I come
my queen, stay for me - where the souls couch on flowers, we ‘ll hand in hand, -
and with our sprightly port make the ghosts gaze: - Dido and her Aeneas shall
want troops - and all the haunt be ours (IV, 14, 50 - 54), vengo mia
regina, aspettami dove le anime giacciono sui fiori e noi procederemo tenendoci
per mano, e con il nostro portamento fulgente ci faremo ammirare dagli spiriti
e Didone e il suo Enea rimsarranno senza corteo e tutto il ritrovo sarà nostro
Poi chiama
Eros per chiedergli di aiutarlo a uccidersi.
Bologna 17
aprile 2021 oe 12 giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Del
1612.
[2] L.
Pirandello, Il fu Mattia Pascal, pp. 234 - 325.
[3] 1599
- 1600.
[4]L.
Tolstoj, Anna Karenina (del 1877) , p. 711.
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