sabato 17 aprile 2021

La presenza degli autori classici nelle tragedie di Shakespeare. XXV. Antonio vuole raggiungere Cleopatra presunta morta

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Antonio vuole raggiungere Cleopatra presunta morta


Antonio parla con il servitore e amico Eros e gli parla della forma cangiante delle nuvole che sono il corteo dell’oscuro vespero.

Ebbene il comandante sconfitto, l’amante che si sente tradito dice: “here I am Antony, - yet cannot hold this visible shape” (IV, 14, 13 - 14) eccomi sono qui Antonio, eppure non posso mantenere questa forma visibile.

E’ il tema ricorrente della vita umana come ombra che trascorre sulla terra al pari di quella delle mutevoli nuvole.

 

Pulvis et umbra sumus”, polvere e ombra siamo, scrive Orazio (Odi, IV, 7, v. 16). Amleto dice che l’uomo è quintessenza di polvere. 

Nel Seicento questa idea va di moda, tanto che Calderòn de la Barca intitola il suo capolavoro (del 1635) La vita è sogno, e, nel corso del dramma (I, 2), scrive: "il delitto maggiore dell'uomo è essere nato", mentre Prospero in La tempesta [1] afferma: "Noi siamo fatti con la materia dei sogni, e la nostra breve vita è circondata dal sonno" (IV, 1). Quindi il duca si avvia con la mente alla sua Milano "dove un pensiero su tre, sarà la tomba" (V, 1). Nel Macbeth il protagonista afferma: "Life's but a walking shadow " (V, 5), la vita non è che un'ombra che cammina.

Mattia Pascal/Adriano Meis passeggiando per Roma riflette sulla propria ombra: “Uscii di casa, come un matto. Mi ritrovai dopo un pezzo per via Flaminia, vicino a Ponte Molle. Che ero andato a far lì? Mi guardai attorno; poi gli occhi mi s’affissarono su l’ombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla; infine alzai un piede rabbiosamente su essa. Ma io no, non potevo calpestarla, l’ombra mia. Chi era più ombra di noi due? Io o lei? Due ombre! Là, là per terra; e ciascuno poteva passarci sopra: schiacciarmi la testa, schiacciarmi il cuore: e io, zitto, l’ombra, zitta. L’ombra d’un morto: ecco la mia vita…Ma sì! Così era! Il simbolo, lo spettro della mia vita era quell’ombra: ero io, là per terra, esposto alla mercè dei piedi altrui. Ecco quello che restava di Mattia Pascal, morto alla Stìa: la sua ombra per le vie di Roma”[2].

Concludo con Proust: "Ci si accanisce a cercare i rottami inconsistenti d'un sogno, e intanto la nostra vita con la creatura amata continua: la nostra vita, distratta dinanzi a cose di cui ignoriamo l'importanza per noi, attenta a quelle che forse non ne hanno, succube di esseri senza nessun rapporto reale con noi, piena di oblii, di lacune, di ansietà vane; la nostra vita simile a un sogno" (La prigioniera, p. 147

Quindi entra Mardiano. Antonio lo aggredisce ribadendo che Cleopatra lo ha tradito e aggiungendo che sarà messa a morte

L’eunuco però gli dà la notizia falsa della morte della regina le cui ultime parole sono state: “Antony! Most noble Antony!” (IV, 14, 29).

Antonio allora dice a Eros che il proprio compito è finito, poi congeda Mardiano e aggiunge no more soldier (42) non sono più un soldato. La perdita dell’identità, del proprio ruolo, fa chiudere il sipario della vita che è una recita.

 La vita come recita

All the world's a stage - And all the men and women merely players" (As you like it [3], II, 7), tutto il mondo è un palcoscenico e tutti gli uomini e le donne non sono che attori.

Nella Vita di Svetonio troviamo l'ultima scena di Augusto il quale supremo die , fattisi mettere in ordine i capelli e le guance cascanti, domandò agli amici "ecquid iis videretur mimum vitae commode transegisse" (99), se a loro sembrasse che avesse recitato bene la farsa della vita, quindi chiese loro, in greco, degli applausi con la solita clausula delle commedie:" eij de; ti - e[coi kalw'" to; paivgnion, krovton dovte", se è andato un po’ bene questo scherzo, applaudite.

 

Eros esce e Antonio decide di morire per raggiungere Cleopatra e chiederle piangendo di essere perdonato and weep my pardon (45)

Ogni indugio è tortura since the torch is out (46) dal nomento che la torcia è spenta.

Cfr. “out , out, - brief L. brevis, GK. bracuv" - candle!” di Macbeth (V, 5), spengiti, spengiti, breve candela!

 

Anche Nella Vita di Plutarco, Antonio crede alla morte di Cleopatra e dice: a se stesso: “tiv e[ti mevllei", jAntwvnieth;n movnhn hj tuvch kai; loiph;n ajfhv/rhke tou` filoyucei`n provfasin”, che cosa aspetti ancora Antonio? La sorte ti ha tolto l’unico e ultimo pretesto per amare la vita.

Quindi si toglie la corazza, il segno visibile, la divisa del suo ruolo di soldato che poi ripudia anche con parole rivolte all’ombra di Cleopatra: “non soffro per essere privato di te che tosto raggiungerò ma perché io , comandante tanto grande, mi sono rivelato inferiore a una donna per forza d’animo - oj thlikou`to" aujtokravtwr eujyuciva/ pefwvramai leipovmeno"” (76, 6).

 

Tra gli amanti spesso non manca quasi mai la competizione: spesso Eros si associa a Eris.

 Eros si associa a Eris (contesa:"Militat omnis amans, et habet sua castra Cupido;/Attice, crede mihi, militat omnis amans "(Amores, I, 9, 1 - 2), è un soldato ogni amante; anche Cupido ha il suo campo di guerra; Attico, credimi, ogni amante è un soldato.

 

 Anche nel grande amore di Anna Karenina e Vronskij a un certo punto entra la cattiva Eris, ossia lo spirito della competizione distruttiva dovuta al fatto che lui era in allarme per la propria autonomia minacciata dall'amante; ella a sua volta:" sentì che, a fianco dell'amore che li univa, fra loro si era insediato un certo malvagio spirito di dissidio e che lei non poteva scacciarlo dal cuore di lui, né, ancor meno, dal proprio"[4]. Perfino le espressioni di approvazione diventano sospette e allarmanti quando l'amore, in uno solo dei due, è in fase calante:" C'era qualcosa di offensivo nel fatto che egli avesse detto:"Questo sì che va bene", come si dice ai bambini quando smettono di fare i capricci; e ancor più offensivo era quel contrasto fra il tono di colpa che aveva lei e quello sicuro di sé di lui: e per un istante Anna sentì sollevarsi dentro di sé il desiderio di lotta; ma, fatto uno sforzo su se stessa, lo soffocò e accolse Vrònskij con la stessa allegria di prima" (p. 746). Tuttavia la simulazione non regge:" anche sapendo che si rovinava, non poté non fargli vedere quanto lui avesse torto, non poteva sottomettersi" (p. 747),

Capita spesso, quasi sempre purtroppo, che gli amanti diventino nemici. Cfr. Catullo: Amo et odi.

 

Torniamo a Shakespeare dove Antonio dice di volere raggiungere Cleopatra: I come my queen, stay for me - where the souls couch on flowers, we ‘ll hand in hand, - and with our sprightly port make the ghosts gaze: - Dido and her Aeneas shall want troops - and all the haunt be ours (IV, 14, 50 - 54), vengo mia regina, aspettami dove le anime giacciono sui fiori e noi procederemo tenendoci per mano, e con il nostro portamento fulgente ci faremo ammirare dagli spiriti e Didone e il suo Enea rimsarranno senza corteo e tutto il ritrovo sarà nostro

Poi chiama Eros per chiedergli di aiutarlo a uccidersi.

 

Bologna 17 aprile 2021 oe 12 giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Del 1612.

[2] L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, pp. 234 - 325.

[3] 1599 - 1600.

[4]L. Tolstoj, Anna Karenina (del 1877) , p. 711.

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