martedì 27 aprile 2021

La presenza degli autori classici nelle tragedie di Shakespeare. XXVIII. La vita umana come una processione di attori. Regista è la Sorte

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Aggiungo questo splendido pezzo di Luciano all’argomento

La vita umana come recita che presenterò nel mio corso di giugno

Venne dato da tradurre diversi anni fa quale seconda prova all’esame di maturità. Una volta agli studenti si chiedeva questo. Ero tra gli esaminatori non interni nel liceo Mamiani di Pesaro. Gli studenti furono in grado di tradurre. Doveva essere verso la fine degli anni Ottanta o tra i primi anni Novanta, non ricordo l’anno preciso.

 

Toig£rtoi ™ke‹na Ðrînt… moi ™dÒkei Ð tîn

¢nqrèpwn b…oj pompÍ tini makr´ proseoikšnai,

Dunque a me che guardavo sembrò che la vita umana fosse simile a una lunga processione,

 

corhge‹n d kaˆ diat£ttein kasta  TÚchdi£-

fora kaˆ poik…la to‹j pompeuta‹j t¦ sc»mata

pros£ptousa· tÕn mn g¦r laboàsae„ tÚcoi,

basilikîj dieskeÚasenti£ran te ™piqe‹sa kaˆ

dorufÒrouj paradoàsa kaˆ t¾n kefal¾n stšyasa

tù diad»matitù d okštou scÁma perišqhken·

e che la Tyche la guidasse e ordinasse ogni cosa, applicando ai partecipanti  abbigliamenti  differenti e vari: preso uno infatti, se è il caso, lo equipaggia da re, mettendogli la tiara, attribuendogli guardie del corpo e incoronadogli il capo con un diadema, mentre a un altro dà la foggia di un servo;  

tÕn dš tina kalÕn enai kÒsmhsentÕn d ¥morfon

kaˆ gelo‹on pareskeÚasen· pantodap¾n g£r,

omaide‹ genšsqai t¾n qšan.

uno poi lo adorna in modo che sia bello, un altro invece lo rende deforme e ridicolo: multiforme infatti, credo, debba essere lo spettacolo.

 poll£kij d kaˆ

di¦ mšshj tÁj pompÁj metšbale t¦ ™n…wn sc»mata

oÙk ™îsa e„j tšloj diapompeàsai æj ™t£cqhsan,

¢ll¦ metamfišsasa tÕn mn Kroson ºn£gkase

t¾n toà o„kštou kaˆ a„cmalètou skeu¾n ¢nala-

be‹ntÕn d Mai£ndrion tšwj n toj okštaij

pompeÚonta t¾n toà Polukr£touj turann…da

metenšduse kaˆ mšcri mšn tinoj e‡ase crÁsqai

tù sc»mati·

Spesso poi a metà della processione cambia le parvenze di alcuni: non permettendo che marcino in processione fino al termine  come erano stati ordinti, ma cambiando quell’ordine costringe Creso a prendere il costume di uno schiavo, e di un prigioniero di guerra, mentre Meandrio che fino allora sfilava tra i servi lo riveste con la tirannide di Policrate e per un certo tempo gli lascia indossare quell’abito

™peid¦n d Ð tÁj pompÁj kairÕj

paršlqVthnikaàta ›kastoj ¢podoÝj t¾n skeu¾n

kaˆ ¢podus£menoj tÕ scÁma met¦ toà sèmatoj

™gšneto oŒÒsper Ãn prÕ toà genšsqaimhdn toà

plhs…on diafšrwn.

Quando poi il tempo della processione è passato, allora ciascuno restituendo l’abito e spogliandosi dell’aspetto con il corpo, diventa quale era prima di essere nato, per niente diverso dal vicino.

 œnioi d Øp¢gnwmosÚnhj,

™peid¦n ¢paitÍ tÕn kÒsmon ™pist©sa ¹ TÚch

¥cqonta… te kaˆ ¢ganaktoàsin ésper o„ke…wn

tinîn steriskÒmenoi kaˆ oÙc § prÕj Ñl…gon ™cr»-

santo ¢podidÒntej.

Ma alcuni per stoltezza, quando la Tyche che sta accanto a loro richiede l’adornamento, se la prendono, e se ne dolgono come se fossero privati di alcuni beni propri e non restituissero quello di cui si erano serviti per breve tempo.

 

O mai dš se kaˆ tîn pˆ tÁj skhnÁj poll£kij

˜wrakšnai toÝj tragikoÝj Øpokrit¦j toÚtouj prÕj

t¦j cre…aj tîn dram£twn ¥rti mn Kršontaj,

™n…ote d Pri£mouj gignomšnouj À 'Agamšmnonaj,

kaˆ Ð aÙtÒje„ tÚcoimikrÕn œmprosqen m£la

semnîj tÕ toà Kškropoj À 'Erecqšwj scÁma

mimhs£menoj metÑl…gon o„kšthj proÁlqen ØpÕ

toà poihtoà kekeleusmšnoj.

Io credo che tu abbia visto spesso sulla scena gli attori tragici: questi secondo la necessità dei drammi ora diventano Creonti, talora Priami o Agamennoni, e, se è il caso, il medesimo attore che poco prima recitava con gravità la parte di Cecrope o di Eretteo, poco dopo entra in scena da servo secondo  l’ordine del poeta. 

 

½dh d pšraj œcontoj

toà dr£matoj ¢podus£menoj ›kastoj aÙtîn t¾n

crusÒpaston ™ke…nhn ™sqÁta kaˆ tÕ proswpe‹on

¢poqšmenoj kaˆ katab¦j ¢pÕ tîn ™mbatîn pšnhj

kaˆ tapeinÕj per…eisinoÙkšt'Agamšmnwn Ð

'Atršwj oÙd Kršwn Ð Menoikšwj¢ll¦ Pîloj

Cariklšouj SounieÝj ÑnomazÒmenoj À S£turoj

Qeoge…tonoj Maraqèniojtoiaàta kaˆ t¦ tîn

¢nqrèpwn pr£gmat£ ™stinæj tÒte moi Ðrînti

œdoxen.

 

Quando il dramma è già terminato ciacuno di loro, deposta la veste ricamata d’oro  e messa via la maschera e sceso giù dai coturni, se ne va povero e dimesso, non più Agamennone figlio di Atreo, né Creonte figlio di Meneceo, ma Polo figli di Caricle da Sunio  o Satiro figlio di Teogitone sa Maratona. Così sono sembrate le faccende umane a me come una volta osservavo quello spettacolo.   

 

Luciano (120-185 circa)  Menippo o la Necromanzia  (16, 9-44)

 

 

 

 

 

Bologna 27 aprile 2021 ore 18, 31

 giovanni ghiselli


p. s

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