NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 15 aprile 2021

La presenza degli autori classici nelle tragedie di Shakespeare. XXII. Antonio vuole tentare una riscossa. Ma i segni sono pessimi

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Antonio vuole tentare una riscossa. Ma i segni sono pessimi


now I will set my teeth - and send to darkness all that stop me. Come, let’s have one other gaudy - latino gaudium, gaudere; greco ghqevw - night: call to me - all my sad captains, fill our bowls - latino bulla - once more: - let’s mock the midnight bell” (III, 13, 181 - 185), ora voglio serrare i denti e mandare nelle tenebre tutti quelli che cercano di fermarmi. Su, prendiamoci un’altra notte gioiosa: chiamatemi tutti I miei tristi capitani, riempiamo le nostre coppe ancora una volta: e scherniamo la campana della mezzanotte.

Cleopatra replica: It is my birh-day: - I had thought to have held it poor, but since my lord - is Antony again, I will be Cleopatra” (185 - 187), è il mio compleanno: avevo pensato di passarlo tristemente , ma dal momento che il mio signore è di nuovo Antonio, io voglio essere Cleopatra. Torna il nesso già indicato con Medea superest.

Antonio conferma la sua decisione disperata senza escludere del resto la speranza: “come on my queen - greco gunhv - : - there is sap in ’t yet. The next time I do fight - i’ll make death love me, for I will contend - even with his pestilent scythe (III, 13, 191 - 194), venite mia regina: c’è ancora della vita in questo. Nel prossimo combattimento mi farò amare dalla morte, perché io lotterò persino con la sua falce avvelenata.

Nella mezzanotte fra il 31 luglio e il primo agosto del 30 ci furono i segni della fine ultima di Antonio.

Si racconta che improvvisamente si udirono suoni armoniosi di vari strumenti e il clamore di una folla - kai; boh;n o[clou - con grida e danze da satiri, come fosse una schiera dionisiaca che procedeva non senza turbolenza - w{sper qiavsou tino;" oujk ajqoruvbw" ejxelauvnonto" - e sembrava che avanzasse attraverso il centro della città in direzione della porta esterna, quella rivolta dalla parte dei nemici - ejpi; th;n puvlhn e[xw th;n tetrammevnhn pro;" tou;" polemivou" .

Là giunto, il tumulto arrivato al massimo, cessò. Kai; tauvth/ to; qovrubon ejkpesei`n plei`ston genovmenon - A chi esaminava il segno pareva che abbandonasse Antonio il dio con il quale egli aveva continuato a identificarsi e a conformarsi (Plutarco, Vita di Antonio, 75, 4 - 6)

Si ricorderanno altri brutti presagi per Antonio, pecedentemente segnalati tanto da Plutarco quanto da Shakespeare.

Nel IV atto dell’ Antonio e Cleopatra Shakespeare riprende quello delle rondini che nella Vita di Plutarco si trova a 60, 7 citato sopra.

L’antoniano Scaro dunque dice tra sé: “Swallows have built - in Cleopatra’s sails their nests - latino nidus - : the augurers - say they know not, they cannot tell, look grimly - and dare not speak their knowledge. Antony - is valiant, and dejected, and by starts - his fretted fortunes give him hope, and fear - of what he has, and has not” (Antonio e Cleopatra, IV, 12, 4 - 9), delle rondini hanno costruito i loro nidi sulle vele di Cleopatra: gli àuguri dicono di non sapere, non possono parlare, hanno un aspetto torvo e non osano dire quello che sanno. Antonio è animoso e pure scoraggiato, e a sbalzi le sue logorate fortune gli danno speranza e timore di quello che ha e non ha.

Le vele (sails) di Cleopatra sono state già menzionate come purpuree (purple) da Enobarbo, (II, 6, 198), quindi da Cleopatra stessa come timorose (fearful sails, III, 11, 55). Ora presentano il segno cattivo del lato infausto della rondine.

 Del resto la porpora è fin da Omero associata alla morte

Breve excursus sul nesso porpora - morte

 

Nel V dell’Iliade purpurea è la morte che prese il troiano Ipsenore colpito da Euripilo: “e[llabe porfuvreo~ qavnato~ kai; moi'ra krataihv” (v. 839, lo prese la morte purpurea e la moira possente.

Questo verso viene ripetuto da Giuliano quando, il 6 novembre del 354 viene nominato Cesare dal cugino Costanzo. In quella circontanza risplendeva nel fulgore della porpora imperiale (imperatorii muricis fulgore), i soldati lo avevano acclamato battendo gli scudi sul ginocchio, e, salito sul cocchio imperiale, procedeva verso la reggia (Ammiano Marcellino, Storie, XV, 8). Morirà nove anni dopo combattendo contro i Persiani.

Dario III a capo dell' esercito persiano schierato contro Alessandro spiccava per il suo sfarzo: "purpurae tunicae medium album intextum erat"[1], la tunica di porpora era intessuta d'argento nel mezzo. Ebbene, era già consacrato alla morte. Anche il Cristo tribolato, già destinato alla morte, presentato da Pilato, è vestito di porpora: "Exiit ergo Iesus foras, portans spineam coronam et purpureum vestimentum. Et dicit eis - Ecce homo! - " ( Giovanni, 19, 5) 

Un forte valore simbolico ha anche il tappeto di porpora che Clitemestra fa dispiegare dinanzi ad Agamennone e che porterà il re nel bagno ove sarà assassinato; esso rappresenta il mondo di lussi e di sfarzi di cui Clitemestra si compiace, ma ha al tempo stesso un valore quasi magico, preludendo alla ricca veste in cui al momento del delitto Agamennone resterà impigliato come in una rete.

Credo di avere riconosciuto un’eco del tappeto rosso nel film di Chaplin The great dictator (1940): Napoloni - Mussolini, in visita da Hynkel - Hitler, non è disposto a scendere dal treno se non gli distendono davanti un tappeto: “I never get out without a carpet”.

 

Bologna 15 aprile 2021 ore 13, 52

giovanni ghiselli

 

p. s.
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[1] Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, 3, 3, 17.

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