Nella politica, nel parlamento, tra i partiti, si scontrano due logiche: quella della vita e quella dell’economia.
Tale conflitto non tiene conto che l’economia deve servire alla vita, non la vita all’economia
I fautori dell’economia ostile alla vita delle persone vecchie, stanche, deboli e fragili sanno bene che molte
di queste moriranno se verrà riaperto tutto prima del tempo.
Ma a loro andrebbe bene perché dopo tale ecatomnbe, chiamiamola così anche se non si tratta di cento, né di buoi, dopo questo nuovo olocausto insomma, lo Stato non dovrà più dare la pensione a tante persone inutili, improduttive.
Vero è che anche l’economia distrutta fa molte vittime.
La soluzione a parer mio è tenere chiuse e sospese le attività finché producono più contagio che profitti, togliere denaro con una patrimoniale a chi ne ha molto più del necessario, e compensare quanti subiscono danni dalla chiusura, perdite gravi e tali da mettere a repentaglio la loro sopravvivenza lavorativa e perfino la loro stessa vita.
Né le riaperture né le chiusure devono danneggiare la vita che deve venire prima di tutto.
La vita punisce chi la offende, mentre difende e premia chi la difende. L’ho sempre fatto e lo farò pur sapendo che “la tomba ai mortali di tutto è confine”[1] e spesso noi poveri mortali
tantum de funere pugnamus [2] lottiamo soltanto per la rovina. Che quando arriva travolge tutti. Dunque diamo spaccio allo scontro deleterio, mettiamolo via, e mettiamoci tutti dalla parte della vita.
Bologna 23 aprile 2021 ore 9, 41.
giovanni ghiselli
p. s.
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