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“I VOLTI DELLA GIUSTIZIA”. Terza parte
L’idea di Giustizia dominante nella tradizione aristotelica torna, trasformata dal cristianesimo, nell’aristotelismo medievale. Ambrogio Lorenzetti ne raffigura i concetti nel suo ciclo con immagini di grande potenza espressiva. Il metodo, la strada, della filosofia pratica di stampo aristotelico prosegue e viene ancora percorsa nel mondo contemporaneo. Questa via del resto è sempre associata a quella platonica. Infatti nemmeno le altre due, quella dei costumi e quella della razionalità sono state interrate. Nel triodo si sono incontrate poi hanno proseguito insieme.
Per esempio: nelle varie Antigoni da Sofocle in avanti, il re Creonte che non rispetta il costume della sepoltura dei morti offende l’ojsiva, la pietas e va in rovina.
Tra i moderni Leibniz (1646 - 1716) è l’autore più platonico per quanto riguarda l’idea di Giustizia. Un’idea matematica: è giusta quella legge che armonizza tutti i componenti come se fossero quelli di un’equazione, pervenendo a un risultato di identità. Ogni fattore ha il suo posto nel tutto sovrano. Gli elementi devono rapportarsi tra loro more geometrico secondo il modello del cosmo.
Cacciari a questo punto ha ricordato il Timeo.
Ne riporto alcune brevi parti
Nel dialogo platonico Timeo dice: “ e„ mn d¾ kalÒj ™stin Óde Ð kÒsmoj Ó te dhmiourgÕj ¢gaqÒj, dÁlon æj prÕj tÕ ¢…dion œblepen· e„
d Ö mhd' e„pe‹n tini qšmij, prÕj gegonÒj. pantˆ d¾ safj
Óti prÕj tÕ ¢…dion· Ð mn g¦r k£llistoj tîn gegonÒtwn, Ð
d' ¥ristoj tîn a„t…wn” (Timeo, 29 a), se il cosmo è bello e l’artefice è buono è chiaro che guardò al modello eterno; se no, cosa che non è nemmeno lecito dire, ha guardato a un modello già nato. Ma è chiaro a ciascuno che guardò a quello eterno: il più bello dei nati e l’ottimo tra gli autori.
Più avanti leggiamo che dio ha trovato per noi e ci ha donato la vista affinché, osservando nel cielo i giri della mente, ce ne avvalessimo per i moti circolari del nostro modo di pensare, dal momento che sono affini a quelli, disordinati agli ordinati, e imparando e divenendo partecipi della esattezza dei calcoli veri secondo natura, e imitando i giri della divinità che sono regolari, potessimo correggere quelli che vanno errando dentro di noi.
Vediamolo in greco
qeÕn ¹m‹n ¢neure‹n dwr»sasqa… te Ôyin,
†na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej periÒdouj crhsa…meqa
™pˆ t¦j perifor¦j t¦j tÁj par' ¹m‹n diano»sewj, suggene‹j
™ke…naij oÜsaj, ¢tar£ktoij tetaragmšnaj, ™kmaqÒntej d kaˆ
logismîn kat¦ fÚsin ÑrqÒthtoj metascÒntej, mimoÚmenoi
t¦j toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsaj, ¦j toà qeoà p£ntwj ¢plane‹j oÜsaj, t¦j ™n ¹m‹n peplanhmšnaj katasthsa…meqa (Timeo, 47 b - c).
In conclusione: “p©sa ¢n£gkh (…) eâ kekosmhmšnon tÕn da…mona sÚnoikon ˜autù, diaferÒntwj eÙda…mona enai. qerape…a d d¾ pantˆ pantÕj m…a, t¦j o„ke…aj ˜k£stJ trof¦j kaˆ kin»seij ¢podidÒnai. tù d' ™n ¹m‹n qe…J suggene‹j e„sin kin»seij aƒ toà pantÕj diano»seij kaˆ perifora…· taÚtaij d¾ sunepÒmenon ›kaston de‹, t¦j perˆ t¾n gšnesin ™n tÍ kefalÍ diefqarmšnaj ¹mîn periÒdouj ™xorqoànta di¦ tÕ katamanq£nein t¦j toà pantÕj ¡rmon…aj te kaˆ perifor£j”, è del tutto necessario che colui il quale ha tenuto in ordine la parte divina che abita in lui sia sopra tutti felice. La cura del tutto è per ciascuno una sola, assegnare a ciacuna parte nutrimenti e movimenti appropriati. Sono congeniali alla nostra parte divina i movimenti, i pensieri e le circolazioni dell’universo. Dunque ciascuno deve seguire questi correggendo i circuiti guasti già sulla nascita nella testa attraverso l’apprendimento delle armonie e circolazioni dell’universo (Timeo, 90, c - d).
In un altro dialogo, Platone attraverso Socrate consiglia l’assimilazione a Dio (oJmoivwsiς qew' , Teeteto (176b - c). Non è possibile che il male sparisca: è necessario che ci sia sempre qualcosa di opposto al bene su questa terra, questo però non può certo essere situato tra gli dèi, ma va errando attraverso la natura mortale e questo luogo per necessità. Perciò si deve cercare di fuggire da qui al più presto. E la fuga è assomigliarsi a dio il più possibile fugh; de; oJmoivwsi" qew'/ kata; to; dunatovn, e tale oJmoivwsi" è diventar giusto e santo con intelligenza.
Torniamo a Cacciari
I tre paradigmi vengono confutati nei momenti di crisi. Le critiche possono negare che una data legge corrisponda alle tradizioni o che sia razionale o che persegua la concordia. Allora scattano movimenti eversivi i quali sostengono che la legge, il novmo", non corrisponde all’idea di giustizia, alla Divkh.
Quindi emerge un potere costituente nuovo con altri nomoteti che stabiliscono nuove leggi. Tale è la sistole e diastole della nostra civiltà inquieta dove nulla sta fermo, dove tutto è metabolhv. La nostra è la terra del mutamento, delle trasformazioni, non è come l’Asia né l’Egitto.
Noi Europei siamo deinoiv, inquieti e inquietanti. Cfr. lo squillo iniziale (vv. 332 - 333) del primo stasimo dell’Antigone di Sofocle.
In questa fase siamo stanchi di metabolaiv e la nostra civiltà potrebbe spengersi, prima o poi, ma siamo ancora lontani da questo esito
(minuto XXII del video)
giovanni ghiselli
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