mercoledì 14 aprile 2021

Il soverchiarsi a vicenda. I promessi sposi e le trasmissioni televisive

 

Ieri sera in televisione c’era una donna di destra, tal Gardini di Padova, che interrompeva Bersani mentre parlava politicamente con calma e con garbo. Gli interventi petulanti e importunanti di costei mi hanno fatto venire in mente il banchetto nel palazzotto di don Rodrigo nel capitolo V del romanzo I promessi sposi.

Padre Cristoforo, condotto da un vecchio servitore, giunge all’uscio della sala del convito.

“Quivi un gran frastuono confuso di forchette, di coltelli, di bicchieri, di piatti, e sopra tutto di voci discordi, che cercavano a vicenda di soverchiarsi. Il frate voleva ritirarsi”. Et cetera.

 

Quando assisto alle cagnare televisive, non poche volte aizzate dagli stessi presentatori, e vedo queste prevaricazioni reciproche di politici che dovrebbero essere fautori del bene della polis, anche a me viene voglia di ritirarmi, ossia di cambiare canale. Ma sono quasi ubiqui uomini e donne che “cercano a vicenda di soverchiarsi”.  Appena vedo Capezzone, il più insopportabile da parte della mia sensibilità, spengo il televisore.

Rendo onore a quanti non lo fanno: a Bersani e a Speranza in primis che ho votato e voterei ancora, ma anche a Sallusti del quale non condivido le idèe e perfino a Salvini che non voterei per niente al mondo. Ma ascoltano e, dunque, sono più ascoltabili e rispettabili dei beceri che interrompono chi parla alzando anche la voce.

 

Bologna, 13 aprile 2021, ore 12, 10

giovanni ghiselli

p. s.

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