martedì 6 aprile 2021

La presenza degli autori classici nelle tragedie di Shakespeare. XXII. Antonio e Ottaviano caratteri-destini diversi

Antonio e Ottaviano dunque si accordano su questo matrimonio da fare per la pace.

 Antonio avverte Ottavia che il suo alto ufficio lo dividerà spesso dal petto di lei

Ottavia risponde da par sua, dicendo cioè che pregherà sempre gli dei inginocchiandosi davanti a loro perché proteggano suo marito.

 Antonio allora le promette che se in passato non si  è sempre tenuto nei limiti, dal momento della loro unione shall all be done by the rule- latino regula-. tutto sarà fatto secondo le regole (II, 3, 6-7)

Il fatto è che le regole di lui erano differenti da quelle di lei, ed erano molto più simili a quelle di Cleopatra.

Entra un indovino egiziano cui Antonio domanda whose fortune shall rise higher Caesar’s or mine?  (II, 3, 16), quale fortuna si leverà più in alto, quella di Cesare o la mia?

L’indovino risponde Caesar’s

E spiega:

Therefore, O Antony, stay not by his side:

thy demon, that thy spirit which keeps thee is

noble, courageous, high, unmatchable,

where Caesar’s is not; but near him thy angel

becomes fear, as being o’erpower’d: therefore

make space enough between you (II, 3, 18-23), perciò, Antonio, non rimanete al suo fianco. Il vostro demone che è lo spirito che vi custodisce è nobile, coraggioso  incomparabile, quando non c’è quello di Cesare, ma vicino a lui il vostro angelo diventa pauroso come se fosse soverchiato: perciò

mettete spazio sufficiente tra voi.   

 

Ora sentiamo la fonte greca. Plutarco racconta che i due triumviri dopo il matrimonio di Antonio con Ottavia agivano d’accordo e anche amichevolmente nelle questioni politiche e di massima importanza-ejn toi`" politikoi`" kai; megivstoi" (Vita di Antonio, 33, 1). Le gare fatte pergioco invece iquietavano Antonio che le perdeva sempre. Allora il triumviro interrogò un idovino egiziano che prediceva in base all’oroscopo e parlava con molta libertà ad Antonio ejparrhsiavzeto (33, 2)  sia che volesse far piacere a Cleopatra, sia che fosse sincero. E gli consigliava di stare il più lontano possibile da quel giovane: “oJ ga;r sov"- e[fh-daivmwn to;n touvtou fobei`tai : kai; gau`ro" w]n kai;  u{yhlov" o{tan h\/ kaq  j eJautovn, ujp  j ejkeivnou  givnetai tapeinovtero" eggivsanto" kai; ajgennevstero" (33, 3-4), il tuo demone-diceva- teme quello di lui, e mentre è fiero e altero quando si trova solo, avvicinato da quello diventa più meschino e vile.

Ogni volta che tiravano qualcosa a  sorte per scherzo o giocavano a dadi, Antonio si alontanava perdente (e[latton e[cwn, 33, 4).

Spesso organizzavano incontri di galli o quaglie da combattimento, e vincevano quelli di Cesare “ajlektruovna" de; macivmou" o[rtuga", ejnivkwn oi{ Kaivsaro"”.

 

Torniamo all’indovino che parla ad Antonio nel dramma di Shakespeare: “If tou dost play with him at any game,

thou at sure to lose; and, of that natural luck,

he beets thee ‘gainst the odds: thy lustre thickens

when he shines by” (25-28), se giocate con lui in una partita qualunque, voi siete sicuro di perdere; e per questa buona sote naturale, egli vi batte nonostante i vosri vantaggi: il vostro splendore si offusca quando egli vi brilla accanto

L’indovino esce e Antonio riconosce :

 he hath spoken true: the very dice obey him,

and in our sports my better cunning faints

under his chance:  if we draw lots, he speeds,

his cocks do win the battle still of mine

when it is all to nought, and his quails ever

beat mine, inhoop’d at odds. I will to Egypt:

and thought I make this marriage for my peace

I’ the east my pleasure lies – radice latina leg- in lectus(II, 3, 33-40), ha detto il vero: I dadi stessi gli obbediscono, e nei nostri giochi la mia destrezza migliore cede alla sua fortuna:  se tiriamo a sorte, egli vince, i suoi galli vincono la lotta con i miei anche quandi non ne hanno la possibilità,  e le sue quaglie battono sempre le mie malgrado lo svantaggio. Andrò in Egitto e sebbene il faccia questo matrimonio per la mia pace, il mio piacere giace in oriente.

 

Plutarco procede scrivendo che Antonio contrariato da questi motivi e incline a dare fede all’Egiziano se ne andò dall’Italia mettendo i suoi affari domestici nelle mani di Cesare, quindi portò Ottavia fino alla Grecia dopo che era nata loro una bambina qugatrivou gegonovto" aujtoi`"  (Vita di Antonio, 5-6). Si tratta di Antonia maior nipote di Augusto e nonna di Nerone.


Bologna 6 aprile 2021

Giovanni ghiselli


p. s

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