domenica 18 aprile 2021

Debrecen 1980. Capitolo 3. La coppia infernale

Charun e Vanth, Tomba degli Anina
necropoli del Fondo Scataglini (Tarquinia).
La coppia infernale

 

Mentre tornavamo in collegio nel tram numero uno, noi due, lasciati soli per nostra richiesta, litigammo: Ifigenia disse che non reggeva i miei amici, io ribattei che non sopportavo lei. Sciaguratissimo connubio il nostro.

 Una volta arrivati, colei non volle rientrare con me. Del resto non avevo chiesto a Fulvio la cortesia di lasciarmi la camera per un’ora come facevo ogni giorno negli anni felici delle finlandesi. Mi diedi a girovagare e la vidi seduta su una panchina accanto alla fontana, attorniata da uomini strani: Mongoli o Uzbeki o, forse, Kirghisi.

Mi sovvenni di quando sedussi una Ciuvassa.

La mattina seguente credevo che fosse partita, invece la incontrai nella mensa. Facemmo colazione insieme, quasi ignorando quanto era accaduto e parlando, anzi chiacchierando di niente. Ifigenia sapeva che non sopporto la ciancia e credeva di punirmi con l’inondarmi sotto un profluvio di luoghi comuni rancidi; io la punivo a mia volta mostrando di non curami di quanto diceva. Mi consolavo sapendo che con Fulvio avrei potuto parlare scambiandoci idee.

Passammo quindici giorni tra liti, paci malsicure e orgasmi frenetici. In quelle due settimane non trovai alcun vestigio di quella atmosfera incantata che mi aveva reso felice nelle estati dei primi anni Settanta. La gioventù europea era mutata e non in meglio. Una metabolhv negativa dovuta al decadere della politica, della cultura, della scuola.

Dovevo occuparmi di Ifigenia dopo averla portata lì, in un ambiente che anche così ridimensionato era inadatto a lei. Si trovava male in mezzo a persone pur sempre educate. Si sentiva soprattutto a disagio quando mi vedeva contento con i miei amici e più che mai quando Fulvio , quasi ogni sera, usciva con noi. Una volta, dopo la cena all’Aranybika con l’amico soltanto mio, fece un’altra scenata. Arrivati sotto il collegio, disse che Fulvio non era il grand’uomo che io credevo e che tutto quell’ambiente a me caro a lei faceva schifo: era meschino, piatto, volgare, povero  di vera cultura e privo di arte. A me poteva andare bene, a lei proprio no.

“Non siamo venuti qui per fare dell’arte - ribattei - io ci sono venuto per stare in compagnia dei miei amici, per conoscere nuove persone, per praticare il mio inglese con gli stranieri, per correre nella pista dello stadio, magari per gareggiarvi. A me frequentare Fulvio piace, poi mi va di riposare, di giocare a tennis, di nuotare in piscina, di prendere il sole. Non preoccuparti: sul conto di noi due non faccio progetti. Probabilmente una volta tornati in Italia, non ci vedremo più, ma se vuoi frequentarmi qui, mi devi lasciare in pace e rispettare i miei amici. Se no torna in Italia con un altro. I mezzi per trovare un passaggio, li hai tutti”.

“I tuoi amici non li sopporto, a tennis non so giocare, correre mi ripugna, e non posso nemmeno parlare con altri perché non conosco nessuna lingua tanto da poter dialogare”, bofonchiò, accusandomi velatamente di trascurarla.

“E’ un’ottima occasione per imparare”, la incoraggiai conciliante. “Nemmeno io quando arrivai qui per la prima volta con il mio inglese scolastico, studiato  soltanto fino alla quinta ginnasio, sapevo parlare con scioltezza. Leggevo benino Shakespeare ma non ero in grado di dialogare. Ebbene, mi sono arrangiato, aiutato con il latino che viene studiato in molte università europèe e qui lo conoscono tutti più o meno. Una volta un’amica che parlava con me in inglese disse una parola che non capii e le chiese di ripeterla. Continuavo a non capire. Allora lei disse: in latin is materia. Era una finlandese, come forse già sai”.

Ifigenia conosceva la storia e gliel’avevo ricordata perché capisse e sentisse che potevo fare a meno di lei se continuava a disturbarmi offendendo i miei amici, i miei gusti e la mia stessa persona.

“Era Helena”, aggiunsi.

Poi pensai: “E detto l’ho perchè doler ti debba”.

Eravamo davvero una coppia infernale.


Bologna 18 aprile 2021 ore 21, 45

giovanni ghiselli   


p.s.

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