giovedì 29 aprile 2021

La presenza degli autori classici nelle tragedie di Shakespeare. XXX. il corteggiamento di Cleopatra al serpente

L'invidia degli dèi. Amore e morte

 

Uscita la guardia, Cleopatra commenta: "what poor an instrument - may do a noble deed! he brings me liberty" (V, 2, 235 - 236), che misero strumento può compiere un'azione nobile! Egli mi porta la libertà.

 

Nobiltà e libertà sono associate alla morte quando questa ci sottrae alla perdita dell'identità che è insopportabile se una persona ne ha una propria, non gregaria. Si pensi a Dante che è morto terminata la Commedia oppure a Fausto Coppi che, punto da una zanzara, si è lasciato morire appena ha smesso di correre in bicicletta.

 

Segue la negazione della femminilità già citata sopra e accostata a quelle di Medea e di lady Macbeth: “and I have nothing of woman in me” (238 - 239). E’ più facile rinunciare alla propria femminilità, un’identità collettiva, che a quella della nobiltà, identità molto più rara

La guardia esce ed entra il contadino cui Cleopatra domanda: “Hast thou the pretty worm of Nilus there - that kills and pains not? (243) hai tu lì il grazioso serpente del Nilo che uccide senza fare male?

Cleopatra invero riprende la sua femminilità con il serpente quasi corteggiandolo come un amante. Poco più avanti dirà la battuta già citata: the stroke of death is as a lover's pinch (V, 2, 294), il tocco della morte è come il pizzicotto di un amante.

Poi arriva a mostrare un sentimento da nutrice per l'aspide dicendo a Carmiana: "Peace, peace! dost thou not see my baby at my breast - that sucks the nurse asleep?" (V, 2, 317 - 320), silenzio, silenzio! Non vedi che ho Il mio bambino al petto vhe succhia fino a fare addormentare la balia?

Invero Cleopatra è troppo femminile per poter negare la femminilità che fa parte della sua identità profonda non meno della propria regalità

Il contadino conferma che il morso del serpente uccide. Però deve avere notato che Cleopatra corteggia il serpente come il suo prossimo e ultimo amante perché, congedato da Cleopatra, la saluta dicendo: "I wish you all joy of the worm" (260), vi auguro ogni gioia con il serpente.

Chi ama la vita e ama l'amore non smette mai di corteggiare, non può farne a meno.

 

Nel suo ultimo romanzo Svevo scrive. "Ne ho cinquantasette degli anni e sono sicuro che (…) la mia ultima occhiata dal mio letto di morte sarà l'espressione del mio desiderio per la mia infermiera, se questa non sarà mia moglie e se mia moglie avrà permesso che sia bella!" (La coscienza di Zeno, Preambolo)

 

Plutarco scrive che quando il contadino ebbe scoperto i fichi, le guardie ne ammirarono to; kavllo" kai; to; mevgeqo" (85, 3) la grandezza e la grossezza e furono invitati a prenderne, sicché cadde ogni diffidenza verso di lui. La bellezza, anche quella dei fichi, apre molte porte.

Dopo il pranzo, cleopatra sigillò una tavoletta scritta da lei e la mandò a Ottaviano. Gli chiedeva di farla seppellire con Antonio su;n jAntwnivw/

qavyai - (85, 5).

La tendenza a corteggiare sempre non esclude la fedeltà alla persona del tutto congeniale.

 

Allora torniamo a Shakespeare.

Rientra Iras con un manto e una corona . Cleopatra se ne fa adornare perchè sente Antonio che la chiama: "I hear him mock - the luck of Caesar (284 - 285), lo sento schernire la fortuna di Cesare, "which the gods give men - to excuse their after wrath" (285 - 286) che gli dèi concedono agli uomini per giustificare la loro ira futura. Sento un'eco proveniente da Erodoto che avverte sull'invidia degli dèi nei confronti degli uomini dai successi eccessivi.

Quello (Solone) allora disse: "O Creso, tu fai domande sulle vicende umane a me che so che il divino è tutto invidioso e perturbatore. to; qei`on pa`n ejo;n fqonero;n kai; taracw`de" - (Erodoto, Storie, I, 32, 1).

Volendo nobilitare "l'invidia degli dèi" avvalendoci di parti dell'opera, vediamo che essa scatta nei confronti degli uomini di potere che, superando la giusta misura umana, si inorgogliscono e peccano di u{bri", o fanno errori politici, o sbagli militari: come Creso appunto, come Policrate tiranno di Samo, come Serse cui lo zio Artabano dice che il fulmine si abbatte sugli edifici e gli alberi più alti, poiché il dio tende a troncare tutto ciò che si innalza "filevei ga;r oJ qeo;" ta; uJperevconta pavnta kolouvein", VII, 10).

 

Quindi Carmiana saluta e bacia le ancelle amiche Carmiana e Iras che cade morta.

Quindi la battuta splendida con l'associazione tra il tocco della morte e il pizzicotto di un amate which hurts and is desired (295) che fa male ed è desiderato.

E' l'associazione amore e morte diffusa in letteratura antica e moderna

Sentiamo H. Hesse:"Amore e voluttà gli parevano l'unica cosa che potesse davvero scaldare la vita, e darle un valore (…) L'amore delle donne, il gioco dei sessi stava per lui in cima a tutto e il fondo della sua frequente tendenza alla malinconia e al disgusto aveva origine nell'esperienza di quanto sia instabile e fugace la voluttà (…) Morte e voluttà erano una cosa sola"[1].

 

Bologna 29 aprile 2021 ore 11, 26

 giovanni ghiselli

 

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[1] Narciso e Boccadoro, p. 252.

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