Questa sera nella trasmissione televisiva Piazza pulita il giornalista Mario Calabresi ha ricordato commosso la sua infanzia con il padre, il commissario assassinato nel 1972.
Tutto il rispetto per il dolore del figlio che ha ricordato le probabili complicità e la diffusa omertà che ha protetto gli assassini.
Ma nel dicembre del 1969 ci fu un altro morto, molto probabilmente ammazzato anche lui, e c’è stata dell’altra omertà. Ebbene questo primo morto, Giuseppe Pinelli, che nella vicenda degli eventi è stato per anni collegato al secondo, il commissario Calabresi, non è stato nemmeno nominato dal giornalista figlio de commissario, né da Formigli, né da Paolo Mieli, né da Tomaso Montanari.
Di quest’ultimo mi dispiace dirlo
perché lo stimo. Ma ora lo invitano spesso in televisione e si vede che ci ha
preso gusto. Sa bene pure lui che non si può dire tutto se se vuole rimanere
nel giro. Corruptio optimi pessima.
Ebbene il ferroviere Giuseppe Pinelli è il più degno di ricordo e la sua morte è la più merirevole di indagine anche perché fu una delle vittime usate, per lo meno convocandolo in questura, al fine gettare del fumo sui responsabili della strage di piazza Fontana.
Il questore Marcello Guida dirigeva le indagini indirizzate subito contro gli anarchici, i meno protetti. L’anarchico Pinelli ci rimise la vita, l’anarchico Pietro Valpreda venne condannato e finì in prigione finché fu riabilitato e scarcerato.
Questa sera nessuno ha avuto il coraggio di ricordare Pinelli. Lo faccio io e lo presento come una delle vittime, del tutto innocenti, della prima strage di Stato. Una cara persona.
Mieli ha ricordato che Pasolini diceva “io so, ma non ho le prove”.
E ha avuto la sfrontatezza di commentare queste parole: “è troppo facile affermare questo, tanto poi pagano altri”. Formigli gli dava ragione. Ricordo all’esimio storico e al celebre opinionista che Pasolini ha pagato con la vita il coraggio di accusare il potere.
Un coraggio che ora abbiamo davvero in pochi. We happy few.
Bologna 29 aprile 2021 ore 21, 52
giovanni ghiselli
p.s
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Di Pinelli, da quando Maletti ha parlato , finalmente,possiamo e dobbiamo dire come sono veramente andate le cose :" Pinelli è stato preso a forza ( ecco che si spiegano i rumori di sedie caduti, di mobili caduti ecc ) e messo sul davanzale ad ogni mancata risposta Venice spinto più in là e alla fine è caduto nel vuoto.
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