PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIEcuba, XXIX Stagione Teatrale della Locride
Centro Teatrale Meridionale
Un’altra smontatura del potere. Shakespeare, Euripide e Seneca
La seconda scena del V atto si apre con Cleopatra che parla a Carmiana e
Iras la parrucchiera . La regina dice parole che smontano di nuovo il
potere: ‘Tis poltry to be Caesar; - not being Fortune, he’ s but Fortune’s
knave, - a minister of her will - ( 2 - 4), è una miseria essere Cesare; non
essendo egli la Fortuna, è solo il servo della fortuna, un ministro del suo
volere. Cosa grande è invece compiere l’atto che pone termine a tutti gli altri
atti e arresta il cambiamento, che addormenta e non assaggia più quel letame
che nutre Cesare e il mendicante.
Nella tragedia Ecuba di Euripide (del 424) la vecchia regina di Troia dà questo avvertimento ad Agamennone, il comandante dell’esercito vincitore: “non c'è tra i mortali chi sia libero Oujk e[sti qnhtw'n o{sti" e[st j ejleuvqero",:/infatti si è schiavi delle ricchezze oppure della sorte - h] crhmavtwn ga;r dou'lov" ejstin h] tuvch", - /o la folla della città o le leggi scritte h] plh'qo" aujto;n povleo" h] novmwn grafaiv - / gli impediscono di usare l’orientamento del proprio giudizio"(vv. 864 - 865).
Sono versi chiave.
Chi comanda - aveva gà detto Ecuba - non deve
comandare quello che non si deve - ouj tou;"
kratou'nta" crh; kratei'n a{ mh; crewvn (Ecuba,
282), e chi ha successo - eujtucou'nta" - non deve credere che gli andrà sempre bene.
Ecuba procede facendo l’esempio di se stessa: che era
una regina cui un solo giorno ha tolto ogni forma di benessere - to;n
pavnta dj o[lbon h|mar e{n m’ ajfeivleto (285).
Del resto l’Agamennone delle Troiane di Seneca sa
che i successi sono effimeri e che noi mortali siamo tutti in balia della
sorte:
Al culmine della sua carriera di a[nax l’Atride mostra di avere coscienza della
probabile caduta ovinosa per chi è salito in alto:"Violenta nemo
imperia continuit diu,/moderata durant; quoque Fortuna altius/evexit ac levavit
humanas opes,/hoc se magis supprimere felicem decet/variosque casus tremere
metuentem deos/nimium faventes. Magna momento obrui/ vincendo didici. Troia nos tumidos facit/nimium ac
feroces? Stamus hoc Danai loco,/unde illa cecidit " (vv. 258 - 266), nessuno ha conservato a
lungo il potere con la violenza, quello moderato dura; e quanto più la Fortuna
ha levato in alto la potenza umana, tanto più il fortunato fa bene a
trattenersi e paventare le varie cadute temendo gli dèi che lo favoriscono
troppo. Vincendo ho imparato che i grandi regni vengono sepolti in un attimo.
Troia ci rende troppo superbi e spietati? Noi Danai stiamo in piedi nel luogo
dal quale quella è caduta.
Troviamo un locus analogo nel primo
coro dell'Agamennone di Seneca quando le donne
di Micene notano che la Fortuna/ fallax (vv. 57 - 58) inganna
con grandi beni collocandoli troppo alti in praecipiti dubioque (v.
58), in luogo scosceso e insicuro. Infatti le cime sono maggiormente esposte
alle intemperie, ai colpi della Fortuna, e predisposte alle cadute rispetto
alle posizioni medie:"quidquid in altum Fortuna tulit,/ruitura
levat./Modicis rebus longius aevum est;/felix mediae quisquis turbae/sorte
quietus…" (Agamennone, vv. 101 - 104), tutto ciò che la Fortuna
ha portato in alto, per atterrarlo lo solleva. E' più lunga la vita per le
creature modeste: fortunato chiunque sia della folla mediana contento della sua
sorte.
giovanni ghiselli
VroacusQtempn Sean Shop https://marketplace.visualstudio.com/items?itemName=6raeplacen-ki.Descargar-Shattle-gratuita
RispondiEliminabebulllynin
ininFnae_ha Andrew Suave https://www.uhdblibrary.co.uk/profile/garynetaishaquynisha/profile
RispondiEliminadripchangfacno
Wlustrenul-hi Joe Bonsness
RispondiEliminaDownload Free
icdedere