Il topos dell’occasione
che va acciuffata siccome è calva di dietro
Nell’Antonio e Cleopatra Menas dice - a parte: “I’ll
never follow thy pall’d latino pallidus fortune more
- who seeks and will not take, when once ‘tis offer’d latino offerre
- shall never find it more” (II 7, 81 - 83), non seguirò più la tua
smunta fortuna: chi cerca e non prenderà una cosa quano gli viene offerta, non
la troverà mai più.
Sesto Pompeo ha appena replicato all’amico pirata che gli ha proposto di
uccidere i triumviri: “avresti dovuto farlo senza senza parlarmene. Accettare
ora che me l’hai detto sarebbe scelleratezza, in te sarebbe stato rendermi un
buon servizio.
‘Tis not my profit latino profectus - that does
lead mine honour;
Mine honour it (II, 7, 75 - 76), non è il mio profitto che guida il
mio onore; il mio onore viene proma.
Sesto Pompeo mette l’onore davanti al profitto dunque.
Simile è la risposta di Neottolemo a Odisseo che gli ha proposto di mentire a
Filottete per impossessarsi delle sue armi. Il figlio schietto dello schietto
Achille, svaluta il sumfevron (utile) e apprezza il kalovn (bello, e bello
morale) contrapponendosi al fallace figlio di Laerte o di Sisifo che fosse : " bouvlomai
d' , a[nax, kalw'" - drw'n ejxamartei'n
ma'llon h] nika'n kakw'" " (Sofocle, Filottete, vv. 94 -
95), preferisco, sire, fallire agendo con nobiltà che avere successo nella
volgarità.
Una risposta ancora più nobile di quella non ignobile di Sesto Pompeo.
L’occasione fa offerte generose ma non sopporta indugi. E’ come una bella donna
che ti si offre: se esiti, va molto presto da un altro.
Pindaro associa l’occasione all’intelligenza: “a ogni cosa si accorda
misura: e capire è l’occasione ottima” - noh`sai de; kairo;"
a[risto" - (Pindaro, Olimpica XIII, vv. 47 - 48).
Oreste nell'Elettra di Sofocle, dove si tratta di vita o
di morte, conclude il suo primo discorso affermando che l'occasione è sovrana
:"kairo;" gavr, o{sper ajndravsin - mevgisto"
e[rgou pantov" ejst j ejpistavth"" (vv. 75 - 76), l'occasione infatti
è appunto per gli uomini la più grande presidente di ogni agire.
Cicerone suggerisce di usare il vocabolo occasio per
tradurre il greco eujkairiva che designa il tempus… actionis
opportunum, il tempo opportuno di un'azione[3].
Marlowe risale forse a Fedro (V, 8) che ricorda come
gli antichi foggiarono l’immagine del Tempo un uomo calvus, comosa
fronte, nudo occipitio. Tale immagine (effigies) occasionem rerum
significat brevem.
Nietzsche: “Forse il genio non è affatto così raro: sono rare le
cinquecento mani che gli sono necessarie per dominare il kairov~, “il momento
opportuno”, per afferrare per i capelli il caso!”[5].
Concludo con la Vita di Antonio di Plutarco
I triumviri volevano appacificarsi con Sesto Pompeo il quale occupava la
Sicilia, saccheggiava l’Italia e aveva reso impraticabile alla navigazione il
mare con molte navi a capo delle quali erano Mhna`"
oJ peirathv" kai; Menekravth" (Vita di Antonio, 32, 1)
Si riunirono dunque a capo Miseno. Siamo nel 39 a. C.
Si accordarono e si scambiarono inviti a cena. I triumviri salirono sulla nave
ammiraglia di Sesto Pompeo e vennero accolti cordialmente. Durante il banchetto
il pirata Menas si avvicinò a Pompeo e gli sussurrò la proposta di renderlo
unico padrone di tutto l’impero romano.
Pompeo rispose: avresti dovuto farlo senza dirmelo pima: “ejpiorkei`n
ga;r oujk ejmovn (32, 8), infatti non è da me spergiurare.
giovanni ghiselli
[1] 436 - 338 a. C.
[2] Del 390.
[3] De officiis, I, 142.
[4] C. Marlowe, L'ebreo di Malta, V, 2.
[5] Di
là dal bene e dal male, Che cosa è aristocratico?, 274.
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