giovedì 10 giugno 2021

La vacanza sciistica a Moena nel marzo del 1981. 16. La cosmesi gelida e sofferta come l’amore

La mattina appena sveglio, sentii un gran desiderio di Ifigenia che prevedevo radiosa  come il sole, quando sorge in primavera, né presto né tardi, dai monti del passo San Pellegrino ancora innevati.
Infatti la donna apparve, luminosamente, nella sala da pranzo dove l'aspettavo da alcuni minuti. Dopo la colazione salimmo all'Alpe di Lusia. Ifigenia sedette su una panchina di ferro, davanti al rifugio Le Cune nell'aria ghiaccia ma luminosa, per abbronzarsi; io feci alcune discese fino a mezzogiorno, quindi tornai da lei.

Il vento soffiava sempre sbuffi gelati. Stare lì fermi era una pena. D'altra parte, siccome il sole era alto, ci rimordeva perderlo, rinunciando a non poco colore che ci abbelliva, per entrare nel rifugio scaldato dai termosifoni. Preferimmo rimanere a patire nel freddo arrabbiato ma pieno di luce. Parlammo poco: dovevano essere assiderate pure le lingue. Le cattiverie che avevamo da dirci le tenemmo in serbo per la sera. Ricordo soltanto una mia osservazione che a lei piacque. A un certo momento soffrivamo l'aria raggelante al punto che pregavamo le nuvole di nasconderci il sole e darci l'autorizzazione a entrare nel rifugio senza rimorso. Ma quelle, pur assediandolo, non arrivavano a coprirlo, e il dio luminoso continuava a irradiare proprio soltanto nel luogo dove eravamo seduti noi, senza intiepidirci del resto.

Dissi: "Questo sole, come il nostro amore è algido, scontato e noioso siccome c'è da tanto tempo e sembra che non voglia sparire. Ma se dovesse eclissarsi o tramontare, ci lascerebbe sotto un povero cielo senza colori , in un buio infernale privo di vita. Se non ci fosse lui, a stare alle altre stelle sarebbe sempre notte[1].

Ifigenia trovò interessante la mia osservazione. Disse che ci avrebbe pensato sopra.

 

giovanni ghiselli

 


[1] Cfr. Eraclito, fr.44 Diano


Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLXXII. Un’apparizione: la ragazza dal sandalo screziato.

  Nel 1972 ero rimasto a Debrecen fino al 21 agosto per vedere il carnevale dei fiori e passare altre due notti con Kaisa nel collegio...