martedì 29 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". Rilettura. XIV. Il corteggiatore prima compunto, ora giulivo

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 Aggiunta Il corteggiamento (Ovidio) L’espropriazione più dolorosa è quella del tempo, il bene più grande nella nostra vita.
 
Entra Riccardo, e Tyrrel lo rassicura: “be happy then, for it is done” (IV, 3, 26) siate felice allora, siccome è stato fatto.
Questa felicità ga venire in mente quella degli imprenditori sanguinari che manifestarono la loro gioia per il terremoto dell’Aquila.
Riccardo promette laute ricompense per l’opera “buona” effettuata.
Tyrrel esce e il re sanguinario, parlando da solo, si compiace di quanto ha già fatto e di quello che sta per fare: il figlio di Clarence è rinchiuso, la figlia fatta sposare a un oscuro consorte (come fece Astiage con la figlia Mandane, si è già detto), i principi figli del re Edoardo IV riposano nel grembo di Abramo, la moglie Anne hath bid this world good night-39- ha dato la buona notte a questo mondo.
Gli resta da sposare la giovane nipote Elisabetta, figlia di Edoardo IV e della vecchia Elisabetta, per essere del tutto sicuro della corona.
To her  go I, a jolly thriving wooer” (43), da lei vado, giulivo, prospero corteggiatore.
 
Corteggiare significa anche recitare. Quando corteggiava Anne in gramaglie Riccardo  seguiva questo precetto di Ovidio maestro di corteggiamento: “est tibi agendus amans imitandaque vulnera verbis  ( Ars amatoria  1, 609)", devi fare la parte dell'innamorato e con le parole simulare le ferite
Ora the bloody king  si appresta a recitare in un altro ruolo,  vedremo come.
 
Il corteggiamento è una prova di intelligenza, una delle prove pincipali una gara non facile , anzi  ajgw;n mevgisto" (Euripide, Medea, v. 235), gara massima  perché il premio del successo è l’amore.
Nel caso del desiderio veramente sentito Ovidio consiglia di non dissimularne la forza che nutre la facondia: è il rem tene verba sequentur  di Catone trasferito in campo erotico:"fac tantum cupias, sponte disertus eris " (Ars Amatoria , I, 608), pensa solo a desiderarla, e sarai facondo senza sforzo.
Mi sta a cuore l’argomento perché appartengo a una generazione di ex giovani che si sentivano in difetto se non corteggiavano ogni donna: dalla mamma a tutte le altre via via incontrate. Se la cosa veniva fatta con intelligenza, eleganza e delicatezza non dispiaceva a loro, alle donne, anzi. Ora corteggiare, come studiare come non ingozzarsi, non sprecare come ogni azione naturale e umana viene per lo meno biasimata.
 
Ma torniamo a Shakespeare.
Entra Ratcliff, precipitosamente, portando notizie non buone: Morton, il vescovo di Ely- quello delle fragole- è fuggito da Richmond e Buckingham spalleggiato da duri Gallesi sta mettendo insieme un esercito di ribelli.
Riccardo è più preoccupato della defezione del vescovo.
Decide di reagire subito: “Delay leads impotent and snail-pac’d beggary-(53), differire porta alla miseria impotente e dal passo di lumaca.
 
La burocrazia elefantiaca è progettata proprio per far perdere tempo alle persone comuni, i semplici cittadini, come si dice.
Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, come afferma più volte Seneca, e le persone di potere, togliendolo a chi potere non ha, accresce le distanze tra chi comanda e chi subisce. Negli ultimi anni del mio impiego nella scuola aumentavano sempre più gli impegni inutili ai fini dell’insegnamento, le ore sottratte allo studio di chi avrebbe dovuto, alcuni anche voluto, passare i pomeriggi imparando per sé e per gli allievi. Tutto calcolato al fine di degradare la scuola. Una degradazione, l’ho già detto più volte, che fa cadere le funivie, crollare i ponti, deragliare i treni, sbagliare le diagnosi.
I potenti non vogliono perdere tempo però vogliono farlo perdere ai sudditi.

giovanni ghiselli

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