domenica 20 giugno 2021

Plutarco IV. Le opere.

 


Il Corpus Plutarcheum  comprende 260 titoli: la Suda  ne fornisce 227 che costituiscono il cosiddetto catalogo di Lampria, un presunto figlio dell'autore che avrebbe compilato un elenco degli scritti paterni. In realtà Lampria si chiamavano il nonno e un fratello di Plutarco. L'attribuzione dunque è errata e il catalogo incompleto, poiché non contiene tutti i titoli delle opere delle quali abbiamo i testi o le testimonianze: ce ne sono altre 33, quindici delle quali  andate perdute. Di questa numerosissima produzione ci è arrivato un terzo: centoventi opere, intere o frammentarie, che si possono dividere in due grandi gruppi: le cinquanta biografie delle Vite parallele  (Bivoi paravllhloi) e i settanta scritti[1] che vengono designati come Moralia , ossia Scritti etici  (in greco  jHqikav) poiché il tono prevalente, come d'altra parte anche nel resto dell'opera, è quello della filosofia morale, o, per dirla con Platone, il massimo maestro riconosciuto da Plutarco con devozione quasi assoluta, dell' ajnqrwpivnh sofiva[2]. Montaigne, che era un grande estimatore di Plutarco, scrive che egli "è ammirevole in tutto, ma principalmente là dove giudica delle azioni umane"[3], e che gli Opuscoli  dello scrittore di Cheronea "da quando è divenuto francese" sono, come le Lettere  di Seneca, "la parte più bella dei suoi scritti, e la più utile", in quanto, afferma, l'autore dei Saggi :"hanno tutti e due questo vantaggio notevole per la mia indole, che la scienza che vi cerco vi è trattata a brani scuciti, che non richiedono l'obbligo di un lungo lavoro"[4]. 

 Le biografie parallele sono ventidue coppie formate tutte dalle vite di un greco e di un romano, tranne una coppia doppia, ossia costituita da due Greci (i re spartani Agide e Cleomene) e due Romani (i tribuni Tiberio e Caio Gracco). Inoltre ci sono pervenute quattro biografie singole: quelle di Arato, di Artaserse (unica figura esterna al mondo greco-romano), di Galba e di Otone. Il catalogo di Lampria riporta titoli di altre vite che non ci sono arrivate: per esempio la coppia Epaminonda-Scipione.

Poiché, come si è visto, si tratta di un'opera assai vasta e varia  è piuttosto imbarazzante fare una scelta che metta in luce le quintessenze del plutarchismo: dovrò limitarmi ad alcune Vite parallele  antologizzando le parti che possono considerarsi dichiarazioni programmatiche dell'autore; quindi seguirò il criterio di scegliere alcunii passi utili a integrare le storie dei personaggi o ad ampliare i temi che ho evidenziato studiando negli autori precedenti. Partiremo dunque dal proemio "metodologico" della Vita di Alessandro  dove l'autore, tra l'altro, dichiara di non scrivere storie ma biografie.

La lingua di Plutarco ha una base attica che ammette gli influssi della koinhv. I suoi periodi sono ampi ma non "difficili" per la regolarità e la chiarezza logica con cui sono costruiti. Per quanto riguarda lo stile, c'è una costante attenzione a evitare lo iato e, più in generale, all'armonia del suono e all'equilibrio della struttura dei periodi. Nel complesso la lettura è agevole e gradevole, dunque, ancora una volta, :"Lector, intende; laetaberis ".     

giovanni ghiselli



[1]Senza contare quelli molto probabilmente apocrifi.

[2]Apologia di Socrate , 20d.

[3]Saggi , II, 31, p. 947.

[4]Saggi , II, 10, pp. 532-533.

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