Appendice al testo già pubblicato della mia conferenza di domani
“LABIRINTI - Dentro di Noi, Fuori e Altrove”, che si terrà online in data 12 giugno 2021, ore
11.00–13.00.
Questo è il link per partecipare
https://bit.ly/3ukxrR7
Aggiungo due appunti pressi dal romanzo Il generale nel suo labirinto (1989) di Gabriel Garcìa Màrquez.
Simon Bolivar arrivato a 46 anni (1783-1830) in “una decrepitudine prematura” si sposta continuamente senza trovare pace.
“Gli ufficiali del seguito non ne potevano più di questo andare e venire verso il nulla” (166)
Ha girato per tutta la vita tra guerre e amori, senza mai giungere a una meta. Malato a morte dice “le cose debbono andare malissimo e io peggio delle cose” (p. 20). La gloria gli era uscita dal corpo e anche la vita ne stava uscendo
Quattordici anni di guerra gli avevano insegnato che non c’era vittoria maggiore che quella di essere vivo (26)
Aveva sottratto al dominio spagnolo un impero cinque volte più vasto dell’Europa.
“Sono condannato a un destino da teatro” scrisse a un delle sue amanti.
Una aveva un profilo da idolo, un’altra santificò le sue insonnie.
Il suo assistente disse che erano state 35 “senza contare le fringuelle di una sola notte, naturalmente”.
A chi lo domandò a lui quante fossero state , il generale rispose: “molto meno di quanto pensa lei”
Quando era sazio di una donna non impegnava nemmeno un brandello della sua vita in un sentimento più simile alla vanità che all’amore.
Aveva capito poco prima di morire, come già Augusto, che la vita umana è una farsa dal nulla al nulla attraverso un labirinto.
Nel maggio di rose ineluttabili stava intraprendendo il viaggio di ritorno al nulla. “A me manca solo che mi buttino nell’immondizia” disse il generale
Poi: “Se c’è una storia fradicia di sangue, di indegnità, di ingiustizie, è la storia d’Europa” (129) La storia è un labirinto e un mattatoio.
Gli Europei non possono insegnarci come dobbiamo essere: non dobbiamo diventare come loro.
Del resto neppure le stelle sfuggono alla rovina della vita
C’era ancora chi lo acclamava gridando Viva El Libertador ma erano più che altro dei bambini. Le istituzioni lo avevano esautorato
Toccò il fondo: “pianse da addormentato”
Muore il 10dicembre
Il vescovo accorse al suo capezzale e “fu tale l’importanza che attribuì all’incontro che si travestì da pontefice” (267)
Rimase solo 14 minuti e non si seppe che cosa si dissero.
Poi entrò il medico e il generale
: “Cazzo-sospirò-“Come farò a uscire da questo labirinto?” ( p. 268)
giovanni ghiselli
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