sabato 12 giugno 2021

Shakespeare, "Riccardo III". XXXII. La notte con i primi spettri

Ora siamo nella tenda di Richmond dove entra Stanley, conte di Derby che è suo patrigno perché ne ha sposato la madre vedova.
I due si scambiano auguri e benedizioni. La tenebra friabile flaky darkness ( V, III. 87) si sta squamando a Oriente e l’ora fatale si avvicina.  Arbitra sarà la guerra.
 
Stanley deve prendere tempo e giocare d’astuzia per evitare che suo figlio George ostaggio di  Riccardo, venga ucciso dall’usurpatore sanguinario
Richmond lo fa accompagnare al suo reggimento e va “to take a nap-lest leaden slumber peise me down tomorrow” (105-106) ad appisolarsi pee ervitare che il plumbeo sonno mi schiacci domani quando invece dovrei levarmi con ali di vittoria.
Il sonno fruito è balsamo delle anime ferite balm of hurt minds " come lo chiama Macbeth (già citato Macbeth, II, 2), mentre il sonno di chi non ha dormito è un peso plumbeo che grava sulla testa.
 
Gli altri escono e Richard si inginocchia per pregare
Invoca dio con un O Thou-109- o Tu,  come si fa nella preghiere a Dio-chiunque egli sia o chiunque Tu sia.
Una preghiera di Edipo inizia con Quisquis deorum regna placatus vides  (Seneca, Oedipus, 248), chiunque tu sia tra gli dèi che guardi il potere regale con occhio benevolo.
"Chiunque tu sia" è una formula liturgica che risale all'Odissea: Ulisse quando giunge naufrago e malridotto nell'isola dei Feaci rivolge una preghiera al fiume che lo ascolta, ferma la corrente e lo accoglie:"Klu'qi, a[nax, o{sti" ejssiv " (V, 445), ascolta signore, chiunque tu sia. E' l'uomo stremato che si abbandona a una forza della natura sapendo che "tutto è pieno di dèi"[1].
 Ritroviamo la formula nell'Agamennone di Eschilo ( Zeuv", o{sti" pot j ejstivn, Zeus chiunque mai sia, v.160);
 Nelle Troiane di Euripide, Ecuba dice: “  o{sti" pot j ei\ suv, dustovpasto" eijdevnai-Zeuv" ,  vv. 885-886 , chiunque mai tu sia,  Zeus che non dai congetture dalle quali conoscerti, sostegno della terra che sulla terra hai sede (884), sia necessità di natura (ajnavgkh fuvsewς) sia mente dei mortali (nou'ς brotw'n, 886), io ti prego.
 
Richmond chiede a questo Dio cui dà del tu, un dio amico che guardi le sue forze con occhio benevolo-with a gracious eye (110) - che può far pensare al sole il quale vede tutto come si legge in diversi autoi greci e latini  e pure in  Shakespeare:"the all-seeing sun ne'er saw her match, since first the world begun " , il sole che tutto vede non ha mai visto una sua pari da quando il mondo è cominciato, dice Romeo di Giulietta all’amico Benvolio[2].
Richmond poi prega Dio  di mettere in mano i ferri della sua ira-irons of wrath (111)  ai soldati che stanno dalla parte giusta.
 
Si è persa l’obiettività epica della storiografia classica: la storia da Paolo Orosio è diventata iudicium Dei adversus paganos, quindi adversus victos.
 
I vincitori saranno ministri della punizione divina.
Detto questo Richmond affida l’anima to Thee a Te, a questo dio Ignoto, senza nome, e va a chiudere le finestre degli occhi, chiedendo protezione nel sonno e nella veglia.
 
Tutt’altra è la situazione notturna di Riccardo il Malo.
Appaiono gli spettri delle sue vittime.
Prima quello del principe Edward figlio di re Enrico VI.
All’usurpatore ricorda come venne da lui pugnalato e lo maledice con la formula che verrà ripetuta dagli altri morti ammazzati : despaire ad die (127, dispera e muori.
Inece Richmond riceve incoraggiamento e benedizioni dai medesimi spettri.
Segue re Enrico VI: “Think on the Tower and me: despair and die” (127), pensa alla torre e a me: dispera e muori.
A Richmod  viceversa dice: “Virtuous and holy , be thou conqueror (127), vituoso e santo, sii vincitori.
Il male è tutto da una parte, il bene completamente nell’altra.
Mancano i dissoi; lovgoi i discorsi contrapposti  della sofistica e della storiografia antica.
Quindi  appare lo spettro del fratello Clarence con un altro tristo annunzio di futuro danno:  andrà posarsi pesantemente sull’anima di Riccardo durante la battaglia.
Ricorda che morì immerso in un vino disgustoso.
In The Waste Land T. S. Eliot scrive “Fear death by water” (v.55), temete la morte per acqua. Clarence ha subito la morte per vino
La sua vita si  era annegata, annullata, nella botte di Malvasia, come ricorda il seduttore di Emma Bovary[3]. 
 
Il fratello fatto assassinare augura a Riccardo che durante la battaglia  spada gli cada con  il filo smussato. Quindi l’immancabile, dovuto: “despair and die” (136)
A Richmond che saluta quale “ offspring of the house of Lancaster” (137), progenie della casa di Lancaster,  Clarence si presenta come uno tra the wronged heirs of York,   gli eredi oltraggiati della casa di York  che pregano per il loro vendicatore: “good angels guard thy battle, live and flourish” (139), angeli benefici proteggano le tue truppe: vivi e prospera.
 
Bologna 12 giugno 2021 ore 19, 7
giovanni ghiselli
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[1] E' una massima panteistica (pavnta qew'n plhvrh) attribuita a Talete (Aristotele, Sull'anima, 411a 8.
[2] Romeo e Giulietta  (I, 2). Quando il sole si accieca la scena assume "an atmosphere of Juliet's tomb"[2], un'atmosfera da tomba di Giulietta  (T. S.Eliot, Portrait of a Lady, Ritratto di Signora, del 1917
[3] Flaubert, Madame Bovary, parte seconda capitolo XII (p. 156) 

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